Europa

Germania e Austria. A Vienna il cancelliere fa il pieno di voti ma viene sfiduciato

Vincenzo Savignano lunedì 27 maggio 2019

La cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa)

La Cdu della cancelliera Angela Merkel resta il primo partito in Germania ma il governo di Grande Coalizione è sull’orlo del precipizio. L’Unione democristiana Cdu/Csu ottiene il 28,9% (Cdu 22,6%; Csu 6,3), calando nettamente rispetto alle precedenti elezioni europee del 2014 (- 6,4%) e politiche del 2017 (-3%). Per gli alleati di governo della Spd, invece, si tratta di una vera e propria catastrofe elettorale. Con il 15,8% delle preferenze, i socialdemocratici vedono quasi dimezzato il loro elettorato rispetto alle europee del 2014 (-11,5%). La leader della Spd, Andrea Nahles, ha ammesso che il risultato è «estremamente deludente».

Riflessioni saranno necessarie anche all’interno della Cdu. Per la nuova presidentessa del partito, subentrata a Merkel a dicembre, Annegret Kramp-Karrenbauer, «la Cdu puntava a diventare il partito più forte per dare la spinta decisiva a Manfred Weber. E così è avvenuto». Ma la Grande coalizione attualmente al governo non ha più la maggioranza nel Paese.

Il secondo partito in Germania, per la prima volta nella storia della Repubblica federale, sono i Verdi che hanno conseguito un sorprendente 20,5% delle preferenze.

In un’elezione dominata dai toni euroscettici della destra populista, l’Afd incassa un risultato modesto: il 10,6%, tre punti in più rispetto alle europee ma i nazionalpopulisti calano rispetto alle politiche del 2017.

In Austria successo dei conservatori, ma il Cancelliere è sfiduciato

Calano sensibilmente (-10% rispetto alle politiche del 2017) invece gli ultranazionalisti austriaci della Fpö (17,2%), dopo lo scandalo del video che ha coinvolto l’ex vicecancelliere Heinz-Christian Strache. Successo oltre le attese per I conservatori della Övp del cancelliere Sebastian Kurz che arriva al 34,9%, proponendosi come una delle principali forze politiche dei popolari europei. Stabili i socialdemocratici della Spö al 23,4%.

Ventiquattro ore dopo l'acclamazione della folla in piazza, è arrivata però la caduta in Parlamento: il Nationalrat ha approvato infatti la mozione di sfiducia presentata dai socialdemocratici contro il cancelliere e il suo governo semi-tecnico. Il 32enne Kurz entrerà nella storia non solo per essere stato il cancelliere più giovane, ma anche il meno longevo e soprattutto per essere stato il primo capo di governo austriaco ad essere sfiduciato. La consolazione per lui è che si dovrebbe trattare solo di un breve periodo sabbatico, visto che gli austriaci, che ancora ieri hanno sostenuto a larga maggioranza la sua linea, a settembre torneranno alle urne dopo lo scandalo Ibiza-Gate.

Dopo la pubblicazione dell'imbarazzante video del vice cancelliere e leader della ultradestra Heinz Christian Strache con una sedicente oligarca russa, Kurz ha provocato le dimissioni di tutti i ministri Fpoe chiedendo la testa del falco titolare degli Interni Herbert Kickl. I loro posti sono stati rimpiazzati con alcuni tecnici.

Il dibattito in Parlamento sulla sfiducia ha dato il via alla campagna elettorale. La leader dei socialdemocratici Pamela Rendi-Wagner ha accusato il cancelliere di aver tentato "un attacco sfrenato e sfacciato al potere". La Spoe ha criticato, tra l'altro, il fatto che ai neo ministri tecnici siano stati affiancati capi di gabinetto targati Oevp. Per l'ex collega di governo Kickl, "Kurz ha dimostrato il suo secondo volto, che non è quello gentile e sorridente". Mentre Norbert Hofer, che dopo le dimissioni di Strache ha assunto la guida della Fpoe, ha accusato il cancelliere di aver affossato frettolosamente "un governo di successo e molto apprezzato" in Austria.

Kurz ha respinto l'accusa di essere affamato di potere, ribadendo di essersi impegnato "giorno e notte" per una soluzione che potesse dare stabilità al Paese. In una sorta di comizio flash, il cancelliere ha poi accusato Spoe e Fpoe di essere già al lavoro per una nuova maggioranza, invitando i suoi simpatizzanti a "non lasciare spazio alla rabbia e all'odio". Il 32enne ha infine annunciato di aver assicurato al presidente "pieno e incondizionato sostegno ad un governo tecnico".

La parola passa ora proprio al presidente Alexander Van der Bellen. La via d'uscita, con ogni probabilità, sarà un governo composto solo da tecnici che porti il Paese alle elezioni. In attesa della nomina del suo successore, domani, salvo colpi di scena, Kurz sarà al vertice Ue di Bruxelles in veste di cancelliere facente funzioni.