Famiglia

Sorprese. Nozze in calo, non il giro d'affari

Luciano Moia giovedì 8 febbraio 2024

I matrimoni sono sempre meno… eppure. I dati relativi ai primi otto mesi del 2023 indicano un nuovo calo rispetto al piccolo rimbalzo del 2022… eppure. Gli uomini al di sotto dei trent’anni preferiscono convivere piuttosto che sposarsi, almeno quando lasciano per la prima volta il tetto familiare… eppure. I matrimoni religiosi fanno registrare un nuovo piccolo calo rispetto a quelli civili… eppure. Quattro considerazioni negative, apparentemente, ma anche quattro “eppure” che non vogliono negare la realtà ma introdurre qualche elemento problematico che può forse diventare anche apertura alla speranza. Ne abbiamo parlato tante volte.

Le cause del crollo dei matrimoni sono così tante e complesse da poter riempire un libro. Anzi, sono così intricate da aver alimentato due schieramenti contrapposti. Chi sostiene che le ragioni che pesano davvero sono quelle riferibili all’ambito dell’insicurezza economica, della mancanza di case a prezzo ragionevoli, della precarietà del lavoro. E chi invece indica ragioni etico-culturali: dalla precarietà relazionale, all’individualismo esasperato, dal timore crescente di assumere impegni definitivi, alla paura del fallimento. Ma anche, per allargare l’orizzonte, si fa riferimento a un clima generale in cui i modelli culturali vincenti non sono quelli familiari, un po’ sbrigativamente liquidati come noiosi, ripetitivi, inadatti per favorire la realizzazione personale che impone tanto, tantissimo tempo per sé, per la carriera, per il divertimento, per i viaggi, per i social. Messo tutto insieme, cosa rimane per le relazioni familiari? Poco, quasi nulla. Quindi meglio aspettare. Anche quando condizioni economiche e abitative non sarebbero un ostacolo all’avvio di un nuovo progetto familiare.

Matteo Bragetta (Matrimonio.com)

Naturalmente – e anche questo l’abbiamo ripetuto tante volte - le cose non sono mai così semplici. Spesso le cause dell’attesa si intrecciano le une alle altre. Spesso anche chi comprende il senso profondo, umano e cristiano, di una scelta d’amore definitiva e vorrebbe concretizzare il suo progetto, si scontra con pregiudizi, con timori fondati e infondati, con una situazione che nasce anche delle proprie famiglie d’origine e quasi mai risulta incoraggiante, quasi mai spinge i figli in modo costante e convinto verso nuovi orizzonti.

Oggi il “pensiero forte” su matrimonio e famiglia è stato sostituito da un “pensiero umile” che rimane in attesa e non condanna più le soluzioni intermedie. Sia perché, come dice papa Francesco in Amoris laetitia, anche i rapporti che non rappresentano l’ideale cristiano, come le convivenze, nascondono una traccia di positività, quei semina Verbi, secondo l’espressione del Vaticano II, che occorre lasciar maturare senza condanne preventive e senza toni giudicanti. Sia perché anche la Chiesa ha responsabilità non trascurabili per questo progressivo allontanamento dei giovani dal matrimonio, visto che troppo spesso ha presentato “un ideale teologico troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono” (AL 36).

E quindi siamo a questo punto. L’Istat informa che nei primi otto mesi del 2023 i dati provvisori indicano una nuova diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare i primi matrimoni nel 2022 sono stati 146.222 (+,2,7%), 29.574 le nozze con almeno uno sposo straniero (+21,3%). Sono cresciute del 31% le unioni con il partner dello stesso sesso mentre le separazioni sono calate dell’8,2% (stabili i divorzi a 82.596).

La transizione alla vita adulta segue percorsi molto diversi rispetto al passato, quando il motivo prevalente di uscita dal nucleo di origine era legato alla necessità di formare una nuova famiglia attraverso le nozze . Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali (2016) per le giovani generazioni di uomini (nati tra il 1982 e il 1986) la convivenza more uxorio è preferita al matrimonio (22,5% contro 21,8% di coloro che lasciano la casa dei genitori entro il trentesimo compleanno); seguono motivazioni come lavoro, studio e autonomia. Per le donne – scrive Istat - l’uscita dalla famiglia di origine si contraddistingue ancora per la scelta preponderante del matrimonio (40% tra le nate negli anni Ottanta), seguita da quella della convivenza, con percentuali via via crescenti di generazione in generazione.

