Mario Draghi non ha deluso le attese. A luglio aveva promesso che avrebbe fatto «tutto il necessario» per salvare l’euro e ieri – nel giorno in cui la sua Bce ha dovuto annunciare che l’intera Eurozona nel 2012 è in recessione – ha potuto rivelare la nuova arma anti-spread, scavalcando la fiera opposizione della Bundesbank di Jens Weidmann. Si chiama
Outright Monetary Transactions (Omt, cioé Transazioni monetarie dirette) il nuovo programma di acquisti di Paesi sotto attacco dei mercati, come la Spagna e l’Italia, mentre il vecchio e poco efficace Smp (
Securities Markets Programme) viene concluso. Una riunione, ha riferito il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, presente insieme al commissario agli Affari economici Olli Rehn, «andata bene», «senza problemi». Cauto, ma non negativo, il cancelliere Angela Merkel, in visita in Spagna. «La Bce agisce in modo indipendente, nel quadro del suo mandato» ha detto, aggiungendo però che «tutte le misure che servono la stabilità monetaria, come quelle della Bce, non possono sostituire le azioni politiche». Secondo Christine Lagarde, direttore del Fmi, «una decisa attuazione del nuovo programma di interventi della Bce aiuterà la crescita».L’ex governatore di Bankitalia in conferenza stampa non ha esitato a togliersi un sassolino dalla scarpa, rispondendo a un giornalista tedesco che parlava di «italianizzazione». «Non identificherei questa decisione – ha replicato Draghi – con questa caricatura di "cosa italiana". Non lo è. È il Consiglio dei governatori che, con la sua decisione quasi unanime, ha preso questa misura». Quasi unanime, appunto. «Indovinate voi chi», ha risposto ironico a chi gli chiedeva conferma ufficiale del no di Weidmann.Polemiche a parte, la sostanza è che la posta in gioco è enorme. «Dobbiamo – ha detto Draghi – essere nella posizione di salvaguardare la trasmissione della politica monetaria» e dunque «preservare l’Eurozona come entità unica». L’Omt «ci consentirà di affrontare le severe distorsioni dei mercati dei titoli di Stato che si fondano su timori infondati da parte degli investitori sulla reversibilità dell’euro». In questo modo, ha spiegato ancora Draghi, «avremo un baluardo pienamente efficace per evitare scenari distruttivi con, potenzialmente, gravi sfide alla stabilità dei prezzi nell’Eurozona». E dunque, insiste ancora una volta il presidente con l’occhio rivolto ai critici, «agiamo strettamente nel nostro mandato di mantenere la stabilità dei prezzi sul medio termine e agiamo in modo indipendente nel determinare la politica monetaria. E l’euro è irreversibile». «Non ci sono limiti» per gli acquisti, ha spiegato Draghi, l’entità sarà «adeguata al conseguimento degli obiettivi». Si tratterà di titoli di breve termine (massimo tre anni) sul mercato secondario, subordinato ad analoghi acquisti sul primario (le aste) da parte del Fondo salva Stati Efsf/Esm. Soprattutto, il loro acquisto sarà vincolato a una richiesta formale da parte dei governi interessati, e a precise condizioni fissate in un
memorandum, preferibilmente con il coinvolgimento anche del Fmi. Gli acquisti Omt, avverte Draghi, «potranno esser terminati una volta raggiunti gli obiettivi o qualora vi sia una inottemperanza» da parte degli Stati beneficiari.Condizioni precise e dure imposte soprattutto dai "falchi" del Nord Europa eppure insufficienti a placare l’ira di Weidmann. In un durissimo comunicato di dissenso la Buba definisce il nuovo programma «equivalente a finanziare i governi stampando moneta», con il rischio di assoggettare «la politica monetaria a quella fiscale». «Se il programma – si legge ancora – porterà ad uno slittamento del processo riformatore, il risultato sarà un indebolimento della fiducia nella capacità dei leader di risolvere la crisi». La Buba paventa inoltre «il pericolo aggiuntivo che la banca centrale ridistribuisca notevoli rischi tra i contribuenti di vari paesi. Una ridistribuzione che può essere autorizzata solo da parlamento e governi eletti».Il lancio del nuovo programma non deve far dimenticare l’altra, importante notizia della giornata, purtroppo negativa. E cioè che la Bce ha dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita per l’Eurozona: nel 2012 sarà in piena recessione, tra -0,6% e -0,2%. Dubbi anche sul 2013: la forchetta è tra -0,4% e +1,4%. «I rischi sulle previsioni economiche dell’Eurozona – ha avvertito Draghi – sono negativi. Questo soprattutto per le tensioni in numerosi mercati finanziari dell’Eurozona e il possibile contagio sull’economia reale dell’Eurozona. Questi rischi dovrebbero essere contenuti da azioni efficaci di tutti gli attori politici».