EoF. Disuguaglianze ed esclusione, alla scuola di EoF un'indagine sulla libertà
Le parole sono in perpetuo movimento. Immaginate un professore e una classe di cinquanta studenti. Tema della lezione è «capitalismo e disuguaglianza ». Il docente parte chiedendo, per alzata di mano, quanti hanno un giudizio negativo sul capitalismo e, in parallelo, quanti credono che il capitalismo esacerbi le disuguaglianze. Nessuna mano rimane sul banco. Il professore chiede poi di scrivere ai singoli studenti il significato delle parole capitalismo e disuguaglianza. Sul computer del professore arrivano cinquanta definizioni e combinazioni diverse. C’è un problema. Non è la scarsa preparazione degli studenti, ma il fatto che le parole, espressioni di idee, evolvono con l’evolversi della realtà. La quarta edizione della Economy of Francesco (EoF) School, un corso online gratuito organizzato dagli accademici dell’EoF, parte da questo dato.
L’economia globale è in continua trasformazione. Lo stesso vale per il linguaggio che utilizziamo per classificare e comprendere le questioni economiche, sociali e ambientali. Il significato che hanno oggi concetti come disuguaglianza, discriminazione, povertà, capitale, sostenibilità e altri non è lo stesso di vent’anni fa. Come ha affermato più volte Papa Francesco, la realtà supera sempre le idee. Uno dei punti cardine della trasformazione mondiale dell’economia è la rivoluzione digitale. Le esperienze umane e non umane sono state influenzate in modo significativo dall’avvento di Internet e, più recentemente, dei sistemi di intelligenza artificiale. Nel suo ultimo discorso alla comunità EoF, il Papa ha invitato i giovani a trovare «l’unità degli oppostii» dell’economia globale contemporanea. L'opposizione tra vita reale e digitale, online e offline, non cattura più l'esperienza vissuta delle persone. C’è una terra di mezzo (On-Life) che tutti noi abitiamo tramite i nostri cellulari e dispositivi elettronici.
La quarta edizione della EoF School si concentra su questo cambiamento, indagando un tema che, nell'anno precedente, è stato al centro delle riflessioni della comunità EoF: le diverse forme di capitale (spirituale, narrativo, sociale, economico, ambientale) e, come complemento, la nozione di capabilities (parola intraducibile). Entrambe ruotano intorno al concetto di povertà. La povertà non è solo (o soprattutto) questione di flussi (reddito, salario), ma di capitali (tangibili e intangibili). Per fare un esempio, oggi molti lamentano una carestia di capitale spirituale. Aumenta (per alcuni) l’offerta di denaro e consumo e, parallelamente, aumenta la domanda di senso e significato. Tanti non sopravvivono le crisi dentro e fuori i luoghi di lavoro perché il capitale spirituale accumulato da secoli di narrazioni religiose, filosofiche, letterarie, sta scomparendo in una società sempre più individualista e atomizzata. Anche questa è povertà, ed anche questo capitale spirituale si sta trasformando nell’era on-life. Le capabilities nascono dal genio del premio Nobel per l’economia Amartya Sen.
Le teorie della giustizia più significative della modernità occidentale (a partire da Hobbes, Locke, Rousseau fino ai contemporanei Rawls, Dworkin) avevano tutte al centro un’idea di uguaglianza. La domanda innovativa (ai tempi) di Sen è questa: siamo tutti concordi che giustizia e uguaglianza debbano andare insieme, ma uguaglianza di che cosa? Nella lezione del 1979 Sen fa una rassegna di tante delle variabili che i filosofi avevano fino ad allora in serito all’interno del “che cosa”. Prendiamo due grandi paradigmi tra loro opposti, l’utilitarismo e il contrattualismo (rawlsiano). Gli utilitaristi avevano enfatizzato l’uguaglianza delle utilità, per Rawls valeva invece l’uguaglianza dei beni primari. Per Sen qualcosa non funziona, in questi approcci. Si consideri la teoria rawlsiana, e supponiamo, semplificando, che per beni primari si intenda soprattutto il reddito individuale. Perché prendere il reddito come misura della diseguaglianza per migliorare il grado di uguaglianza è un approccio inadeguato? Secondo Sen ciò che davvero conta non è il reddito, ma come le persone riescono a trasformare il reddito in libertà. Il vero indicatore di uguaglianza dovrebbe essere la libertà. Ciò che unisce libertà e uguaglianza però non è il reddito (o qualche bene primario), ma ciò che Sen definisce con il termine capability. Quindi ciò che andrebbe eguagliato è la capability, cioè la libertà effettiva di una persona.
In altri termini, a Sen interessa la libertà positiva, la libertà di poter scegliere, e questo è determinante per capire il tenore di vita di una persona. Ma la libertà effettiva nell’era on-life trova nuovi ostacoli e barriere (alfabetizzazione digitale, accessibilità universale, discriminazione virtuale). Ecco allora che la quarta edizione della EoF School si struttura attorno alle seguenti domande: di quali capitali abbiamo bisogno per affrontare i problemi dell'era on-life? Quali sono le capabilities che sono costitutive dell’esperienza umana tra il reale ed il digitale? Attraverso l’indagine sulle nuove e vecchie forme di capitali e capabilities, vogliamo capire come affrontare problemi globali come disuguaglianze, discriminazione, miseria, esclusione e molti altri. Lo schema della School rimane lo stesso. Abbiamo invitato dei relatori internazionali, tra cui la filosofa Martha Nussbaum, insieme a Sen una delle più grandi teoriche del capability approach, e il premio Nobel sir Angus Deaton, da anni alla ricerca di un futuro per il capitalismo, per farli dialogare con i giovani accademici (e non) della comunità di EoF. La vocazione dei giovani EoF a combattere le ingiustizie manifeste e a dare un'anima all'economia mondiale non è cambiata. Urge capire come declinarla nell’era della on-life. Le iscrizioni sono ancora aperte, vi aspettiamo.
L'autore è Assistant Professor of Philosophy presso la Tilburg University