L’aumento dell’instabilità coniugale contribuisce alla diffusione delle seconde nozze e delle famiglie composte da almeno una persona che abbia vissuto una precedente esperienza matrimoniale, fenomeno che genera nuove tipologie familiari. Al tendenziale aumento di questa tipologia di matrimoni, registrato soprattutto nel biennio 2015-2016 come conseguenza dell’introduzione nel 2015 del “divorzio breve”, ha fatto seguito una progressiva stabilizzazione che si è protratta fino al 2019. Nel 2022 le seconde (o successive) nozze sono state 42.918, finora il valore più alto mai registrato (la quota sul totale dei matrimoni è del 22,7%).

Come detto, i dati provvisori dei primi otto mesi del 2023 mettono in luce però una nuova diminuzione, confermando l’andamento altalenante, molto legato a fenomeni di tipo congiunturale, che negli ultimi decenni sta contraddistinguendo il numero di matrimoni. Nel 2000, ad esempio, si rilevò un aumento dei matrimoni da collegare al desiderio di celebrare le nozze all’inizio del nuovo millennio. All’opposto, nel triennio 2009-2011, il calo è stato particolarmente accentuato per il crollo delle nozze dei cittadini stranieri, scoraggiati dalle modifiche legislative volte a limitare i matrimoni di comodo. Inoltre, non va dimenticata la crisi economica del 2008 il cui impatto aveva prodotto effetti sulle intenzioni nuziali delle coppie. Infine, nel 2020 si è assistito a un dimezzamento del numero dei matrimoni per gli effetti della pandemia da Covid e delle misure di contenimento.

Giuliano Lo Re Photography (Matrimonio.com)

Ma, è questa è la buona notizia, il lungo inverno del Covid non sembra aver cambiato le abitudini delle coppie che si sposano. Anche se i numeri sono sempre più ristretti, i preparativi e il momento della festa continuano a rappresentare un punto d’arrivo considerato decisivo. La conferma arriva da Stefania Vismara, presidente dell’associazione “Insieme per il wedding” che rappresenta oltre 150 aziende del settore: “Abbiamo resistito ai lunghi mesi della pandemia e ora stiamo lavorando per permettere a tutte quelle coppie, costrette a congelare i loro progetti per le restrizioni, di tornare a programmare con serenità il loro momento di festosa condivisione”.

Altra valutazione positiva dal portale Matrimonio.com che fa parte del gruppo internazionale The Knot Worldwide. In Italia il settore dei matrimoni genera valore per oltre 3,5 miliardi di euro all’anno”. Se si considera che, secondo l’edizione 2023 de Il Libro Bianco del Matrimonio, pubblicato appunto da Matrimonio.com in collaborazione con il professor Carles Torrecilla, Google ed Esade Business School, il costo medio delle nozze nel Belpaese è stato di 21.090 euro (escluso il viaggio di nozze), si può dire che il settore dei matrimoni alimenta un giro d’affari di oltre 3,5 miliardi di euro annui. Un dato, questo, che però non tiene conto del costo per la luna di miele che farebbe lievitare il giro d’affari a 4 miliardi, nel caso di mete nazionali, e a 4,5 in caso di viaggi di nozze all’estero.

Festa, vestiti, fiori, viaggi di nozze – e anche questo l’abbiamo più volte messo in luce – non rappresentano certamente il cuore del matrimonio cristiano e non amplificano né minimizzano il senso del sacramento, ma sono il versante pubblico di un evento il cui risvolto sociale fa parte della nostra tradizione, è intessuto di cultura popolare, di riferimenti artistici e letterari. Sapere che il grande scenario dell’amore di coppia, che segna da sempre un punto di passaggio tra le generazioni, continua ad alimentare anche un importante giro d’affari e offre opportunità di lavoro ad alcune migliaia di persone, non è un dato trascurabile. E sapere, proprio dagli operatori del settore che continuerà a farlo anche in futuro, magari con numeri e con modalità diverse, è una piccola luce in mezzo a un quadro statistico e sociale popolato da troppe ombre. Eppure…