Elezioni europee. Spagna, Sanchez stravince. L'ultradestra di Vox è in calo
Vittoria nettissima ma dal sapore agrodolce per il partito socialista di Pedro Sanchez, che un mese dopo il trionfo alle politiche si impone di lunghezza in Europa, confermandosi come riferimento della sinistra e diga all’avanzata dall’estrema destra nel continente. Consolida il potere territoriale in pratica sull’intero territorio nazionale, ma non corona l’assalto a Madrid capitale e nella regione, dove il Partido Popular resiste. E con il liberale Ciudadanos e l’ultradestra Vox potrà replicare il patto delle ‘tre destre’ già sperimentato in Andalusia.
Con quasi il 33% dei voti e 20 eurodeputati – 10 punti in più che nel 2014 - il Psoe è la prima forza europea, davanti al Pp, che crolla di 6 punti al 20% con 12 seggi. Tuttavia Pablo Casado, il leader dei Popolari, discusso dopo la debacle alle politiche del 28 aprile, regge la spallata del liberale Ciudadanos, che con il 12,1% e 7 seggi non consuma l’Opa sul partito conservatore, pur consolidandosi come terza forza. Si sgonfia Podemos, solo 4 anni fa il partito rivelazione alle europee, sprofondato dal 17% al 10%, con 6 scanni. Vox entra nell’Eurocamera con 3 deputati e il 6,2% dei suffragi, un flop rispetto alle aspettative e con la metà dei 2,7 milioni di voti ottenuti alle politiche soltanto tre settimane fa.
Anche gli indipendentisti catalani entrano a Strasburgo: sia Oriol Junqueras, in carcere e sotto processo a Madrid per la tentata secessione dell’autunno 2017, che Carles Puigdemont, in autoesilio in Belgio. Tuttavia bisognerà vedere se l’ex ‘president’ raccoglierà il suo mandato a Madrid poiché, colpito da ordine di cattura per ribellione, rischia l’arresto non appena rimetterà piede su suolo patrio. Llure, il partito di Puigdemont, che ha ottenuto 2 seggi, rappresenta la linea secessionista più oltranzista rispetto al pragmatico Junqueras, capofila della coalizione Ahora Republicas, che ne ha conquistati 3. Già eletto deputato lo scorso 28 aprile, Junqueras, in carcere preventivo da un anno e mezzo, è stato sospeso dal Parlamento spagnolo e ora è deciso a portare la sua causa a Bruxelles. Bisognerà vedere se il Tribunale Supremo gli concederà il permesso di uscire dal carcere per l’investitura a eurodeputato.
A livello locale, dopo 4 anni i Popolari hanno ripreso il controllo di Madrid, dove si prospetta una maggioranza di centro-estrema destra, dopo l’ingresso di Vox i cui seggi saranno determinanti. La sindaco uscente indipendente, Manuela Carmena, alleata in Mas Madrid con Iñigo Errejon, l’ex numero due di Podemos, ha pagato cara la spaccatura a sinistra. Una notte nera per il partito viola di Pablo Iglesias e le sue confluenze, che hanno perduto in quasi tutti i municipi del ‘cambiamento’ avviato soltanto quattro anni fa. Anche a Barcellona gli indipendentisti di Esquerra Repubblicana con Josep Maragall si sono affermati come prima forza politica sbaragliando per un soffio i ‘comunes’ della sindaca Ada Colau sostenuta da Podemos.
La mancata tenuta a sinistra ha fatto svanire la possibilità per i socialisti di governare la regione di Madrid, dove si sono affermati come prima forza politica. E avrà di certo peso nei negoziati che Pedro Sanchez comincerà da oggi per la formazione del nuovo governo. Da qui l’appello lanciato dal premier ad interim a tarda sera a Ciudadanos e Popolari “a togliere il cordone sanitario imposto al Psoe, la prima forza della socialdemocrazia in Europa”.