Milano. «Adolescenti, situazione esplosiva». E in diocesi nasce una «Cordata educativa»
«Depressione, crisi d’ansia e attacchi di panico, disturbi alimentari, dipendenza da internet, "ritiro sociale", autolesionismo, aggressività gratuita. Ecco le manifestazioni di disagio adolescenziale che in tempo di pandemia abbiamo visto crescere nei ragazzi che, sempre più numerosi, chiedono aiuto ai nostri consultori e agli sportelli scolastici, o che incontriamo grazie alle attività di prevenzione e educazione alla salute che svolgiamo nelle scuole – testimonia Michele Rabaiotti, direttore generale della Fondazione Guzzetti di Milano –. Dopo due anni di pandemia, di limitazione della libertà, di contenimento "fuori misura", di congelamento dei fondamentali compiti di sviluppo tipici di questa età – lo sviluppo affettivo e sessuale, la socialità e le relazioni, la possibilità di progettare e disegnare il futuro – i nostri ragazzi stanno esplodendo come una pentola a pressione che salta. Crescono i numeri. E cresce la sofferenza fra i nostri adolescenti. Davvero abbiamo bisogno di una "cordata educativa" che metta assieme presenze e competenze per affrontare insieme questa emergenza».
Prestazioni in consultorio a minori: +40% in un anno
Proprio così, «Cordata educativa», si chiama il percorso avviato da 15 enti e realtà della diocesi di Milano per rispondere – in alleanza, al servizio delle comunità cristiane e civili del territorio – all’emergenza educativa e al disagio di tanti ragazzi e giovani. Un’emergenza emersa in modo dirompente con la pandemia. Ciascun partner della «Cordata» (in coda al servizio l’elenco) porta al cammino comune competenze e carismi originali. È il caso della Fondazione Guzzetti, che gestisce sette consultori familiari di ispirazione cristiana attivi nella città di Milano e cinque sportelli scolastici nelle scuole superiori, oltre a realizzare percorsi di prevenzione e educazione alla salute nelle scuole che nel 2021 hanno coinvolto undicimila minori su tematiche che vanno dall’educazione sessuale e affettiva alla gestione del gruppo classe, alla conflittualità, al bullismo e al cyberbullismo. Quattromila invece le persone che si sono rivolte ai consultori, sempre nel 2021, e 18.420 le prestazioni ivi erogate. Un dato eloquente e allarmante: fra 2020 e 2021 le prestazioni di supporto individuale erogate a minori nei consultori della Fondazione sono cresciute del 40%.
Quando tuo figlio si rinchiude nella sua stanza
«Sì, in questo tempo di pandemia è cresciuta una sofferenza fortissima fra i nostri adolescenti – riprende Rabaiotti –. In una classe di 18 ragazzi di un liceo linguistico del Sud Milano, da ormai due anni quattro studenti sono a casa. E ci restano, seguendo le lezioni in Dad. Non rientrano più. Non ce la fanno. E non è una situazione isolata. Vediamo aumentare fobia sociale, crisi d’ansia, attacchi di panico. Soprattutto fra le ragazze. E vediamo crescere – situazione ancor più complessa e drammatica, che ho riscontrato di più fra i maschi – i casi di vero e proprio "ritiro sociale", che vanno oltre l’abbandono scolastico. Ragazzi che si chiudono nella loro stanza, rifiutano ogni contatto col mondo esterno, vivono solo di relazioni virtuali. Penso alla coppia di genitori, venuta a un nostro consultorio, il cui figlio si è autosegregato nella sua stanza e, per prendere il cibo che gli lasciano fuori dalla porta, attende che papà e mamma si allontanino. Questa situazione ha anche aperto un conflitto nella coppia, fra la mamma che ha un approccio più "morbido" e il papà che guarda a maniere più energiche, fino al trattamento sanitario obbligatorio... Queste situazioni di sofferenza mettono in gioco l’intero nucleo familiare».
La risposta? «Più efficace se coinvolge tutta la famiglia»
Analogamente, le risposte offerte dalla Fondazione sono, in genere, «percorsi che coinvolgono la famiglia, non solo il singolo adolescente. Questo rende più efficaci gli interventi», sottolinea Rabaiotti. Altro punto di forza: il lavoro interdisciplinare. «Lo psicologo, il pedagogista, l’assistente sociale, il mediatore familiare: è con sguardo plurale che leggiamo e affrontiamo il disagio degli adolescenti. Ed è questa integrazione di professionalità e competenze diverse, uno dei contributi che possiamo offrire alla "Cordata educativa", che verrà chiamata anzitutto a offrire opportunità di formazione agli educatori impegnati nelle parrocchie, negli oratori, nelle società sportive, nelle scuole del territorio». La sfida è alta. E urgente: «Con la pandemia assistiamo a una diffusione ormai universale di fenomeni di disagio e malessere. Prima apparivano più concentrati nelle fasce sociali più fragili e svantaggiate: ora vediamo arrivare anche ragazzi dalla "Milano bene"».
Una «Cordata» avviata da 15 partner
Sono quindici gli enti diocesani e le realtà educative operanti in terra ambrosiana che hanno dato vita alla «Cordata educativa». Ma si tratta di una rete aperta a ulteriori adesioni. Ecco i "fondatori" di questa iniziativa, presentata il 21 gennaio scorso in Curia a Milano: Servizio per i giovani e l’università; Fom (Fondazione oratori milanesi); Servizio per la pastorale scolastica; Consulta diocesana comunità cristiana e disabilità; Caritas Ambrosiana; Azione Cattolica Ambrosiana; Agesci; Csi (Centro sportivo italiano) Comitato di Milano; Fma (Figlie Maria Ausiliatrice) Lombardia; Cooperativa Aquila e Priscilla; Cooperativa Pepita; Felceaf (Federazione lombarda centri assistenza alla famiglia); La Casa di Varese; Fondazione Don Silvano Caccia; Fondazione G.B. Guzzetti. Info e adesioni: adesionifom@diocesi.milano.it; 02.58391356.