Economia

Vinitaly. Oltre 80mila imprese, aumentano gli occupati

Redazione Romana sabato 14 aprile 2018

Al via domenica a Verona la 52esima edizione di Vinitaly. In Italia si contano oltre 80mila imprese vinicole, tra coltivazione di uva e produzione di vini da uva, con un fatturato annuale che vale 9,6 miliardi di euro, di cui 3,3 miliardi solo in Veneto. Le esportazioni di vini da uva dall'Italia verso il mondo nel 2017 ammontano a circa sei miliardi di euro e registrano una variazione del +6,4% tra 2016 e 2017. Oltre un terzo dell'export italiano parte dal Veneto con 1,5 miliardi di euro, tra gennaio e settembre 2017, +6,4% in un anno, seguito dal Piemonte (677mila euro, +6,1%) e dalla Toscana (665mila euro, +3,3%).
Sono alcuni dei dati diffusi in vista dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. L'edizione di quest'anno di Vinitaly si preannuncia da record e ha registrato un aumentato del 25% del numero degli espositori esteri; spazi assegnati in quartiere già lo scorso dicembre; l'incoming di delegazioni commerciali selezionate da 58 Paesi; la presenza di operatori professionali provenienti da 140 nazioni (lo scorso anno aveva visto 128mila presenze totali di cui 48mila dall'estero). In crescita anche l'offerta "verde" con le aree Vivit, Vinitalybio e Fivi, che vede la presenza di 4.319 espositori da 33 Paesi e 13mila vini iscritti.

Intanto l'Area Studi di Mediobanca ha presentato l'aggiornamento annuale dell'indagine sul settore vinicolo italiano e internazionale che analizza i volumi aggregati del periodo 2012-2016.
L'indagine ha dimostrato per i vini italiani una crescita per l'ottavo anno consecutivo. Nel 2017 aumenta il fatturato delle società italiane (+6,5% sul 2016) grazie alla buona performance dell'export (+7,7%), con il boom del commercio verso l'Asia (+21,1%), ma anche al contributo delle vendite domestiche (+5,2%). Aumentano gli occupati (+1,8%), continuano a crescere gli investimenti (+26,7%) e c'è ottimismo sulle aspettative di vendita per il 2018. Punte di diamante si confermano le aziende venete e toscane. Anche l'aggregato dei 15 maggiori produttori internazionali quotati è in crescita.

Da segnalare che nel 2017 l'export delle cantine cooperative ha toccato la cifra record di 1,9 miliardi di euro
(+5,6%), una quota pari al 32% del valore complessivo delle esportazioni italiane di vino, che secondo dati Istat si attestano in valore a 5,9 miliardi. Lo afferma un'indagine interna dell'Alleanza cooperative agroalimentari sugli ultimi fatturati delle 480 cantine socie. Se si restringe l'analisi alle prime 25 cantine cooperative per fatturato, emerge che esse realizzano da sole un quinto (21%) di tutte le vendite di vino italiano all'estero. «La grande crescita dell'export cooperativo - spiega il presidente dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri - conferma l'assoluta posizione di leadership delle nostre associate nella produzione e commercializzazione di vino e avvalora la bontà dei notevoli investimenti realizzati negli ultimi anni dalle cantine proprio per presidiare tutti i principali mercati esteri». Secondo quanto rilevato dal rapporto 2017 dell'Osservatorio della cooperazione agricola italiana, l'export delle prime 25 cantine cooperative ha avuto nell'ultimo anno una crescita del +8,8%, un tasso che è quasi il triplo rispetto a quello registrato nello stesso periodo a livello nazionale (+3,2%). All'Alleanza aderiscono 480 cantine cooperative, per 141mila soci produttori e oltre 9mila addetti, per una produzione pari al 58% della produzione vinicola media del Paese e un giro d'affari di 4,5 miliardi, pari al 44% del totale del fatturato vino nazionale.

Nella classifica delle prime società vinicole per fatturato pubblicata nell'indagine 2018 sul settore dell'Area studi Mediobanca compaiono anche quest'anno otto cantine cooperative tutte con fatturati superiori a 100 milioni di euro: Cantine Riunite &CIV, Caviro, Mezzacorona, Cavit, Soave, Gruppo Cevico, Collis Veneto Wine Group e La Marca.