Auto elettriche. Perché Elon Musk vuole licenziare 14mila dipendenti di Tesla
Tesla aveva cancellato un’auto economica promessa da tempo, che avrebbe dovuto costare 25.000 dollari, su cui gli investitori contavano per stimolare la crescita del mercato di massa
Tesla, la più grande casa automobilistica del mondo per valore di mercato, con 140.473 dipendenti a livello globale a dicembre 2023, ha deciso di tagliare oltre il 10% della sua forza lavoro globale che equivale a 14mila posti di lavoro. «Abbiamo preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10% a livello globale – ha spiegato l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk in una lettera ai lavoratori –: questo ci consentirà di essere snelli, innovativi e desiderosi di affrontare il prossimo ciclo di fase di crescita». Il titolo di Tesla ha perso il 31% dall’inizio dell’anno, a causa di un calo della domanda di auto elettriche e di un’agguerrita concorrenza da parte delle rivali cinesi. Secondo il sito specializzato, Electrek.co che ha riportato per primo la notizia del taglio del personale nell’azienda texana verrebbe anche ridotta la produzione nella Gigafactory di Shanghai.
Ma quali sono le cause di questi licenziamenti? Da un lato, la brutale guerra dei prezzi con i veicoli elettrici prodotti in Cina, dall’altro, sicuramente ha inciso il rallentamento mondiale delle vendite di veicoli elettrici. Nel dettaglio le consegne globali di veicoli nel primi tre mesi del 2024 per Tesla sono diminuite per la prima volta dal 2020 quando il Covid-19 frenò produzione e vendita. Ma non è tutto, il produttore americano di veicoli elettrici è stato lento nel rinnovare i suoi modelli obsoleti: secondo alcune fonti riportate da l’agenzia internazionale, Reuters è stata cancellata un’auto economica che avrebbe dovuto costare 25.000 dollari, promessa da tempo e su cui gli investitori contavano per stimolare la crescita del mercato di massa.
Al tempo stesso gli alti tassi di interesse hanno indebolito l’appetito dei consumatori per i modelli Tesla costosissimi, mentre i rivali in Cina, considerato il più grande mercato automobilistico del mondo, hanno iniziato a lanciare modelli più economici.
In altre parole, i tagli ai posti di lavoro arrivano contestualmente al rallentamento delle vendite di veicoli elettrici che destabilizza l’intera industria automobilistica globale, con le aziende lungo tutta la catena di fornitura che si trovano costrette a tagliare posti di lavoro e costi di produzione.
Reuters
L’adozione dei veicoli elettrici è stata più lenta del previsto tanto che anche il gruppo petrolifero ed energetico inglese, Bp ha preso la decisione di ridurre di oltre un decimo la forza lavoro nella sua attività di ricarica di veicoli elettrici, ritirandola da diversi mercati dopo che la scommessa sulla rapida crescita delle flotte di veicoli elettrici commerciali non ha portato i frutti sperati. Si parla di 900 persone licenziate per Bp, con molti dipendenti spostati in altre divisioni.
Il piano di passaggio dal petrolio e dal gas all’energia a basse emissioni di carbonio aveva creato non pochi dubbi negli investitori e Bp Pulse negli ultimi mesi ha deciso di adeguarsi e ridimensionare il numero di Paesi su cui si concentra da 12 a quattro – Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Cina – e nei quali ha previsto una crescita più rapida nel mercato dei veicoli elettrici. La ricarica dei veicoli elettrici rimane uno dei cinque principali motori di crescita per Bp: alla fine del 2023 Bp aveva oltre 29.000 punti di ricarica in tutto il mondo, rispetto ai 22.000 dell’anno precedente. L’obiettivo è arrivare a 100.000 punti entro il 2030. Inizialmente la Bp si era aspettata che le flotte di auto commerciali sarebbero state le prime e le più rapide a passare ai veicoli elettrici su larga scala, ciò non ha funzionato, in parte perché i governi hanno allentato i mandati per il passaggio ai veicoli elettrici. E questo ha portato già lo scorso maggio la Bp a chiudere la propria attività di ricarica domestica di veicoli elettrici, concentrandosi principalmente sugli hub di ricarica rapida.
Tornando a Tesla, anche il vicepresidente senior, Drew Baglino, dopo 18 anni ha fatto sapere di aver lasciato la casa madre di Austin, in Texas.
I made the difficult decision to move on from Tesla after 18 years yesterday. I am so thankful to have worked with and learned from the countless incredibly talented people at Tesla over the years.
— Drew Baglino (@baglino) April 15, 2024
I loved tackling nearly 🤣 every problem we solved as a team and feel gratified…
Si tratta della seconda partenza di un alto dirigente in otto mesi ed è ritenuto da diversi analisti «il segnale negativo più grande di oggi» anche rispetto all'annuncio dei tagli ai posti di lavoro. Gli analisti americani sostengono che i licenziamenti sono un altro segno che Tesla farà fatica a mantenere la crescita. «Tesla sta maturando come azienda e non è più la storia di crescita di una volta», ha affermato Craig Irwin, analista senior nella società di investimenti californiana, Roth Capital. «I licenziamenti implicano che il management si aspetta che la domanda debole persista».