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Imprese. Persone, ambiente e formazione: per Korianil beneficio è comune

Cinzia Arena giovedì 28 marzo 2024

L’anno scorso è diventata società benefit, evoluzione “naturale” dopo un lungo percorso di responsabilità sociale e ambientale. Per Korian, network della salute che fa parte del gruppo europeo Clariane presente in sette Paesi e che in Italia ha 10mila posti letto ed eroga due milioni e mezzo di prestazioni ambulatoriali ogni anno, la sfida del futuro è mettersi al servizio, con soluzioni innovative, di una società come la nostra che invecchia rapidamente. «Riconosciamo il valore e i bisogni delle persone. In ogni momento, dalla prevenzione alla cura» è la mission indicata dal presidente e Ceo Federico Guidoni. «Korian ha una caratteristica unica: è un gruppo che si occupa di salute a 360 gradi, dalla prevenzione alla cura, al fine vita. Abbiamo volumi e numeri bilanciati tra mondo socio-assistenziale e sanitario con un 50% di fatturato a testa», spiega Guidoni.

«Vogliamo essere un punto di riferimento delle persone nei momenti di fragilità – aggiunge Guidoni – puntiamo su un concetto fondamentale quello di benessere, vogliamo far stare bene le persone malate ma anche i loro familiari. Letteralmente fare il beneficio, da qui nasce proprio il concetto di definizione di “società benefit”, con innovazione e qualità, dentro le nostre strutture e fuori».
Korian ha portato avanti politiche di Csr e Esg per molti anni, il passaggio alla società benefit è stato quasi obbligato alla luce di questa visione olistica della salute. «Siamo diventati società benefit con un percorso condiviso, lo abbiamo fatto ascoltando molti stakeholders: personale, pazienti, familiari. Nella definizione degli impegni abbiamo ascoltato 250 persone, suddivise in 9 gruppi. E abbiamo individuato 5 strategie: pazienti, lavoratori e collaboratori, comunità intesa come società con il nostro contributo sull’innovazione dei servizi, il territorio, visto che abbiamo 120 strutture che si relazionano con le comunità locali, e infine l’ambiente. Ognuno di questi ambiti è declinato in progetti specifici che devono dare concretezza». Il grande pubblico non sa cosa vuol dire essere società benefit: non è solo un cambiamento dello statuto però, assicura l’ad di Korian, e lo si può capire facilmente analizzando la relazione d’impatto.

«Il primo dato da tenere in considerazione è che siamo un privato accreditato, di fatto siamo come il pubblico per gli utenti, ci siamo assunti la responsabilità di offrire un ventaglio di servizi. Ad esempio sviluppiamo nelle nostre residenze per anziani un approccio “positive care” con terapie non farmacologiche, presa in carico degli ospiti e ora pensiamo di applicarlo anche in ambito poliambulatoriale e clinico», spiega Guidoni.

Per quanto riguarda il personale si punta sulla formazione qualificata con una vera e propria università interna. «Tramite la nostra Corporate University stiamo erogando migliaia di ore di formazione (46mila lo scorso anno), vogliamo che tutti partecipino per sviluppare le competenze. Organizziamo da anni corsi per operatori sanitari gratuiti, che hanno consentito la riqualificazione di persone disoccupate e l’indipendenza economica per donne vittime di abusi». Il progetto Aula 162, ad esempio frutto della collaborazione con Next, P&G e Danone, ha consentito l’inserimento lavorativo di 17 persone in gravi difficoltà. C’è poi un piano per individuare situazioni di disagio fuori dal lavoro, con un supporto psicologico gratuito per tutti i dipendenti.

«Per quanto riguarda i rapporti con il territorio cerchiamo di fare acquisti in zona per favorire i fornitori locali, è un modo per rendere sostenibile l’attività. Abbiamo inoltre una grande attenzione per l’ambiente, che si traduce in programmi per la riduzione dei consumi e dell’anidride carbonica. Abbiamo ridotto il nostro impatto del 19% in un anno e stiamo lavorando sulla mobilità sostenibile». Già stanziati 14 milioni di euro per l’efficientamento energetico e impianti fotovoltaici.

Non mancano però le difficoltà burocratiche che rendono impossibile l’avvio di innovazioni indispensabili. «La gestione dei rifiuti, ad esempio, si scontra con il quadro normativo frammentato. La sanità produce tonnellate di rifiuti infetti (o speciali) gestite secondo normative regionali molto diverse. Esistono sistemi per sterilizzarli e trasformarli in carburanti bi-fuel, ma anche in questo caso l’ostacolo sono le leggi che non lo consentono al momento. Il nostro ruolo come grande azienda è stimolare l’evoluzione normativa. Ad esempio ci sono i pannoloni intelligenti che garantiscono il comfort dell’ospite ed evitano cambi non necessari durante la notte».
Un altro ambito dove si deve intervenire è quello dell’innovazione tecnologica delle cure. «Penso alla blisterizzazione dei farmaci, con l’obbligo normativo che impone la somministrazione da parte degli infermieri – spiega Guidoni –. Questo è un aspetto importante che va affrontato a livello politico. Il bisogno di assistenza aumenterà e di fronte ad una scarsità di risorse finanziarie si deve puntare sulla razionalizzazione del personale: l’evoluzione demografica farà sì che ci saranno molti meno giovani lavoratori, già adesso la carenza di infermieri è drammatica e l’automatizzazione dei processi è l’unica via percorribile per liberare personale e offrire cure migliori».

Tra i progetti sul territorio spicca Bee Korian: una campagna dedicata alle api che coinvolge anziani delle case di riposo e ragazzi delle scuole, che insieme a degli apicultori hanno iniziato a produrre il miele ad Impruneta, in Toscana, ma anche a Milano. Molte iniziative sono dedicate allo sport, come “Golfando oltre ogni limite” che avvicina a questo sport i malati di Alzheimer o la sponsorizzazione di squadre giovanili di calcio come la Figline Valdarno. Iniziative specifiche sono state messe in campo in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne: Korian grazie alla collaborazione con Fondazione Onda ha offerto prestazioni gratuite a donne vittime di violenza in sei regionali d’Italia. A dicembre ha avuto la certificazione per la parità di genere e a gennaio il nuovo bollino “Top employer” in 5 Paesi europei.