I nostri test. Volvo XC 90, arriva l'auto con cui parlare
“E’ l’orgoglio Volvo perché rappresenta l’inizio di un nuovo corso”. Così Michele Crisci, Presidente di Volvo Italia alla presentazione del nuovo XC90, il SUV per eccellenza del costruttore svedese (ma di proprietà cinese), arrivato alla seconda generazione con una pesante eredità: quella di confermare, anche in tempi di risalita dalla crisi come l’attuale le oltre 633 mila unità vendute nel mondo (dal 2002 ad oggi).
Chi ben incomincia è a metà dell’opera: la nuova XC90, dopo il debutto al Salone di Parigi del 2014, infatti, è entrata nella fase di lancio con molta prepotenza tanto che, delle 66.000 unità complessive previste in produzione, ben 36.000 sono già state prenotate via internet. In altre parole, la metà circa della produzione mondiale della nuova XC90 è già stata venduta a “scatola chiusa” e nonostante il listino che parte da oltre 50.000 euro per arrivare a oltre 95.000 euro.
“La vettura è stata ordinata soprattutto nei mercati asiatici – spiega Michele Crisci – mentre in Italia abbiamo ricevuto oltre 1.000 prenotazioni”. Certo, una vettura del genere non può che essere di nicchia, ma se il buon giorno si vede dal mattino, allora significa che alla nuova XC90 basta poco per raggiungere il suo obiettivo di vendita (dalle 1.800 alle 2.000 unità). Obiettivo importante che, se raggiunto, porterebbe nelle casse Volvo parecchi soldi (il listino, come accennato, è davvero impegnativo) mentre, a fare i numeri, ci penseranno i best seller V40 (3.570 unità nel 2014), V60 (1.900) e XC60 (1.770).