Il personaggio. Automobili, bresaola e territorio, la storia di un uomo coraggioso
Plinio Vanini, presidente del Gruppo Autotorino
Motori e bresaola, Plinio Vanini ha diviso la sua vita in due. Il presidente del Gruppo Autotorino, la più importante holding multimarca italiana dell’automobile si alza ogni mattina alle 5, mezz’ora dopo apre la sua azienda agricola di Mantello, in Valtellina: controlla gli animali, comincia il giro della produzione tra caseificio, macello, salumificio. Poi si cambia d’abito, e alle 10 è in ufficio a occuparsi di automobili. Con risultati notevoli, visto che il suo Gruppo con un fatturato di 1,7 miliardi di euro è tra i primi d’Europa, ha 62 concessionarie tra Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna , Veneto e Friuli- Venezia Giulia. E ha venduto nel 2022 quasi 58.000 vetture, per capirci più di quanto singolarmente immatricolano in un anno in Italia marchi come Citroen, Opel, Kia, Mercedes, Audi o Bmw.
La sua, dice, «è una storia di passione, orgoglio, senso di appartenenza e di valori». Una storia italiana di imprenditorialità genuina, di lavoro senza pause e senza orari: l’antipasto di ogni successo. «Ho studiato agraria – racconta – ma non ho concluso perché mi sono trovato sul marciapiede, diciamo che sono laureato in marciapiede. E che da 39 anni sto imparando dalla vita. Ho iniziato a occuparmi di automobili solo perché mio padre è scomparso all’improvviso nel 1985: le automobili le vendeva lui, erano Fiat semestrali, e per questo l’azienda si chiama Autotorino. Mentre io sognavo di diventare veterinario...». La vita invece ha deciso diversamente per lui. Un passo dopo l’altro, da una piccola rivendita di vetture a gestione familiare, oggi Plinio Vanini, con le sue Concessionarie di auto ha 2.075 dipendenti («collaboratori», precisa lui, «perché ognuno di loro è un imprenditore all’interno di un’azienda che deve sentire in parte anche sua. Se li consideri dipendenti, hai perso in partenza»), e contemporaneamente è proprietario, sempre in provincia di Sondrio, di La Fiorida, un agriturismo pluripremiato dove tutto è in armonia con la natura e a chilometro zero: coltivazioni, fienile, stalle, porcili, caseificio. Oltre 65 ettari che ospitano anche una fattoria didattica, camere per gli ospiti, beauty farm, ristorante con una stella Michelin, quella dello chef Gianni Tarabini, al ristorante La Presef.
La filosofia di Autotorino, spiega Vanini, è la stessa di quella di La Fiorida: «Un’impresa non funziona solo in base ai numeri che fa. Cresce e ha un senso se cura il suo patrimonio umano. Il valore aggiunto sono le persone che ci lavorano e i suoi clienti. E la capacità di guardare avanti: per questo abbiamo sempre reinvestito gli utili nelle nostre attività. Per farlo, occorre credere in questo Paese, troppo spesso bistrattato e fatto ancora di tante persone che invece hanno spessore e voglia di impegnarsi».
La sua storia ne è la dimostrazione: «Ho dovuto farcela per forza. Avevo 20 anni quando mi sono trovato a vendere automobile senza saperne nulla, ed è stata una scommessa: con mia madre, e con la Banca alla quale la mia famiglia doveva restituire i soldi. E anche una sfida perché da ragazzo non avevo un grande rapporto con mio padre e il mio impegno è stato un modo per dirgli, anche se non c’era più: “Ora ti faccio vedere di cosa sono capace”. E questo senso di sfida l’ho sempre avuto anche quando ho iniziato ad acquistare capi di bestiame per costruire la mia vera passione».
Motori e vacche, un connubio difficile da immaginare. «Invece tante cose li accomunano. I numeri, i ritmi, la buona organizzazione che serve. E poi stare attenti ai particolari e alle sfumature per capire quando e come intervenire. Per questo, la prima cosa che faccio quando entro nell’azienda agricola è andare a controllare una serie di indicatori per capire, per esempio, se qualche animale ha necessità di essere guardato e aiutato, per controllare la qualità e la quantità del latte. E anche per vendere auto è essenziale saper leggere i numeri e intervenire quando serve su tutta la filiera».
Anche parlare di sostenibilità con chi si occupa di cavalli motore e insieme di quelli con la criniera non è utopistico: «Sarei ipocrita se dicessi che pistoni e animali non inquinano. Ma ci si può lavorare: la Fiorida ad esempio oggi è al 92% autosufficiente per quanto riguarda l’energia che consuma. Trovare un equilibrio è il traguardo. Come saper rispettare sempre chi verrà dopo di te».