Famiglia

Educazione. Sos internet. Otto buone idee per i genitori

Luciano Moia lunedì 29 marzo 2021

Emergenza internet. Adolescenti travolti dalla rete, catturati fa Tik Tok e dalle challenge on line. Genitori sempre più disorientati. Che fare? Marco Gui, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Milano-Bicocca, direttore del Centro “Benessere digitale”, suggerisce otto buone prassi per aiutare i genitori a crescere con i loro figli anche dal punto di vita della gestione digitale.

1) Rivedere le nostre abitudini digitali
Come noi genitori gestiamo il nostro rapporto con il digitale? Utilizziamo lo smartphone in ogni istante? Anche durante il pranzo? Magari anche prima di addormentarci? Sempre connessi e sempre pronti a rispondere? Sbagliatissimo. Non possiamo lamentarci che poi anche i nostri figli facciano lo stesso. Quindi, innanzi tutto, rivediamo le nostre abitudini. L’esempio – e non le parole – è il più potente mezzo educativo. E poi ci sono abitudini “digitali” che diventano dannose anche dal punto di vista organico.
2) Via lo smartphone ai pasti e 30 minuti prima di addormentarsi
Mangiare con gli occhi fissi sullo schermo è deleterio per la digestione. Rispondere a mail, messaggi e utilizzare i social prima di dormire si traduce in una stimolazione visiva e cognitiva che nuoce al sonno. Quindi opportuno spegnere lo smarphone a tavola e almeno mezz’ora prima di andare a letto. Non potete proprio? Almeno silenziate il dispositivo e proponetevi di rispondere successivamente. I figli faranno lo stesso.
3) Non mescolare l’attenzione ai figli e allo smartphone
Ci sono alcuni momenti della giornata in cui tutta l’attenzione dev’essere rivolta ai figli, senza intromissioni digitali. Per esempio quando andiamo a prenderli a scuola e ci raccontano come sono andare le cose. Quando la sera, prima di dormire, ci parlano dei loro problemi e ci aprono il cuore. Naturalmente quando si prega insieme. Mai insomma dare l’impressione che la comunicazione digitale sia più rilevante dell’attenzione che loro ci chiedono. Questo errore, il cosiddetto phubbing (snobbare gli altri altri per guardare il cellulare) è già al centro di varie ricerche psicologiche che approfondiscono la sofferenza derivata ai più piccoli dalle distrazioni digitali dei genitori e degli adulti in genere.
4) “Adesso devo proprio rispondere”. Spiegarlo sempre ai figli
Certo, ci sono alcune circostanze in cui dobbiamo proprio rispondere, sia vocalmente sia con un messaggio. Oppure alcuni momenti della giornata in cui smartphone e pc sono indispensabili e insostituibili strumenti di lavoro. Occorre spiegarlo con semplicità e chiarezza ai figli che comprenderanno bene la differenza tra necessità di lavoro e svago digitale. Sarà un esempio importante anche il modo con cui noi ci comportiamo sui social. Rispetto della privacy (niente foto dei figli), gestione dei conflitti (uso moderato e rispettoso delle parole), ecc.
5) Impostare dei filtri di parental control
I filtri non sono la soluzione decisiva, ma possono essere un aiuto importante. Mettono al riparo i più piccoli (fino a 10-12 anni) dal rischio di un incontro casuale con materiale inopportuno (violenza e pedopornografia). Mentre agli occhi dei più grandi (12-16 anni) rappresentano comunque un messaggio simbolico che segna il limite della trasgressione. I preadolescenti cioè trovano abbastanza facilmente il sistema per aggirare i filtri, ma sapranno comunque che quello è il limite fissato dai genitori. Se vanno oltre, sanno di fare qualcosa che non va bene e su cui mamma e papà si sono espressi con chiarezza. I filtri vanno messi, insomma. Anche questo è un importante messaggio educativo.
6) Pianificare il tempo digitale
Educare a una pianificazione della giornata digitale, senza sovrapporre le varie attività. Si tratta di una regola importante che la digitalizzazione pervasiva e questo periodo di pandemia hanno reso ancora più importante. Prima dell’epoca che stiamo vivendo, quella della connessione permanente, la diversità dei tempi e dei luoghi aiutava questa organizzazione della giornata ed evitava sovrapposizioni che generano stress e minore capacità di approfondimento. Noi genitori dobbiamo essere i primi a pianificare la nostra giornata digitale, rispettandone – per quanto possibile – i tempi. Lo stesso vale per i figli. Si tratta di un aiuto importante per la gestione dei tempi. Dad a parte, occorre che nel pomeriggio si decidano insieme le ore in cui si studia, in cui si sta davanti a un videogioco e, altrettanto importante, si fa attività fisica. Magari in questo periodo uscire a fare due passi o una corsetta non è così allettante, ma proprio per questo occorre imporre e imporsi di farlo in modo cosciente. Sarà importante per noi e per i figli.
7) Proporre utilizzi positivi del digitale
Evitare di far passare il messaggio che tutto il digitale, extra lavoro e dad, sia negativo. Proprio per questo dobbiamo abituarci a fare regolarmente qualcosa di positivo insieme ai figli. Per esempio utilizziamo il digitale per pianificare una vacanza insieme, facciamo dei video per i nonni , approfondiamo qualcosa che hanno imparato a scuola ed è risultato particolarmente coinvolgente. Loro imparano da noi l’approccio critico sulle cose, l’adeguatezza della comunicazione, qualche principio di estetica. Noi da loro un approccio più disinvolto al digitale e magari qualche novità sui trend giovanili.
8) Trovare occasioni di confronto con altre famiglie
Su questi temi il confronto con altre famiglie è sempre positivo. Ci fa sentire meno soli e comprendere che certe scelte, se condivise con altre famiglie, possono essere sopportabili agli occhi dei figli. Per esempio: quando arriva lo smartphone? Se, insieme alle famiglie dei compagni di scuola e degli amici dei nostri figli, ci accordiamo sulle stesse modalità, la decisione acquista una forza diversa. Anche l’eventuale attesa dello smarphone (mai prima dei 12 anni). Meglio ancora se tutto viene deciso collettivamente nel gruppo classe. Anche la scelta sui videogiochi è importante non restringerla alka nostra famiglia. Quali sono quelli adatti? A quale età? Esistono siti credibili che possono orientarci meglio (in italiano il più affidabile è mamamo.it) e farlo insieme ad altre famiglie rappresenta una scelta più efficace e più facilmente rispettabile.

(per approfondire i temi affrontati in questo dialogo con il professor Marco Gui, si può fare riferimento al sito www.benesseredigitale.eu)