Finanza. L'inflazione spinge la Bce verso l'aumento dei tassi
La sede della Banca centrale europea illuminata per i 20 anni dell'euro
L’impennata dell’inflazione – in Italia e in Europa – aumenta la pressione sulla Banca centrale europea perché acceleri la stretta monetaria.
Intervistato da Bloomberg, Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca e membro del consiglio direttivo della Bce, ha detto che senza «un’azione decisiva» le aspettative sui prezzi rischiano di diventare “disancorate” spingendo ulteriormente l’inflazione. «Un aumento dei tassi di 50 punti base manderebbe il messaggio chiaro e necessario che la Bce è seria nella volontà di contrastare l’inflazione – ha detto Holzmann –. Un chiaro segnale sui tassi di interesse aiuterebbe anche a sostenere il tasso di cambio dell’euro. Un euro debole non aiuta sul fronte dell’inflazione».
In Austria l’inflazione a maggio ha raggiunto l’8,1%, in linea con la media della zona euro (in Italia, calcolata secondo i parametri europei, è al 7,3%).
Gli analisti di Deutsche Bank hanno diffuso uno studio dove si prevede un aumento dei tassi di mezzo punto nel corto del terzo trimestre: 25 punti base a luglio e 25 a settembre. «Riteniamo che la Bce continui a sottovalutare l’inflazione e ci aspettiamo che con l’avanzare dell’estate aumenterà il consenso per un aumento di 50 punti base».
Philip Lane, capo economista della Bce, ha detto in un’intervista con Cinco Días pubblicata martedì che il ritmo di 25 base ad aumento sarebbe quello migliore per la “normalizzazione” dei tassi di interesse.
Il tasso di interesse principale della Bce è a zero dal 16 marzo del 2016 mentre quello sui depositi è negativo (-0,50%).