Strumenti finanziari per il non profit. I Cantieri di ViceVersa per il Terzo Settore
La riforma del Terzo settore pone importanti sfide per il futuro. Per cogliere tutte le opportunità che declina, è indispensabile che ci siano anche gli strumenti finanziari di supporto. Allo stato attuale in Itala siamo invece in presenza di un gap piuttosto profondo tra domanda e offerta di prodotti finanziari disponibili per spalleggiare tutte le attività del Terzo settore. Per questo è nato il progetto "Cantieri ViceVersa - network finanziari per il terzo settore", promosso dal Forum nazionale del Terzo settore e dal Forum per la Finanza sostenibile. Ha come obiettivo proprio quello di creare contatti e sinergie tra due mondi solo apparentemente molto distanti, ma che già da tempo sono reciprocamente in contatto.Il Terzo settore ha iniziato a mettere da parte la diffidenza verso una realtà percepita come distante, spesso identificata unicamente come un erogatore del credito. D’altro canto, la finanza ha iniziato a investire sulla sostenibilità perché crea valore e genera investimenti.
«La finanza sostenibile è esplosa con l’impact investing, che è triplicato. Ora masse importanti di capitali si spostano verso questi progetti», spiega Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la Finanza sostenibile. Il sistema sta mutando pelle e ViceVersa vuole essere una leva del cambiamento. Con il supporto di partner come Aiccon, Tiresia, Cgm finance, Cooperfidi Italia e CSVnet, punta a realizzare momenti di scambio, seminari e incontri tra i due mondi, per permettere ai soggetti che li animano di costruire conoscenze reciproche, un lessico condiviso, una rete relazionale sempre più solida. Tutto questo realizzando prototipi di soluzioni finanziarie che rispondano alle rispettive necessità. ViceVersa si divide in tre fasi e dura circa otto mesi. La prima fase è articolata nella parte "Vice", dove «analizzeremo i modelli di creazione del valore dei soggetti del terzo settore, anche di quelli che non partono da paradigmi economici», precisa Claudia Fiaschi, la portavoce del Forum nazionale del Terzo settore. Al vaglio passeranno best practice provenienti dai settori più disparati: cultura, agricoltura sociale, housing sociale, rilancio aree rurali, non autosufficienza, infanzia, invecchiamento, per citarne alcune. Poi si procede con la parte "Versa" dove vengono coinvolti gli addetti ai lavori del lato dell’offerta finanziaria dedicata: network, laboratori, organizzazioni, centri studi e università specializzati nell’analisi e progettazione degli strumenti finanziari per il mondo del non profit.
Analizzeranno i prodotti esistenti, ma anche quelli che potranno essere sviluppati in virtù delle previsioni del Codice del terzo settore. Si passa poi alla seconda fase, «quella di cantiere. Dove selezioneremo alcune situazioni e su quelle verranno costruiti prototipi di prodotti» che calzino al meglio con le particolarità e la natura delle esperienze esaminate, prosegue Fiaschi. È uno dei momenti più delicati dell’intero processo. La promessa degli organizzatori è che ci sarà assoluta sartorialità nell’approntare il modello vincente, in modo che ogni volta sia innovativo e sostenibile. Infine, la terza fase, «quella di messa alla prova delle soluzioni esaminate con chi, nella quotidianità, utilizza questo strumenti». Ovvero banche, fondi di investimento, compagnie assicurative e fondazioni di erogazione. Questo sarà anche un momento per illustrare le criticità dell’offerta attuale e le cause della mancata allocazione totale dei prodotti e delle risorse esistenti. I risultati dei lavori saranno raccolti in un report che verrà presentato durante l’assemblea nazionale del Forum del Terzo settore, nel giugno del 2019 a Roma. In questo momento gli addetti stanno selezionando le case history migliori, in attesa di partire il prossimo gennaio.