Famiglia

Sos fragilità. Affido, il grazie dello Stato alle famiglie generose

Luciano Moia martedì 4 giugno 2024

Ha soltanto quattro articoli il ddl che punta a istituire la Giornata nazionale per l’affidamento familiare. Ma ogni parola è pesante, perché ha dentro il valore simbolico del più importante dei gesti di solidarietà, quello con cui si regala a un bambino che ne è privo, oppure che non ne può godere in modo sufficiente, il sostegno di una famiglia. La Giornata nazionale, secondo la proposta del ddl, verrebbe celebrata ogni anno il 4 maggio, che è il giorno in cui 41 anni fa veniva approvata la legge 184, che da allora regola nel nostro Paese modalità e procedure per l’adozione e l’affido.

La prima firmataria è la senatrice Elisa Pirro (M5s), ma ci sono anche Anna Rossomando (Pd), Simona Malpezzi (Pd), Domenica Spinelli (FdI), Tilde Minasi (Lega), Barbara Floridia (M5s), Maria Cristina Cantù (Lega), Gabriella Di Girolamo (M5s), Annamaria Furlan (Pd), Sabrina Licheri (M5s), Elena Sironi (M5s), Dolores Bevilacqua (M5s), Bruno Marton (M5s) e Ettore Antonio Licheri (M5s). Abbiamo voluto ricordare tutti i firmatari, dodici donne e due uomini con una presenza trasversale, perché sostenere un disegno di legge su un tema riguardante l’affido, quindi scarsamente “remunerativo” in termini di visibilità e di possibili ritorni d’immagine, è scelta che fa onore a tutti coloro che l’hanno sostenuto.

Con poche parole, prese a prestito dalla legge del 1983, il ddl spiega che l’affidamento familiare, “rappresenta un intervento temporaneo di aiuto e di sostegno a favore di un minore che proviene da una famiglia che non è in grado di occuparsi in modo sufficiente e completo delle sue necessità. Con l’affidamento familiare si garantisce al minore di abitare in un ambiente idoneo e protetto, con persone che siano in grado di provvedere al suo mantenimento, all’educazione e all’istruzione”.

E, dopo aver ricordato che le caratteristiche principali dell’istituto sono “la temporaneità, il mantenimento dei rapporti tra il minore e la famiglia di origine e la previsione del rientro dello stesso nel suo nucleo familiare al momento della cessazione della causa di impedimento”, il ddl spiega che l’istituzione della Giornata “rappresenterebbe un momento, ufficiale e stabile, di riconoscimento del valore dell’accoglienza familiare svolto da migliaia di famiglie italiane e un’occasione per rilanciare e rinnovare l’invito alle famiglie all’accoglienza e alla solidarietà; un’occasione per avanzare alle istituzioni proposte per un impegno concreto al fine di dare ad ogni bambino o ragazzo il diritto a vivere in un contesto familiare”.

Insomma, non una delle tante Giornata nazionali il cui significato si ferma al valore simbolico dell’avvenimento senza incidere nella concretezza della questione ricordata ma, come recita l’articolo 2 del ddl, un momento pensato per “sviluppare politiche pubbliche volte a sostenere l’istituto dell’affidamento familiare, le amministrazioni pubbliche e gli altri organismi operanti nel settore sociale possono promuovere studi, incontri, convegni, dibattiti e ogni altra iniziativa idonea a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’accoglienza familiare di minori nonché idonee campagne di promozione e di sostegno dell’affidamento familiare”.

Proprio come chiedeva il Tavolo nazionale affido in rappresentanza delle 19 associazioni più importanti che si occupano del tema. Non una celebrazione di facciata, ma un’occasione preziosa per il rilancio dell’affido secondo il dossier presentato proprio in Senato lo scorso 7 maggio. In quel documento, che recepiva le nuove Linee di indirizzo, si chiedeva un dialogo più produttivo tra tutte le realtà coinvolte nell’avventura dell’affido (servizi sociali, Comuni, Regioni, Centri per l’affido, tribunali per i minorenni), sostegno costante e strutturato per le famiglie affidatarie, scelte comuni a livello regionale, maggior impegno sulla prevenzione per prevenire gli allontanamenti, diffusione regolare e aggiornata di dati sui minori fuori famiglia e sulle strutture di accoglienza. Punti caratterizzanti di un impegno che dovrà andare oltre la Giornata del 4 maggio– comunque benvenuta – per segnare una svolta in tutte le politiche a favore dell’infanzia più fragile.

Un passo per volta. Ora avanti con l’approvazione di questo disegno di legge. Sarebbe davvero un modo efficace per far arrivare il grazie dello Stato a tutte le famiglie che in questi 40 anni hanno avuto il coraggio di aprire le porte di casa a un bambino in difficoltà, ma anche per incoraggiare quelle che avrebbero la voglia di scendere nel campo della generosità ma sono ancora trattenute da qualche, comprensibile, incertezza.