Spopolamento. Zuppi: «L’Italia dia un futuro alle aree interne»
Le aree interne vanno aiutate «non solo a conservare il passato, ma anche ad avere un futuro. Che poi vuol dire dare un futuro al nostro Paese. E in tal senso anche l’accoglienza può aiutare, se ben supportata con strumenti e infrastrutture necessarie. E se passiamo dall’idea che dalle migrazioni dobbiamo difenderci a un’idea seria dell’accoglienza».
Così il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ieri a Benevento in apertura dell’incontro dei vescovi delle aree interne, l’appuntamento che da 5 anni vede i presuli delle zone interessate (quest’anno ben 30 da 14 regioni) confrontarsi sulle esigenze pastorali e sui risvolti sociali dell’essere Chiesa laddove altre presenze iniziano a latitare, soprattutto per via dello spopolamento e non solo: «Le aree interne del Nord e del Sud sono accomunate dalle stesse difficoltà – ha rimarcato Zuppi - con qualche variante in negativo per il Mezzogiorno, dove ci sono ulteriori mancanze di strutture e opportunità. Se non ci sono possibilità, infrastrutture, collegamenti, si vanno a cercare altrove. Ma tutte le comunità, anche le più piccole, sono importanti. Il grande vantaggio delle aree interne è che sono più comunità che altrove, luoghi dove i legami si rinsaldano e ci si ritrova».
In queste aree, ha aggiunto il presidente della Cei «vediamo tutto il Paese nella sua unitarietà: è folle non farlo. Occorre partire dalle “periferie”, espressione felice di Papa Francesco, per capire anche tutto il resto. Il centro, infatti, si capisce dalle periferie. Non si tratta di accanimento terapeutico, ma di un discorso di fiducia e di futuro. Solo insieme troviamo le soluzioni, sia come Chiesa che come Paese. Le aree interne sono indispensabili per capire l’insieme: cerchiamo di trovare insieme soluzioni, che poi avranno delle declinazioni diverse, nelle specificità dei diversi territori. Se c’è un investimento serio e l’appoggio delle aree metropolitane, le aree interne ripartono», si è avviato a concludere Zuppi, non prima di aver sollecitato, visto che le aree interne soffrono più di altre la continua diminuzione delle nascite e l’invecchiamento della popolazione, «politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia» e non senza aver fornito indicazioni più prettamente pastorali: «le aree interne danno un’indicazione per tutta la Chiesa, in quanto in esse vediamo problemi che esistono anche nel resto d’Italia, come ad esempio la questione delle unità pastorali».
Al Forum di Benevento è intervenuto anche il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi : «Uno dei problemi più gravi ed incidenti sulle aree interne è lo spopolamento dei territori e la mobilità, lavorativa e non solo, delle persone. Inoltre, tali aree del paese sono anche zone a “geometria variabile”, da cui si fugge per lavorare, viaggiare, divertirsi, ma a cui si ritorna per riposare, ristorarsi e ritrovare le radici». Sempre ieri all’incontro nella città sannita è intervenuto anche il delegato Anci per le Aree interne Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice: accompagnato da Daniele Formiconi, responsabile Area piccoli comuni, Unioni di comuni, montagna e Aree interne, ha illustrato i punti salienti dell’Agenda Controesodo, elaborata e portata avanti dall’associazione. Il delegato Anci ha quindi convenuto con monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento e organizzatore di questi Forum, di proseguire in successivi incontri la collaborazione avviata, approfondendo alcuni punti qualificanti di interesse comune.
Nella tarda mattinata di oggi sono invece attese le conclusioni di monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei.