Economia

Yuan, Pechino svaluta ancora

giovedì 13 agosto 2015

​ Yuan di nuovo giù, per il terzo giorno consecutivo, ma dalla banca centrale cinese arrivano rassicurazioni: la valuta cinese non andrà incontro a nuovi forti deprezzamenti, perché i fondamentali dell'economia sono solidi. La People's Bank of China ha fissato la parità contro il dollaro a 6,4010, oggi, in calo dell'1,1% rispetto al valore di ieri (6,3306), ma riducendo il divario rispetto ai giorni passati. Ieri, il Renminbi, altro nome della valuta cinese, aveva chiuso a quota 6,3870 contro il biglietto verde, con una risalita nel finale, un segnale, per gli analisti, che la Cina non intende andare incontro a una massiccia svalutazione della propria moneta.

Intanto i mercati asiatici, in mattinata, hanno ripreso a guadagnare, dopo la ripresa in chiusura di Wall Street di ieri, anche se permane cautela tra gli operatori sulla possibilità che lo yuan possa svalutarsi ulteriormente. In una nota, l'istituto che regola la politica monetaria cinese ha definito "temporanee" le forti fluttuazioni della parità della moneta cinese rispetto al dollaro e ha spiegato che il valore fissato giornalmente dalla banca centrale tornerà a essere ragionevole in breve tempo.

Secondo Zhang Xiaohui, economista della banca centrale, il Renminbi "rimarrà nel lungo termine una moneta forte" e tornerà ad apprezzarsi in futuro. Martedì scorso, la mossa a sorpresa della banca centrale cinese aveva portato lo yuan a una svalutazione dell'1,86%, e ieri dell'1,6%, portando lo yuan a perdere, in due giorni, il 3,5% del proprio valore sul mercato interno e circa il 4,8% sul mercato offshore, alimentando i timori di un nuovo capitolo nelle guerre valutarie. Ieri, la banca centrale cinese era intervenuta per evitare che lo yuan si deprezzasse eccessivamente nei confronti del biglietto verde, ma la mossa di rendere lo yuan più in linea con le quotazioni di mercato è stata giudicata positivamente dal Fondo Monetario Internazionale secondo cui la manovra di Pechino va nella direzione di una liberalizzazione del tasso di cambio nei prossimi anni.