Educazione. La pet therapy per gli hikikomori. Così cani e gatti aiutano le famiglie
Ci amano, ci regalano allegria, contribuiscono al nostro benessere. Gli animali domestici, cani e gatti in particolare, rientrano sempre più a pieno titolo nella vita delle famiglie italiane. E la Giornata mondiale degli animali celebrata il 4 ottobre scorso, nella data che ricorda San Francesco, loro patrono, è stata l’occasione per ricordare questa preziosa presenza. Secondo il Rapporto Italia 2023 dell’Istituto di ricerca Eurispes un terzo degli italiani, il 32,7%, accoglie un animale, percentuale in calo del 5% rispetto al 2022. Gli animali preferiti restano cani (42%) e gatti (34,4%). Un rapporto fatto di affetto e premure: il 33,2% spende tra i 51 e i 100 euro al mese per alimentazione e salute, in tanti (74%) pensano di utilizzare un cimitero virtuale per il proprio animale, l’11,9% di ricorrere a un funerale online, e un intervistato su cinque (20%) prende seriamente in considerazione l’ipotesi di destinargli una parte dell’eredità. Anche la legislazione si sta muovendo in vista di questo ruolo sempre più importante nella vita delle persone. Ne sono un esempio la proposta di legge per inserire il pet nello stato di famiglia e i primi passi con le iniziative di congedi parentali retribuiti che anche le aziende italiane, sulle orme di quelle statunitensi, potrebbero riconoscere ai dipendenti che adottano un cucciolo.
E poi ci sono gli ultimi passi della pet therapy. Che viene utilizzata con le persone che soffrono di Alzheimer, i bambini con autismo o con un handicap motorio, i soggetti con disabilità fisica o psichica e pazienti con trauma spinale, ictus cerebrale, epilessia, cancro. Ma che da qualche tempo a questa parte viene impiegata sempre più spesso anche per intervenire sul disagio di giovani e adolescenti, così diffuso. Come avviene, per esempio, nell’ambito del progetto ReSTART promosso dall’associazione Terre des Hommes, per contrastare la fobia scolastica, un disturbo che coinvolge il 5% di bambini e adolescenti. Un programma che integra il lavoro di neuropsichiatri e psicoterapeuti con interventi educativi e con gli incontri di pet therapy. È stato Willy, un affettuoso cagnolino bianco e nero, a ridare benessere e stimoli ad Anna (nome di fantasia). Grazie ai giochi e alle carezze la ragazza, che a causa di questo malessere si rifiutava perfino di uscire di casa, ha ritrovato pace e un desiderio nuovo di relazione con gli altri che le ha permesso di tornare a scuola e ritrovare fiducia in sé stessa. «Chi vive nel disagio, specialmente un bambino o un ragazzo, percepisce l’animale come una presenza che non è giudicante, qualcuno che gli fa compagnia in modo disinteressato e senza compassione, soltanto perché gli vuole bene», spiega l’etologa Melissa Reggente, che collabora come terapista al progetto. «Quei ragazzi che si rinchiudono in casa e interrompono la vita sociale - i cosiddetti hikikomori - rifiutano a volte anche la presenza del coadiutore, l’esperto che affianca l’animale. Però accolgono subito il cane che quasi sempre riesce a sbloccarli dal loro ostinato isolamento», fa sapere la terapista. «Gli animali fanno da ponte per il mondo esterno, sono un vero e proprio veicolo per la riconquista della fiducia verso sé stessi e il prossimo». Gli incontri di terapia con gli amici a quattro zampe durano generalmente mezz’ora. «È sorprendente vedere la naturalezza con cui questi cani, che sono stati scelti per razza e attitudine, entrano nel loro ruolo appena indossata la pettorina», assicura l’esperta.
Saranno invece i gatti i protagonisti del progetto firmato Frida’s Friends onlus “Gatto, amico mio”, il primo, in Italia, ad avere i mici protagonisti nell’attività di pet therapy. L’associazione, con il supporto dell’azienda Royal Canin, porterà il programma terapeutico nei reparti pediatrici dell’ospedale Niguarda di Milano. Il progetto avrà la durata di due anni e si dà un obiettivo importante: aiutare i piccoli pazienti in cura a sentirsi meglio anche sul piano psicologico. Sarà di grande aiuto l’impatto positivo che questa esperienza avrà sui bambini grazie ai benefici che i mici riescono a trasmettere.