La polemica. Le «vittime» del salvabanche deluse dal governo
Pietro Saccòsabato 3 novembre 2018
Una manifestazione del 2016 di risparmiatori che hanno perso soldi con le banche liquidate (Ansa)
Se gli ex azionisti e obbligazionisti delle sei banche finite in liquidazione coatta negli ultimi tre anni si erano fatti l’idea che il governo Conte li avrebbe rimborsati di tutti i soldi perduti, allora avevano capito male. Letto l’articolo 38 della Manovra consegnata alle Camere, cioè la norma che istituisce il “Fondo per il ristoro dei risparmiatori”, Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione vittime del salvabanche, ha attaccato il governo sulla sua pagina Facebook.
«Niente di diverso da quello che ha fatto e che ha detto il Pd»
Giorgianni ha fatto presente che per gli obbligazionisti non c’è nulla di nuovo rispetto alle regole previste dal governo Renzi: chi ha comprato le obbligazioni subordinate direttamente dalle banche può fare ricorso all’arbitrato gestito dall’Autorità Anticorruzione, se non ha già incassato il rimborso forfettario dedicato a chi ha redditi e patrimoni scarsi, mentre chi ha comprato quei bond da un intermediario non ha diritto a nulla. Per gli azionisti ai quali il giudice o dall’Arbitro per le controversie finanziarie riconosca che hanno subito un danno ingiusto è invece introdotto un risarcimento per un massimo del 30% del danno subito e non oltre i 100mila euro. Una misura che in realtà era già stata prevista con il decreto Milleproroghe entrato in vigore a settembre. «Niente di diverso da quello che ha fatto e che ha detto il Pd» conclude Giorgianni, che oltre a essere presidente di una delle associazioni di chi ha perso i soldi investiti sulle banche poi liquidate è giornalista (dirige l’emittente toscana Tele Idea) e alle elezioni del 4 marzo si era candidata alla Camera con il centrodestra, cioè con anche il sostegno della Lega, nel collegio di Firenze, salvo poi essere sconfitta da Gabriele Toccafondi del Pd.
Di Maio: vediamoci giovedì e parliamone
È una polemica di parte e non è chiaro quanto Giorgianni sia davvero rappresentativa dei risparmiatori che hanno perso denaro con le sei banche liquidate. Il fatto che in 24 ore il suo intervento fosse stato condiviso meno di 30 volte lascia pensare che il suo seguito sia modesto. Però il nodo dei “truffati” e delle loro aspettative è reale. Difatti Luigi Di Maio le ha risposto indirettamente, sempre su Facebook, ricordando che il governo ha stanziato un miliardo e mezzo per gli ex azionisti e obbligazionisti delle banche, contro i 100 previsti dal passato governo. Poi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico se l’è presa di nuovo con la stampa, anche se questa polemica è tutta andata in scena sul social network di Mark Zuckerberg: «Noi siamo sempre stati dalla vostra parte – ha detto rivolgendosi ai risparmiatori che hanno perso denaro –, ma ora c’è chi gioca a metterci gli uni contro gli altri avvelenando i pozzi. Io non mi presto a questo giochino dei giornali». Dopodiché ha promesso per giovedì prossimo un incontro con le associazioni dei risparmiatori «per raccontare per filo e per segno in che maniera potranno riavere i soldi che hanno perso per colpa del cinismo del vecchio governo». Una nota dei Cinque Stelle appoggia il leader grillino, mentre dall’opposizione la forzista Mariastella Gelmini parla di «nuova promessa non mantenuta».
Promesse mantenute, e non
Al di là delle polemiche, nel contratto di governo Lega e Cinque Stelle hanno scritto che «la platea dei risparmiatori che hanno diritto a un risarcimento, anche parziale, deve essere allargata anche ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzione» e quindi la Manovra è coerente con quanto indicato. Nei loro programmi elettorali, però, sia Lega che Cinque Stelle avevano promesso rimborsi totali per gli obbligazionisti e in particolare la Lega aveva anche parlato di piccoli azionisti. Nella Manovra il rimborso totale non c’è per nessuno, anche se si allarga la possibilità di risarcimenti per gli azionisti. E a questo si aggiunge il significativo aumento delle risorse a disposizione. Probabilmente, alla fine dei conti, il costo per i rimborsi secondo le regole previste dalla manovra sarà molto inferiore agli 1,5 miliardi stanziati.