La storia. «Ad Assisi per capire la mia vocazione, i frati mi hanno cambiato la vita»
I giovani che hanno passato il Capodanno con i frati del Sog
Vivere un Capodanno senza botti, ma con tante occasioni per riflettere su quello che è passato, affidando i mesi a venire a Qualcuno di più grande. Aveva un unico desiderio Alberto Bogdalin, 25 anni, di Busto Arsizio (Va) e così ha vissuto gli ultimi giorni del 2021 ad Assisi con i frati del Servizio orientamento giovani (Sog). «È stata l’esperienza più bella della mia vita», racconta oggi Alberto. Il Capodanno si è tenuto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, luogo estremamente significativo per la vita di san Francesco. I giovani, tra loro anche Alberto, hanno partecipato a una Veglia di canti, preghiera e testimonianze. Il titolo della serata era «Dai quattro venti», con riferimento al passo del Libro di Ezechiele in cui lo Spirito Santo soffia e ridona la vita a una valle di ossa aride. «Il tema è stato per me potente, mi sono sentito rinascere e ho guadagnato uno sguardo nuovo sulla realtà», racconta il giovane. Il suo Capodanno è stato particolare anche per un altro motivo, l’aver partecipato con i frati del Sog a un corso vocazionale: cinque giorni di incontri, catechesi e riflessioni. «Sono anni che mi interrogo sulla mia vocazione – spiega –. Per me fare un percorso su questo tema significa scoprire chi sono nel profondo, esperienza che consiglierei a tutti i giovani. I frati uniscono grande spiritualità e umanità e ci hanno accompagnati nel dare risposte alle do- mande più intime con serietà e profondità. Mi sono sentito capito. Credo sia un’esperienza che cambia la vita e dona libertà».
I ragazzi presenti, una cinquantina in tutto, hanno partecipato al corso per motivi diversi: «Qualcuno voleva approfondire il tema della vocazione, qualcun altro è arrivato su consiglio di un amico, qualcun altro ancora aveva la necessità di mettere ordine nella propria vita», dice ancora Alberto. Tra i partecipanti, il clima è stato di «fraternità, confronto e scambio».
Tornato da Assisi, Alberto ha ripreso le sue attività quotidiane: il tirocinio al Tribunale di Milano, lo studio per il concorso di magistratura, l’attività di educatore nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Busto Arsizio. «A casa mi sono ritrovato di fronte alle solite difficoltà, ma le ho affrontate in modo diverso grazie a quello che ho appena vissuto. Ad Assisi è iniziato un percorso che ora continua nella vita di tutti i giorni». Tra i propositi per il nuovo anno il giovane indica il «sapersi fermare» in mezzo ai tanti impegni della vita. Ma come? «Ogni giorno mi ritaglio un momento di silenzio e preghiera, perché lì emerge veramente chi sono e quali le mie esigenze. E soprattutto risuona la voce di Dio». Ci sono dei momenti, conclude, «in cui il nostro cuore ha bisogno di questo incontro. E dato che la voce di Dio spesso è solo un sussurro, occorre avere mente e cuore liberi per poterlo catturare».