Economia

Intervista. Furlan: «Vicina l'intesa sulle pensioni»

Francesco Riccardi sabato 30 luglio 2016
«Abbiamo un altro segno più davanti al dato sull’occupazione e questo è certamente positivo. Non posso dimenticare, però, che ci sono ancora poco meno di 3 milioni di persone disoccupate e finché non riusciremo a dare loro un’opportunità non ci accontenteremo». La leader della Cisl Annamaria Furlan guarda con il consueto realismo alla fotografia dell’occupazione, mentre annuncia che sulle pensioni «l’accordo è vicino». Oltre il dato generale positivo, colpisce che a giugno siano solo gli autonomi ad aumentare. Che cos’è il ritorno delle Partite Iva o della precarietà dei voucher? Occorre verificare se la tendenza si conferma e approfondirne la genesi. Sappiamo già, però, che l’esplosione dell’utilizzo dei voucher ne segnala abusi e nasconde vero e proprio lavoro nero. In particolare in agricoltura e nell’edilizia. L’intenzione del governo di rafforzare la tracciabilità dell’uso dei 'buoni' è positiva ma non basta. Va nettamente ridimensionato l’ambito di utilizzo dei voucher. Fino ad escludere l’utilizzo in agricoltura e nell’edilizia?Sarebbe certamente opportuno. Il governo sembra essersi convinto a sbloccare la contrattazione nel pubblico impiego... Finalmente una buona notizia. Il blocco per 7 anni è stato una palese ingiustizia ed è importante che ora il governo pensi a stanziare risorse adeguate. Il premier però sembra orientato più a 'premiare il merito' che non a deliberare aumenti per tutti. L’importante è che ci siano le risorse e che si riapra la contrattazione. Poi sarà in quella sede che si deciderà la ripartizione dei fondi per gli aumenti. Il rinnovo del contratto nazionale è indispensabile per attuare la riforma della pubblica amministrazione e la contrattazione di secondo livello è la sede propria per innalzare produttività del lavoro e qualità del servizio offerto ai cittadini. Ancora non siete riusciti a riformare il modello contrattuale, però. In realtà siamo a buon punto. Nei giorni scorso abbiamo firmato l’intesa con le piccole imprese di Confapi, siamo vicini all’accordo con Confcommercio, il comparto dell’artigianato e altri datori, mentre con Confindustria prosegue il confronto su ammortizzatori sociali, fisco e come incentivare la ripresa anche con una nuova contrattazione. Sì, ma l’impasse con gli industriali non si sblocca. E sul contratto dei metalmeccanici non si fanno passi avanti. Federmeccanica deve capire che non è accettabile la sua proposta che prevede aumenti salariali solo per il 5% dei lavoratori del comparto. Occorre responsabilità da parte di ognuno per arrivare a un rinnovo vantaggioso per tutti i soggetti. La contrattazione di secondo livello in Italia riguarda una minoranza di imprese. Va benissimo potenziare gli accordi aziendali (o territoriali) ma il contratto nazionale, oltre a fissare le regole generali valide per tutti, deve conservare una funzione di garanzia del potere d’acquisto dei salari di tutti i lavoratori. Poi con i contratti integrativi si possono definire meglio i diversi regimi di orario, l’organizzazione del lavoro, discutere di produttività e welfare aziendale. Sulle pensioni siete vicini all’intesa col governo? Se il governo rispetta la parola data, e confermerà nei fatti gli «stanziamenti significativi» di cui ha parlato anche oggi (ieri, ndr), l’accordo si può stringere per fine settembre. I tavoli tecnici, infatti, hanno già individuato le priorità su cui intervenire. Sono in programma altri due incontri dopo le ferie e un vertice 'politico' a metà settembre. Si può chiudere prima del varo della legge di Stabilità. Come? Rivedendo il meccanismo che lega il pensionamento all’aspettativa di vita? Sì, ma non solo. Dobbiamo agire su tre generazioni: i giovani, le persone vicine alla pensione e chi è già in quiescenza. Ai ragazzi prevedendo la ricongiunzione gratuita dei contributi, a chi è vicino alla pensione con maggiore flessibilità d’uscita in particolare per i lavori usuranti e per chi è già uscito con l’aumento degli assegni più bassi.