EconomiaCivile

storie benefit. Dare un senso al proprio lavoro

Massimo Folador mercoledì 29 novembre 2023

Il primo Family Day di Rdr

Con questa rubrica siamo partiti anni fa raccontando di imprese che hanno posto l’etica e il bene comune al centro della loro strategia e oggi riprendiamo con i suoi protagonisti: le persone che a volte le hanno fondate e le guidano. Imprese che, da ultimo, hanno scelto di divenire Società Benefit proprio per dare ancora più forza e consapevolezza a questo percorso che conduce verso la sostenibilità.

Iniziamo da Francesco di Ruocco, fondatore, oramai quasi 50 anni fa, di RDR, azienda leader in Italia nella gestione degli acquedotti e oggi parte di una holding nella quale lavorano più di 400 persone. Francesco, con la sua consueta gentilezza, mi accoglie nel suo ufficio a Torre del Greco, poco distante dalla villa dove Leopardi trascorse gli ultimi anni, un contesto dove è evidente quanto la bellezza possa concorrere al bene. Abbiamo scelto di individuare alcune domande chiave, attraverso le quali percorrere una strada comune e da qui la prima domanda: perché avete deciso di diventare Società Benefit? «Se penso a quando ho iniziato, mi rendo conto che probabilmente avevo già in mente quali principi avrei seguito per sviluppare la mia impresa. Sono stati anni intensi, siamo cresciuti molto e ad un certo punto ho sentito la necessità di dare un nome a questi valori e, soprattutto, di far sì che tutti in azienda, a partire dalle persone più vicine, li vivessero a loro volta. Così ho deciso di approfondire le mie conoscenze, finché mi sono reso conto che l’economia italiana ha generato dei modelli d‘impresa nei quali mi riconoscevo, penso ad esempio a quanto tu hai scritto sulla storia del Monachesimo Benedettino. Così, quando negli ultimi anni ho conosciuto la Società Benefit, ho capito che poteva essere l’approdo ideale e che avrebbe potuto dare delle risposte concrete al mio desidero di dare un senso al lavoro che andasse oltre il profitto».

RDR è divenuta Società Benefit lo scorso anno, grazie ad un percorso di formazione e consulenza sviluppato assieme che ha coinvolto tutte le prime linee dell’azienda a partire dalla proprietà e dai manager. Quanto questo percorso ha contribuito a migliorare il modo di lavorare delle persone in azienda? Il sorriso di Franco anticipa sempre le sue parole ed è segno della soddisfazione per quello che sta vedendo accadere. « Non è stato e non sarà un cammino semplice, perché fare impresa, tanto più quando diventi Benefit, significa fare scelte quotidiane coerenti con questo modello. Devo dire però che questo passaggio ha contribuito a far crescere la consapevolezza e il senso di appartenenza, grazie anche ad alcuni eventi che abbiamo organizzato come la “Giornata delle famiglie” e si avverte più di prima quanto l’azienda sia vissuta come un bene comune da costruire assieme e preservare».

RDR lavora a fianco delle istituzioni pubbliche di tutta Italia e lo fa partendo da un luogo geografico che una parte dell’opinione pubblica giudica difficile. Chiedo a di Ruocco quali ripercussioni positive ha generato anche all’esterno questa decisione. «È stata una scelta ben recepita da tutti. Oggi sia chi lavora all’interno di RDR, sia i nostri partner sono più consapevoli della nostra identità e delle finalità di Beneficio comune che ci siamo poste. Questo, oltre a dare ulteriore credibilità e unione al lavoro di tutti, ha avuto un riverbero positivo sui clienti, i fornitori e le istituzioni. Durante questo percorso ci siamo confrontati maggiormente con tutti e posto in essere delle iniziative tese a migliorare il rapporto con loro, in quanto parte integrante di RDR. Penso ad esempio ai percorsi di tirocinio con le scuole che ci hanno permesso di creare delle opportunità per noi, per i giovani e per il territorio. Oggi sono contento che RDR sia cresciuta così tanto ma nello stesso tempo sono orgoglioso perché siamo rimasti gli stessi di tanti anni fa, spinti dalla stessa passione e guidati dagli stessi valori. Una realtà ben organizzata, con persone competenti e la voglia di crescere ma anche con il piacere di essere una famiglia».