19 marzo. «Paternità naturale o adottiva? La stessa vocazione. Un figlio si ama»
Quale emozione quando Papa Francesco in quell’omelia del 19 marzo 2013 ha pronunciato quelle parole, sembravano rivolte proprio a noi genitori adottivi: d’altra parte non avrebbe potuto essere altrimenti ricordando la figura del più grande padre adottivo che la storia ricordi: il padre di Gesù. Ho tre figli, tre figli accolti in tempi e con età diverse, tre esperienze ineguali, tre differenti rapporti, disuguali e dissomiglianti come essi sono nella loro unicità.
La prima figlia, la “brasilera” oggi 34 enne: «…e amo ogni gesto che fai per me, come quando mi chiami solo perché hai voglia di sentirmi e venire a trovare i miei piccoli».
Il secondo figlio, il “brasilero” oggi 35 enne: «…se non aveste tenuto duro nel mio sofferente percorso di ricostruzione oggi non potrei essere papà di queste due splendide creature».
L’ultima arrivata, la” nina boliviana” oggi 27 enne: «… non so nulla del mio abbondono, sicura e certa che quello non è l’importante, ciò che importa è l’avvenire e cioè la possibilità di sorridere con una famiglia e oggi qui con me c’è … il mio papà».
Tre confidenziali consegne ineguali come lo sono loro, ma largamente sufficienti per dare pieno riconoscimento alla mia identità di padre e di nonno; calde intime rivelazioni che da sole possono rispondere pienamente a quel: padre adottivo per sempre. Io non so cosa significhi essere padre biologico, non l’ho provato. Soffermandomi e valutando da questo punto di vista la mia esperienza di diversamente padre, non riesco a cogliere grandi differenze tra paternità adottiva e paternità biologica.
È pur vero e innegabile che una diversità vi sia e sarebbe un colossale errore negarla. Non penso però si tratti di una questione tra paternità biologica e adottiva, bensì di quella tensione e propensione a non voler restringere la propria paternità entro i ristretti confini delle relazioni familiari, per espanderla non solo a tutti quei bambini conosciuti nella circostanza adottiva, e confessati come gli altri miei figli, ma a un concetto più ampio della relazione umana, ove ti senti figlio, fratello e riconosci nell’incontro il figlio, il fratello. Tutti comunque appartenenti alla grande famiglia umana o del Padre Nostro, per chi come me si dichiara cristiano.
Padre adottivo o padre biologico reputo sempre si tratti di rispondere a una vocazione, la vocazione a esser padre e all’assunzione di responsabilità che implicitamente ne deriva. Un figlio si ama e basta! Anche se talvolta l’amore è sofferenza, sacrificio. Ho richiamato l’assunzione di responsabilità a essere padre. Ma quanto di più bello e grande comporta esser padre. Ultima considerazioni: ritengo San Giuseppe icona e modello di paternità, custode della possibilità di rigenerazione e di educazione, della trasformazione del mondo, di cui il figlio è portatore.
Membro CD AiBi