Lisbona 2023. Il Papa ai giovani "Non temete". Prega per la pace. Prossima Gmg a Seul
"Giovani, Gesù vi dice: non temete", con questa esortazione, più volte ripetuta in spagnolo, papa Francesco ha concluso l'omelia della messa finale della 37esima Giornata Mondiale Della Gioventù. E all'Angelus ha pregato per la pace In Ucraina e annunciato il Giubileo dei Giovani nel 2025 a Roma e la prossima Gmg a Seul in Corea nl 2027, annuncio accolto da fragorosi applausi. Nell'omelia il Pontefice ha cercato di delineare l'eredità di questa Gmg, per consegnarla ai giovani che stanno per tornare a casa. Francesco è tornato al Parque Tejo di buon mattino, per incontrare nuovamente i giovani che sera per la veglia si erano stretti a lui. Un milione e mezzo di persone, numero che questa mattina è stato confermato dalle autorità locali anche per la liturgia domenicale.
Questo il testo della preghiera per la pace: "In particolare, accompagniamo con il pensiero e con la preghiera coloro che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace. Attraverso l’Angelus mettiamo nelle mani di Maria, Regina della pace, il futuro dell’umanità. E, tornando a casa, continuate, per favore a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso. Grazie di questo. Avanti".
ANSA
Dopo aver effettuato alcuni giri in papamobile tra i giovani, si è diretto verso il palco, dove è appena cominciata la celebrazione eucaristica presieduta dal Pontefice e concelebrata da 30 cardinali, 700 vescovi e 10mila sacerdoti. Nell'omelia papa Bergoglio ha commentato la pagina evangelica della Trasfigurazione, solennità che ricorre proprio oggi nel calendario liturgico. "E' bello - ha detto con le parole di Pietro - quanto abbiamo sperimentato con Gesù, ciò che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato con tanta gioia nel cuore". Ma occorre chiedersi, ha aggiunto, "cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana". E la risposta l'ha condensata in tre verbi: brillare, ascoltare e appunto non temere". In questo il Papa si è davvero fatto vicino al sentimento dei giovani, dopo la pandemia e mentre e in corso la guerra in Ucraina, eventi dolorosi che hanno provocato in molti sentimenti di incertezza, ansia e scoramento. L'invito di Francesco è invece a riporre la propria fiducia in Gesù.
Brillare. Commentando, ad esempio il volto trasfigurato di luce di Cristo, ha detto: "Anche noi abbiamo bisogno di qualche lampo di luce per affrontare il buio della notte, le sfide della vita, le paure che ci inquietano, l'oscurità che spesso vediamo attorno a noi". Questa luce è Cristo. "Il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e illumina il cammino e i nostri cuori", ha quindi sottolineato. Ma che cosa significa essere luminosi? "Non lo diventiamo certo - ha avvisato il Pontefice - quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando esibiamo un'immagine perfetta e ci sentiamo forti e vincenti. Noi brilliamo quanto, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come lui". "Quando viviamo da egoisti, la luce si spegne".
Quanto al verbo ascoltare, il Papa ha detto che ascoltare Gesù è il vero segreto della vita cristiana. "Ascoltare ciò che dice nel Vangelo e nel nostro cuore. Ascoltiamolo perché Egli ci dice qual è il cammino dell'amore".
Infine la raccomandazione più calorosa: non temere. "A voi, giovani, che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati - dice il Pontefice -; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: “Non temete!”. Il Papa aggiunge di volerlo dire guardando ognuno negli occhi. "Ma vi dico una
cosa molto più bella: Gesù stesso ora vi guarda, Lui che vi conosce e vi legge dentro: vi guarda nel cuore,, perché Gesù conosce il cuore di ognuno". E allora, ripete più volte Francesco, "non temete, non temete, non temete". Di fatto un verbo che si candida a essere lo slogan riassunto di questa Gmg.
All'inizio della celebrazione, il cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, nel dire "obrigado", grazie, al Papa, lo ha definito "il più giovane fra tutti i giovani presenti". "Lei - ha aggiunto - ha voluto che la Giornata fosse, soprattutto per i giovani, occasione di ritrovo e d’incoraggiamento alla solidarietà e alla costruzione di un mondo in grado di rispondere meglio alle giuste aspirazioni di tutti, dopo una pandemia che li ha confinati e quanto altro li può avere allontanati gli uni dagli altri e dal meglio di sé stessi. Lei è stato sempre con noi, incoraggiandoci a portare avanti la concretizzazione della Giornata, superando rinvii e ostacoli che non sono mancati. Questa Giornata è stata specialmente Sua, Santo Padre, e dei giovani che ha convocato qui. E così sarà ricordata in futuro, come momento decisivo per una generazione che edificherà un mondo più bello e più fraterno”.
La messa è proseguita con la liturgia eucaristica. L'animazione musicale è affidata a un coro e a un'orchestra giovanile di diverse decine di elementi, che sta eseguendo canti molto belli.
Al termine della messa, il Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, cardinale Kevin Joseph Farrell, ha a sua volta ringraziato il Papa “perché – ha sottolineato - ci ha portato in questi giorni l’annuncio e la testimonianza dell’amore fedele e incondizionato del Signore! Grazie perché ci infonde speranza, ricordandoci instancabilmente che la via della pace e della riconciliazione tra i popoli è possibile! Grazie perché sempre ci mostra Maria come compagna di viaggio nel pellegrinaggio della fede”. I giovani, ha aggiunto "si sono alzati. Si sono messi alla ricerca della via che conduce a Gesù Cristo e all’altro. Hanno celebrato la fede insieme al Successore di Pietro e hanno testimoniato l’amore di Cristo che vibra nei loro cuori. Sentiamo gratitudine perché i giovani sono stati pellegrini di pace in tempi in cui tante, troppe, guerre si combattono ancora in numerose parti del mondo. Hanno testimoniato così che l’amicizia, la carità e la pace non sono un’utopia".
Il Papa ha quindi consegnato una croce con il logo della Gmg di Lisbona a cinque giovani dei rispettivi continenti, per sottolineare che tutti siamo inviati ad annunciare Cristo. E ringraziato tutti coloro che hanno lavorato a questa Gmg, dal patriarca Clemente al cardinale Farrell, al presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, ai volontari, ai giovani partecipanti. Uno speciale "obrigado" a Lisbona, "casa di fraternità e città dei sogni". Un grazie il Papa lo rivolge anche ai santi patroni delle Gmg, "uno su tutti, san Giovanni Paolo II, che le ha iniziate".
Infine l'annuncio tanto atteso. Anzi gli annunci, perché gli appuntamenti sono due: a Roma per il Giubileo dei Giovani nel 2025 e a Seul nel 2027 a Seul, nella Corea del Sud.
Nel pomeriggio, prima della sua partenza per Roma, il Pontefice terrà l'ultimo incontro pubblico, quello con i volontari della Gmg presso il "Passeio maritimo" di Alges. L'arrivo a Roma è previsto per le 22,15 di questa sera.