Maggiore trasparenza, maggiore sostenibilità della performance nel tempo, remunerazioni totali in calo per ad e presidente Cda e in aumento per direttori generali e altri dirigenti strategici, minor ricorso all’equity nei piani di incentivazione a medio-lungo termine, riduzione della distanza tra la retribuzione del neo laureato e quella dell’ad, aumento del numero delle donne nei Cda.Questo in sintesi il V Rapporto Executive Compensation, che riassume
tendenze, prassi e livelli di mercato della remunerazione dei vertici
aziendali (presidente, amministratori delegati, direttori generali,
altri dirigenti con responsabilità strategiche e altri componenti del
Cda – amministratori esecutivi, amministratori non esecutivi eccetera) e si
rivolge a chi è chiamato a prendere decisioni su questi temi. L’analisi,
inoltre, costituisce un riferimento di tendenze e prassi del mercato
anche per le società non quotate, perché spesso le pratiche delle società più 'visibili' diventano un benchmark per molte altre realtà
aziendali.Per il quinto anno consecutivo Od&M Consulting - società di
consulenza appartenente a Gi Group, specializzata nella realizzazione di
indagini retributive e benchmark di metodologie e pratiche riguardanti
sistemi incentivanti e politiche retributive - ha analizzato la
remunerazione dei vertici aziendali di un campione rappresentativo di società quotate nella Borsa Italiana attraverso la lettura dei bilanci,
delle relazioni sulla remunerazione e delle relazioni sul governo
societario e gli assetti proprietari."Parlando di dinamiche retributive dei vertici delle società quotate in Italia - spiega
Simonetta Cavasin, ad di Od&M Consulting - è interessante notare come siano in discesa le remunerazioni di chi ricopre il ruolo di presidente del Cda e ad. Crescono, invece, del 10% circa i compensi di direttori generali e altri dirigenti con responsabilità strategiche, per i quali si sta puntando sempre di più alla valorizzazione della componente variabile della retribuzione legata al raggiungimento di determinati risultati, anche attraverso piani di incentivazione di medio-lungo periodo. Queste sono solo alcune delle evidenze emerse dal Rapporto che, giunto ormai alla sua V edizione, rappresenta un valido strumento di benchmark, utile a coloro che ricoprono un ruolo decisionale in ambito Hr anche nelle società non quotate, che spesso, su tendenze e prassi del mercato, si confrontano con le realtà più grandi. Lo studio nasce dalla lettura dei bilanci, delle relazioni sulla remunerazione, sul governo societario e gli assetti proprietari di un campione rappresentativo di 140 Società quotate che contribuiscono all’autorevolezza dell’indagine, la cui forza risiede nell’analisi approfondita di oltre 2.400 profili remunerativi di membri del Cda e dirigenti con responsabilità strategiche da cui derivano analisi dettagliate e trend retributivi certificati e anonimi per 17 posizioni professionali".