Edilizia. I nuovi grattacieli fatti di legno ci ricordano il senso del limite
Il grattacielo Ascent, a Milwaukee, la cui struttura è in legno. Con i suoi 86 metri è il più alto edificio in legno del mondo
Il legno supera se stesso: il più antico materiale da costruzione, con cui nella preistoria si facevano capanne e palafitte, è tornato prepotentemente di moda, non solo per la bioedilizia ma anche perché ci si fanno persino grattacieli. Dunque se nel XX secolo si son viste perlopiù edificazioni in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, nel XXI secolo tornerà il dominio di questo materiale di origine vegetale?
Nell’estate 2022 a Milwaukee, nel Wisconsin, è stato completato Ascent, il grattacielo in legno più alto del mondo: 86,6 metri, per 25 piani di appartamenti di lusso: «Il nostro committente era molto interessato ai materiali naturali» ha spiegato il progettista, Jason Korb. Così il capoluogo del Wisconsin ha tolto lo scettro a Oslo, dove sorge Mjøstårnet che coi suoi 85,4 metri sino ad allora primeggiava in altezza. Intanto lo studio degli architetti danesi Schmidt Hammer Lassen sta preparando in Svizzera per il 2026 un altro edificio in legno alto 100 metri, e forse ancor prima a Toronto ne verrà realizzato un altro di 90 metri, progettato da Icon Architects.
Già nel Medioevo c’erano costruzioni lignee di dimensioni cospicue, per esempio tante chiese in Norvegia: oggi ne sono rimaste in piedi solo 29 ma ce n’erano centinaia. Si chiamano stavkirke per via del sistema costruttivo basato su pali angolari portanti ( stav in norvegese), hanno sulle spalle 8 e più secoli di vita, la maggiore si trova a Heddal ed è alta 29 metri, più o meno come una casa di 9-10 piani. Ma oggi la tecnologia consente di ottenere risultati ben più sorprendenti. « Il sistema lamellare – riferisce Marco Imperatori, professore di innovazione e progettazione tecnologica al Politecnico di Milano – consiste nell’assemblare tavolette incastrate a pettine e incollate tra loro con tale perfezione da offrire le stesse prestazioni del materiale dove la fibra è continua». Si ottengono così travi e supporti verticali che permettono di realizzare strutture di grandi dimensioni. Un esempio: la copertura del Palasesto, il palazzo dello sport di Sesto San Giovanni, progettato da Giancarlo Marzorati ormai trent’anni fa, è retta da dieci travi di legno lamellare di 50 metri: le più lunghe in Italia. E collegando più elementi tramite giunti metallici si possono ottenere dimensioni anche maggiori, sia in orizzontale sia in verticale.
«Il legno – continua Imperatori – ha tanti pregi, a partire dalla resistenza antisismica, data anche dal fatto che il suo peso specifico, inferiore a quello del calcestruzzo, gli permette di dissipare meglio le sollecitazioni. Ma credo che quanto ad altezza ci si sia già approssimati ai massimi possibili. Più si va in alto, maggiori devono essere le dimensioni degli elementi portanti, che diventano sempre più ingombranti e pesanti. Per questo, per le strutture che superano una certa quota non c’è nulla di meglio dell’acciaio, che offre ottime prestazioni con dimensioni molto minori». Insomma le strutture in legno hanno dei limiti. Del resto nella torre Ascent sono in calcestruzzo armato sia le fondamenta sia il vano scala e ascensore, che ne costituisce la colonna vertebrale: il legno è usato in collaborazione con altri materiali.
«Amo il legno – commenta Edoardo Milesi, progettista, paesaggista, fondatore della Scuola permanente dell’abitare – è un materiale vivo e tale resta anche dopo la morte dell’albero da cui proviene. Le sue superfici sono sempre variegate per colore, consistenza, profumo, disegno delle venature. In oltre quarant’anni di attività non ho mai progettato un tetto che non avesse travi di legno. Certamente per gli edifici di altezza contenuta ha senso pensare a strutture interamente in legno: sono prefabbricati, si montano rapidamente, si inquadrano nella logica della sostenibilità. Però per costruzioni di dimensioni cospicue è meglio pensare a strutture portanti di altri materiali. Come nel progetto che ho preparato per un complesso a Ponteranica (Bergamo): un’intelaiatura portante in calcestruzzo a vista in cui si inseriscono, come fossero cassetti, appartamenti prefabbricati in legno. Che possono essere modificati o sostituiti nel tempo: si abiterà in case ecologiche in legno, ma sostenute da una intelaiatura di cemento armato».
Il legno è coerente con l’economia circolare in quanto è rinnovabile: gli alberi sempre ricrescono e, com’è stranoto, catturano CO2, mentre le attività legate alla costruzione in cemento o acciaio sono produttrici di gas serra. Tuttavia anche l’acciaio ha i suoi pregi: può essere fuso e riciclato indefinitamente. Mentre il riciclaggio degli elementi lignei si limita alla produzione di trucioli o all’uso come materiale da ardere, sempre che non sia mescolato a colle delle quali è meglio evitare la combustione. E, bruciando, restituisce all’atmosfera quell’anidride carbonica che l’albero crescendo aveva catturato. Inoltre le foreste vanno coltivate e il loro consumo controllato, altrimenti il rischio è che si ecceda nel taglio degli alberi causando la deforestazione.
Le piante usate per le costruzioni sono in prevalenza gli abeti, che hanno bisogno di almeno 25-30 anni per giungere a dimensioni tali da poter essere tagliati e usati per elementi quali le travi lamellari o le tavole CLT (composte da pezzi incrociati): ma al paragone si consideri che per realizzare violini si richiedono alberi ultrasecolari, perché più tempo passa, più il legno matura. Gli alberi che forniscono materiale adatto per le costruzioni perlopiù provengono dalle foreste scandinave, oggi che i commerci con la Russia sono bloccati. In Italia attualmente il taglio degli alberi è molto limitato: il consumo di legno supera gli otto milioni di metri cubi l’anno, ma di questi oltre sette milioni sono importati, e predominante è l’uso nella produzione di mobili, non a caso l’associazione delle industrie che lo lavorano ha nome Federlegno Arredo.
Un carico di legname - CC Wilhelm Grantler via Pexels
Tuttavia sta crescendo anche l’attenzione per le case in legno. La città di Trento ha aderito, insieme con la romena Braslov, l’austriaca Innsbruck, la danese Copenaghen, l’olandese Amsterdam e la norvegese Trondheim al consorzio europeo “Build in Wood”, finanziato dall'Unione europea e coordinato dal Danish Technological Institute allo scopo di promuovere il ricorso a materiali rinnovabili e la ricerca tecnologica a essi collegata. E il Rapporto sull’edilizia in legno di Federlegno Arredo relativo al 2021 mostra che con un valore totale di quasi 1,8 miliardi di euro il nostro Paese è diventato il terzo produttore di case prefabbricate in legno, dietro a Germania e Svizzera, ma con una crescita molto forte: del 33 percento rispetto all’anno precedente. Ma questo è un mercato in crescita a livello globale, tanto che c’è chi sostiene che il legno sia il materiale per le costruzioni del futuro e prevede che entro il 2027 il commercio globale di pannelli CLT giungerà a valere 2,5 miliardi di dollari, dagli 1,1 miliardi del 2021 “con un aumento annuo del 15%” (v. newsletter Pictet Asset Management, luglio 2023).
Una cosa è chiara: il legno è sempre amato per le sue qualità di materiale naturale. E dopo l’epoca in cui il cemento e l’acciaio hanno innestato la rincorsa al gigantismo nell’illusione che non vi siano limiti, un suo uso più diffuso riconduce al senso della misura. Non monopolizzerà l’industria delle costruzioni, potrà essere usato sempre più ampiamente per villette o edifici di pochi piani, mentre per le grandi costruzioni potrà collaborare con materiali come l’acciaio o il cemento armato, non sostituirsi a loro. Non si potrà erigere un grattacielo “supertall”, cioè di oltre 300 metri, con strutture in legno. Ma sempre ricorderà che è naturale che vi siano limiti. E consentirà di realizzare case accoglienti, confortevoli, amichevoli in cui artefatto e natura collaborano per il benessere dell’abitare.