Smartphone. Sim “filtrate”, ma i ragazzi sono al sicuro dal porno?
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Il prossimo 21 novembre segna un punto di svolta per la tutela dei minori online nel nostro Paese. In quella data infatti entrerà in vigore una direttiva di Agcom che impone a tutti gli operatori telefonici di prevedere un filtro automatico per le sim intestate a minori di 18 anni. Il filtro renderà impossibile l’accesso a contenuti considerati pericolosi e che facciano riferimento in particolare a pornografia, gioco d’azzardo e scommesse, vendita di armi, violenza verso gli altri e verso se stessi, odio e discriminazione, pratiche dannose per la salute (come ad esempio contenuti che promuovono comportamenti alimentari scorretti), sette e siti che consentono la navigazione anonima.
Se la sim del minore è intestata al genitore, come accade nella maggioranza dei casi, il filtro non sarà automatico, ma si potrà attivare gratuitamente su richiesta. E’ possibile farlo già da ora con una chiamata al proprio operatore telefonico. Allo stesso modo si potrà chiedere che anche il router wifi di casa – spesso la modalità principale di navigazione sul web per i minori - sia sottoposto allo stesso controllo.
Si tratta di un passo avanti significativo nella direzione di un web più sicuro e protetto, ma per il quale sarà cruciale la collaborazione da parte dei genitori. Toccherà a loro verificare che il filtro funzioni correttamente sullo smartphone dei propri figli o eventualmente chiederne l’attivazione. Questo intervento apparentemente soltanto tecnico potrebbe in realtà essere anche il primo passo di un proficuo dialogo intergenerazionale sulla qualità e la tipologia dei contenuti che circolano online.
“L’entrata in vigore della direttiva, ha lo scopo di rendere il web un luogo più sicuro e protetto, e questo va anche a garanzia degli stessi operatori, che non hanno alcun interesse a lasciare che la Rete sia percepita come sempre più pericolosa e inaffidabile – spiega ad Avvenire Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom - Il provvedimento sarà però anche un banco di prova per verificare la reale volontà degli adulti di rendersi parte attiva nell’educazione digitale dei propri figli. Il nostro auspicio è promuovere quell’educazione civica digitale di base necessaria per usare strumenti che esistono, ma non vengono utilizzati, come appunto i parental control. Ricordiamo che tali sistemi sono già disponibili anche per la maggior parte dei servizi di tv in streaming, ma purtroppo il loro utilizzo è molto ridotto, perché è poco diffusa la conoscenza del loro funzionamento”.
Un altro fronte su cui si sta lavorando per arrivare a una regolamentazione più efficace, e che avrà ricadute significative sull’uso della Rete da parte dei minori, è quello della verifica dell’età d’accesso ai social media, che, ricordiamolo, in Italia è di 14 anni, limite purtroppo spesso non rispettato. E’ importante allora che da parte delle stesse piattaforme ci sia una maggiore attenzione nel verificare la reale età di chi si sta collegando ai propri servizi, mettendo in campo le opportune risorse tecnologiche.
“Siamo impegnati su questo con il Garante della Privacy, per mettere a punto un protocollo d’intesa – spiega ancora Capitanio, ex parlamentare della Lega, tra i promotori della legge che ha introdotto l’educazione civica e digitale nelle scuole - Si tratta di un campo molto vasto e al momento sono diverse le soluzioni possibili, dalla Spid, alla richiesta di un documento d’identità. Spero che a breve si arriverà a un confronto con le piattaforme per definire dei protocolli d’intesa più snelli, ma realmente efficaci”.
Un altro importante tassello di un’Internet più sicura è quello che riguarda il mondo degli influencer, personaggi dall’enorme seguito, in grado spesso di orientare le decisioni d’acquisto più e meglio dei media tradizionali, senza tuttavia al momento avere gli stessi obblighi.
“Agcom sta lavorando per proporre delle linee guida sulla figura degli influencer., continua il commissario Agcom -. Questo risponde a un indirizzo europeo: sono già otto i paesi comunitari che hanno approvato una regolamentazione su questo fronte. Lo scopo è sempre cercare di dare regole condivise sul web: gli influencer ormai hanno in molti casi la portata comunicativa di una tv o di una radio, arrivando ad avere centinaia di migliaia o milioni di follower. Riguardo alla tutela dei minori, al pluralismo dell’informazione e anche alla trasparenza in termini di pubblictà è importante che ci siano principi condivisi. In questo periodo sono in corso le consultazioni, e alla fine di questo percorso, nel giro di pochi mesi, verranno approvate le nuove linee guida”.
Gl’interventi regolativi saranno però efficaci soltanto se si diffonderà al contempo una cultura della sicurezza che renda più consapevoli sia i ragazzi che i genitori delle opportunità e dei rischi della Rete. “Per questo possono essere molto utili incontri nelle scuole che coinvolgano insieme genitori e figli. Oggi il codice della strada per utilizzare il web e il cellulare in maniera sicura è stato scritto, almeno nelle sue basi – sostiene Capitanio -. Basterebbe cominciare con il rispetto dei limiti di età che già esistono”. E’ importante che i genitori non perdano questa occasione per recuperare un ruolo attivo nell’educazione ai media in famiglia. Anche perché dietro l’angolo ci sono le nuove sfide poste dal diffondersi dei sistemi di intelligenza artificiale. E sarà cruciale non farsi cogliere impreparati.