Banche. UniCredit vuole conquistare Banco Bpm, il governo è contrario
La torre di UniCredit, in piazza Gae Aulenti, a Milano
UniCredit ha lanciato un’offerta di scambio di azioni (Ops) con l’obiettivo di prendere il controllo di Banco Bpm, che attualmente è la quarta banca italiana per capitalizzazione dopo Intesa Sanpaolo, la stessa UniCredit e Mediobanca. Se l’operazione si completerà, UniCredit e Banco Bpm si fonderebbero e il gruppo diventerebbe la terza maggiore banca d’Europa.
Che cosa prevede l'offerta
L’offerta, arrivata a sorpresa lunedì mattina prima dell’apertura della Borsa di Milano, prevede lo scambio di 0,175 azioni di UniCredit per ogni azione di Banco Bpm. In base ai valori di venerdì scorso la valutazione dell’intera Banco Bpm è di circa 10,1 miliardi di euro: un’azione di UniCredit alla fine della settimana di scambi valeva poco più di 38 euro, quindi la proposta valuta ogni azione di Banco Bpm 6,657 euro, che è lo 0,5% in più rispetto al prezzo di venerdì scorso e il 14,8% in più rispetto al 6 novembre, il giorno prima che Banco Bpm annunciasse l’offerta su Anima Holding, una delle principali società italiane nel settore del risparmio gestito.
Per procedere con l’operazione, UniCredit dovrà fare un’operazione di aumento di capitale, cioè emetterà nuove azioni da scambiare con quelle di Banco Bpm: precisamente con l’aumento, che dovrà essere votato dagli azionisti in un’assemblea straordinaria convocata per il prossimo 10 aprile, UniCredit emetterebbe 266 milioni di nuove azioni (sarebbe un aumento del capitale del 13,9%) e le venderebbe per raccogliere qui 10,1 miliardi di euro necessari a procedere con l’Ops.
Se accetteranno l’offerta azionisti che hanno almeno il 66,67% delle azioni di Banco Bpm (cioè due su tre) UniCredit considererà l’offerta di scambio accettata. Se conquisterà il 90% delle azioni potrà procedere con il delisting, cioè ritirerà le azioni di Banco Bpm dalla Borsa di Milano.
Gli obiettivi di UniCredit
Il principale obiettivo di questa operazione è fare di UniCredit la principale banca italiana e una delle maggiori banche europee. Da tempo Andrea Orcel, ceo di UniCredit dall’aprile del 2021, sta lavorando ad acquisizioni per fare crescere la banca. Ha provato a prendere il controllo della tedesca Commerzbank, prendendo una quota di azioni del 21%, ma ha incontrato resistenze finanziarie e politiche e al momento l’operazione è “in pausa”: «Aspetteremo, in rispetto della Germania e delle prossime elezioni che richiedono tempo per valutare la nostra posizione. Sarà un'attesa relativamente lunga» ha spiegato ieri il manager agli analisti.
Andrea Orcel, 61 anni, alla guida di UniCredit dal 2021 - Ansa
Dall’integrazione con Banco Bpm, secondo le stime di UniCredit, si otterranno “sinergie”, cioè riduzioni di costi, per 1,2 miliardi all’anno e sarà possibile accelerare gli investimenti in innovazione e tecnologia.
«Con questa acquisizione di uno dei nostri obiettivi storici, rafforziamo la nostra posizione in Italia, e al contempo incrementiamo ulteriormente il valore che possiamo creare per i nostri stakeholder in quel mercato così come per i nostri azionisti – ha detto ancora Orcel presentando l’operazione agli analisti finanziari –. L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, UniCredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida».
I tempi dell'operazione
I tempi dell’operazione, nei piani di UniCredit, sarebbero rapidi: entro 20 giorni il documento di questa Ops sarà presentato alla Consob mentre i documenti per ottenere le necessarie autorizzazioni saranno inviati alle autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Banca centrale europea e Ivass per la quota di controllo di Anima). Il 10 aprile i soci UniCredit saranno chiamati a votare l’aumento di capitale, quindi inizierà il periodo di adesione in cui gli azionisti di Banco Bpm decideranno se accettare o meno la proposta (per ora il consiglio di amministrazione della banca non ha commentato) . Se tutto andrà come spera Orcel, entro il 2025 UniCredit potrà chiudere l’operazione per poi arrivare a una piena integrazione di Banco Bpm nel giro di un anno.
La reazione del governo
L'offerta a sorpresa della banca ha incontrato l'ostilità del governo. L'operazione «è stata comunicata ma non concordata con il governo – ha sottolineato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, a margine di un’audizione –. Anche perché come noto esiste la golden power, il governo farà le sue valutazioni, e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine di una audizione in Commissione a San Macuto, interpellato da chi gli chiedeva se questa mossa facesse sfumare il possibile terzo polo bancario. «Citando von Clausewitz – ha aggiunto il ministro – il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti. Poi chissà magari stavolta questa regola».
Anche più critico il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: «A me le concentrazioni e i monopoli non piacciono mai, ero rimasto al fatto che Unicredit volesse crescere in Germania. Non so perché abbia cambiato idea. Unicredit ormai di italiano ha poco e niente: è una banca straniera, a me sta a cuore che realtà come Bpm e Mps che stanno collaborando, soggetti italiani che potrebbero creare il terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà».