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Pubblicità civile. Chi fa l’Italia giorno per giorno

Paolo Iabichino lunedì 18 novembre 2024

La premessa è d’obbligo: io credo che senza i Sindaci e le Sindache di questo malandato Paese, la situazione delle nostre tantissime emergenze sarebbe già al punto di non ritorno. Scuola, sanità, abusivismo, spopolamento dei residenti o contenimento di eccessivi flussi turistici, povertà sociale, criminalità, disagio giovanile, per citare solo alcune delle tensioni che abitano le nostre

cronache. A prescindere dagli schieramenti politici da cui provengono, la carica della Prima Cittadinanza riguarda uomini e donne che quotidianamente si barcamenano tra normative sempre più stringenti, conti economici che non tornano e comunità sempre più in affanno tra le incudini governative e le martellanti ambizioni delle Regioni.

Sono persone che ogni mattina si alzano e probabilmente indossano quella fascia tricolore sul petto come i rambo di turno infilano una di quelle cartucciere da combattimento nei film d’azione. Tra una settimana a Torino si aprirà la quarantunesima assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Lo dice una pubblicità che fa orgogliosamente – e giustamente – bella mostra di sé, da settimane, su quotidiani e periodici per dire che nei nostri Comuni «Si fa l’Italia, giorno per giorno». E non c’è verità più giusta e severa per annunciare la tre giorni di lavori al Lingotto Fiere. Davvero nei nostri Municipi da Predoi al Borgo di Palizzi, rispettivamente il Comune più a nord e più a sud d’Italia, quotidianamente e faticosamente si lavora per tenere insieme una Nazione che deve alle proprie Amministrazioni Comunali gran parte della sua tenuta sociale. Senso civico, impegno personale, coraggio e determinazione caratterizzano chi guida Giunte spesso rissose, specchio della politica di palazzo. Ma in quella pubblicità c’è una cosa che mi colpisce particolarmente, ché altrimenti non ci sarebbe nulla di sbagliato nel reclamizzare l’appuntamento e annunciarlo con tanto di citazione garibaldina, oggi vieppiù opportuna. E sono un paio di brand nella parata di sponsor che sembrano intrufolarsi a sfregio tra municipalizzate, infrastrutture, partner finanziari o strategici che trovano pieno diritto di cittadinanza all’evento. Spero non me ne vogliano organizzazione e aziende direttamente interessate per questa riflessione di buon senso: tra le problematiche più urgenti da affrontare per gran parte dei nostri Comuni c’è la morìa delle piccole attività commerciali falciate dal commercio online, insieme all’epidemia di affitti brevi nelle località a più alto flusso turistico che ha svuotato i centri storici e penalizzato l’industria alberghiera. Credo sia importante ospitare le rappresentanze di Amazon e Airbnb nei panel in programma per discutere insieme a loro come affrontare problematiche importanti, ma accettarne la sponsorizzazione è come invitare il lupo cattivo al compleanno di Cappuccetto Rosso.