REDAZIONALE. Dai fondi europei 80 miliardi per un’Italia più verde
Oltre 80 miliardi di euro per la rivoluzione verde italiana. Provengono dal Next Generation Eu: circa 71 miliardi di euro entro il 2026 dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), a cui vanno aggiunti almeno altri 10 miliardi provenienti dal Fondo complementare e dai fondi React-Eu.
È quanto emerge dall'analisi sui fondi europei dedicati all’ambiente condotta per conto dell'ANSA dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nell'ambito del progetto "Cohesion Matters”.
Eppure il piano italiano dedica soltanto il 37,5% delle sue risorse alla transizione verde, un dato di poco superiore al minimo richiesto dall’Ue (37%) e che colloca l’Italia come fanalino di coda nella valutazione della Commissione europea insieme alla Lettonia.
La preparazione dell’economia e della società alla transizione ambientale rappresenta un’altra delle sfide maggiori per l’Italia. Tuttavia, i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa fanno notare che diversi nodi rimangono da sciogliere: prima fra tutti, la criticità nel gestire e spendere i fondi europei manifestata in passato.
A tutt’oggi, per il periodo 2014-2020, risulta infatti speso soltanto il 52% tra Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, Fondo Sociale europeo, Iniziativa per l’occupazione giovanile e Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura.
Un’altra criticità sono le 192 procedure di infrazione verso l’Italia, un dato che ci vede al secondo posto dopo la Grecia. E di queste circa un terzo riguarda proprio l’ambiente.
Inoltre, all’interno del paese, si registrano differenze importanti a partire dalle emissioni di gas serra. A fronte di un dato nazionale medio di circa 7 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, si nota un trio di testa formato da Sardegna (11,4), Molise (10,5) e Basilicata (9,3).
Non a caso, circa 24 miliardi saranno dedicati all’energia rinnovabile e alla mobilità sostenibile. In questa area, spicca la linea di intervento – da 6 miliardi – per portare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili fino al 30% entro il 2030, in linea con gli obiettivi del Green deal europeo. Altri 25 miliardi di euro saranno utilizati per il rafforzamento della rete, soprattutto l’alta velocità. Tra questi, 9 miliardi saranno destinati a rafforzare I collegamenti tra il Nord del paese e il resto d’Europa, con un focus importante sul traffico merci. Altri 5 miliardi saranno invece destinati al potenziamento dell’alta velocità nel Meridione. Inoltre, 15 miliardi saranno dedicati all’efficienza e largamente incentrati sull’estensione del Superbonus 110% per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici residenziali.
La parte del leone la faranno le regioni del Sud, che hanno ottenuto da Bruxelles finanziamenti per l'ambiente superiori al miliardo di euro.
Per tutte le regioni si tratta comunque di un’opportunità probabilmente irripetibile per aumentare capacità e preparazione alle sfide climatiche ambientali del futuro.