Sviluppo. L'innovazione italiana punta sul tech della Silicon Valley
La sede di Innovit a San Francisco, in California
Un legame diretto tra il mondo dell’innovazione italiano e l’ecosistema della Silicon Valley, una vera e propria Casa degli innovatori, come è stata definita, un luogo non solo virtuale ma anche fisico per agevolare dialogo e contaminazione tra la California, più ricca in termini di capacità tecnologiche e finanziarie, e l’imprenditoria italiana, con le sue idee e i suoi talenti.
È quanto dovrà realizzare Entopan Innovation, insieme alla Fondazione Brodolini, chiamate a gestire per i prossimi quattro anni le attività del Centro d’Innovazione Italiano presso Innovit, recentemente inaugurato al 710 di Sansome Street a San Francisco, in California.
Innovit, centro di cultura e innovazione italiano, è promosso dalla Direzione Generale Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington e con il Consolato Generale a San Francisco, ed è implementato grazie al coinvolgimento dell’Ice e dell’Istituto Italiano di Cultura. Il Centro di Innovazione sarà chiamata a coinvolgere centinaia di startup e imprese italiane in percorsi di accelerazione e momenti di incontro con le grandi aziende e gli investitori americani, direttamente sul territorio a più alta concentrazione di innovazione al mondo. La prima call è partita da qualche giorno e si chiuderà il 26 gennaio: è dedicata alle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso e agli ambiti delle industrie culturali e creative. Le prime 40 startup e 25 piccole e medie imprese accederanno ad un percorso di orientamento e mentorship online di due settimane, al termine del quale le migliori 15 startup e 15 pmi beneficeranno di un programma intensivo in presenza a San Francisco. Entopan Innovation è parte dell’Harmonic Innovation Group che opera per favorire un approccio integrato e multidisciplinare ai temi dell’innovazione territoriale, sociale, tecnologica e digitale, perseguendo, spiega la stessa azienda, il bene comune e lo sviluppo di una società ispirata all’etica, sostenibile e in armonico sviluppo con la crescita economica.
Secondo il fondatore dell’Harmonic Innovation Group. Francesco Cicione, «il modello di sviluppo che ha dato forma alle nostre società – acquisitivo e incrementale – ha spezzato l’equilibrio armonico tra gli esseri umani e con la natura e rivela ogni giorno i suoi limiti; quella che stiamo vivendo non è un’epoca di cambiamenti, ma il cambiamento di un’epoca che chiede a tutti noi di cambiare prospettiva e di acquisire un nuovo sguardo sulle cose. È il momento di riconquistare uno sguardo capace di guardare lontano, più attento al futuro e meno preoccupato dei futures». Un approccio che si concretizzerà nell’Harmonic Innovation Hub, centro multidisciplinare con sede a Catanzaro che accompagna imprese e territori nelle sfide delle transizioni digitale e tecnologica, verde e circolare, sociale ed economica. «La Silicon Valley potrà arricchirsi di una connessione forte con persone e luoghi di innovazione eredi dell’umanesimo classico, che custodisce la radice etica e morale della nostra civiltà – sottolinea Cicione -. Vogliamo essere portatori di un modello alternativo di impresa, che non pensa solo a massimizzare i profitti, ma ha la capacità di investire sapendo di poter generare impatti sociali e rendimenti nel medio periodo».
Anche la Fondazione Brodolini si muove secondo una filosofia molto simile che la vede attivamente impegnata nel dialogo sociale e nello scambio di conoscenze tra i differenti stakeholders. Nel corso della sua attività ad alto impatto sociale ha progettato e gestisce alcuni grandi centri di innovazione come l’Open Incet a Torino, il FabriQ Milano, il Milano Luiss Hub e i Laboratori Aperti dell’Emilia-Romagna.