Amori. "Noi sposi della Provvidenza. Il nostro matrimonio? Solidale"
Ilaria e Attilio negli studi de "Il ruggito del coniglio"
Galeotto fu uno spettacolo teatrale a cui ha partecipato da spettatrice, mentre il suo futuro sposo (ma lei ha dovuto aspettare pazientemente qualche anno per convolare a nozze) era sul palcoscenico come pianista e compositore. Sulla tempistica del colpo di fulmine non sono perfettamente allineati, ma alla fine da quella serata non si sono più lasciati. Ilaria Della Bidia, 43 anni, compositrice e cantante italiana, dal 2011 a fianco di Andrea Bocelli come guest pop nei suoi tour internazionali, esprime con entusiasmo la sua fede in continua ricerca; il marito 52enne Attilio Di Giovanni, nel programma cult di Radio Due “Il Ruggito del Coniglio” fin dall’esordio (ne compose la sigla) nonché storico collaboratore di Lillo e Greg e prima ancora di Renzo Arbore, dice pazientemente «io la seguo», anche se quando hanno frequentato a Roma il percorso dei Dieci Comandamenti «insistevo io per uscire presto e non ritrovarci alle ultime file». E aggiunge con ironia: «Ci siamo sposati anche perché, insieme alla donna della mia vita, ho trovato l’uomo della mia vita ovvero padre Daniele Randazzo, il francescano conventuale che ha presieduto le nozze».
«Sai, dentro di noi c’è un’anima che vuole solo vivere. È forte perché sa di libertà, come un canto è musica insieme a te, con quel coraggio che è follia. Un passo in più, un nuovo giorno per sorridere, da condividere con te. Con te sembra possibile un nuovo giorno insieme. Con te tutto è possibile, vivere un sogno insieme», recita il nuovo brano di Ilaria di cui firma il testo in doppia lingua, Con te/With you, appena uscito su tutte le piattaforme: un messaggio che può essere rivolto al proprio partner, ma anche a Dio. «Ho cercato di sintetizzare cosa possiamo fare insieme: un tema importante, perché pensiamo che si faccia prima da soli, invece si può fare bene a lungo, e meglio, proprio con gli altri», dice Ilaria, riferendosi anche al supporto come coppia nei confronti dell’Andrea Bocelli Foundation, nata per aiutare persone in difficoltà a causa di malattie, povertà ed emarginazione sociale.
«È un privilegio e un onore per noi supportare questa bellissima realtà e gioire insieme di ogni prezioso traguardo. Lo scorso 21 marzo è stato inaugurato l’Educational Center “Maria Manetti Shrem” presso l’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze», primo spazio esclusivamente finalizzato all’educazione all’interno del nosocomio. Il supporto alla Fondazione, come quello ai frati francescani che operano in Terra Santa visitati nell’estate 2023 «in una sorta di viaggio di nozze organizzato dalla Provvidenza», rappresenta per Ilaria uno dei modi per essere mamma «nel cuore», perché «essere mamma vuol dire amare gratuitamente e senza misura… in ogni forma!», ha scritto su Facebook in occasione della Festa della mamma, lo scorso 12 maggio.
Ma per comprendere la fecondità umana e spirituale di questa coppia sposata dal 22 ottobre 2022 memoria di San Giovanni Paolo II, si deve tornare all’inizio della loro storia e, ancora prima, a chi era Ilaria prima di incontrare Attilio. Nata a Lucca, «ho avuto fede sin da piccola, ma tormentata – ricorda –. Sono sempre stata una bambina molto sensibile e tutto ciò che ha toccato la mia famiglia di origine l’ho vissuto all’ennesima potenza, come la separazione dei miei genitori quando avevo 5 anni. Ma Dio rende anche le ombre una cosa bellissima: danno profondità al dipinto. Per me è sempre stato il rifugio dove potevo trovare un cuore pulsante e non ho mai smesso di cercaLo, la Parola non l’ho mai abbandonata».
Diplomata in pianoforte al Conservatorio “L. Boccherini”, nel 2002 Ilaria si è trasferita a Roma per le prime collaborazioni in tv. Cantante, pianista e compositrice, quando ha circa 30 anni conosce grazie a un’amica don Luigi Trapelli, allora parroco a Peschiera del Garda e oggi cappellano coordinatore nazionale della Polizia di Stato. «Ogni mese veniva a Roma a incontrare artisti credenti e non a casa di uno di loro e ciascuno dava il suo contributo al tema proposto, dalla Madonna a san Francesco: io cantavo e scrivevo, mia sorella Vania (attrice) recitava, altri ballavano; avevo coinvolto anche Attilio. Concludevamo la serata con la Messa e si mangiava insieme». Ilaria definisce quel biennio, dal 2011 al 2012, «l’era della rinascita: ho incontrato il mio futuro marito, queste persone del gruppo, Andrea Bocelli che mi ha consigliato di leggere un libro di Chiara Amirante, fondatrice dell’associazione Nuovi Orizzonti. Così mi sono resa conto di non essere l’unica a credere nel Vangelo della gioia e in Cristo che rende capaci di accogliere tutti. Mi ha aiutato molto anche nel mio percorso di fidanzamento: Gesù è un modo di vivere, non una religione e il cammino di fede è un cammino d’amore ogni giorno. E nel matrimonio Dio ha dato una casa al nostro amore. I nostri mondi si sono sposati anche artisticamente: collaboriamo per portare la speranza e la bellezza nel mondo, sempre in dialogo con chi non crede. Perché anche cantare è una vocazione d’amore, una missione», conclude Ilaria.
E Attilio – compositore, pianista e jazzista – commenta: «Io, più che credere, spero». Nella sua pragmaticità romanesca, si allena ogni giovedì e gioca come difensore sinistro nella Nazionale jazzisti italiana, che disputa spesso partite di beneficenza. «Abbiamo sostenuto l’associazione Salvamamme, la banda di Amatrice che aveva perso alcuni strumenti per il crollo della sala prove nel terremoto del 24 agosto 2016. Ora stiamo raccogliendo fondi per i minori che arrivano sui barconi. A giugno scenderemo in campo per un’associazione di mamme in difficoltà».