L'emergenza. Un italiano su quattro ha paura di non poter pagare luce e gas
Se ne parla troppo poco, solo il 6% degli italiani sa cosa sia, eppure uno su 4 pensa di non riuscire a sostenere i costi energetici della sua famiglia e l’81% degli italiani teme che le spese del prossimo futuro aumenteranno. La povertà energetica, l’incapacità insomma di far fronte al funzionamento dei propri elettrodomestici e tecnologia di casa e di riuscire a pagare le bollette, riguarda circa 2,2 milioni di famiglie nel nostro Paese (8,5%). Ecco perché l’Ipsos parla di “poli-crisi”, definendo in questo modo il periodo che stiamo vivendo, caratterizzato da crisi energetica, emergenza sanitaria da Covid, guerra russo-ucraina, inflazione. Tutti fattori che, conferma l’Ipsos, hanno un impatto emotivo, economico e sociale importante sulle persone. Queste le conclusioni dei dati presentati dal presidente dell’istituto Nando Pagnoncelli ieri, nel corso della quarta Plenaria del Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica”, l’iniziativa promossa nel 2021 dal Banco dell’Energia e sottoscritta ad oggi da più di 70 realtà tra i principali gestori dell’energia in Italia, enti del Terzo settore ed economia civile.
Quest’anno, infatti si sono aggiunti 15 nuovi firmatari; tra cui Plenitude ed Enel, oltre ad Edison, entrata nel 2022, che stanzierà un milione di euro per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili e solidali. Tutte iniziative che si sommano ai progetti già in atto in molte realtà complicate, come la Calabria o le periferie di Napoli e Torino, queste ultime grazie al supporto della Federazione nazionale Società San Vincenzo De Paoli. La necessità di fare sistema è evidente, visto che la metà degli italiani (52%) pensa che potrebbe essere impossibile sostenere una spesa imprevista; uno su tre teme la prospettiva di spese importanti, come il cambio di un elettrodomestico; uno su quattro (27%) è preoccupato di non riuscire a pagare le bollette delle utenze domestiche. Inoltre, stando all’ultima rilevazione Ipsos, la percezione di insoddisfazione e di peggioramento delle proprie condizioni è aumentata rispetto al 2022. In varia misura, comunque, il fenomeno della povertà energetica tocca il 64% degli italiani. In più un italiano su quattro immagina che nel 2024 le proprie bollette aumenteranno ulteriormente di oltre il 30%.
Di conseguenza le famiglie pensano di aver bisogno di adottare strategie di consumo volte a compensare l’aumento del costo di energia elettrica e gas: su tutte, la riduzione dell’uso di aria condizionata, riscaldamento, acqua calda, elettricità (41%, contro il 42% dell’ottobre scorso). Il manifesto, spiega il responsabile del Banco dell’Energia Marco Patuano, ha come «obiettivo non solo il sostegno a chi ne ha bisogno, ma anche infrastrutture. Che significa aiutare il Terzo settore a risolvere il loro problema energetico e a donare l’energia prodotta in eccedenza alla comunità». Questo è, difatti, il senso delle comunità energetiche solidali che il Banco porta avanti insieme ad Edison. «La nostra consapevolezza - spiega così l’ad di Edison Mario Monti - è che il sostegno alle famiglie più svantaggiate sia realizzabile solo facendo sistema con imprese, enti e associazioni».
Il contrasto alla povertà ed inclusione sociale e lavorativa infatti, ricorda la vice ministra del Lavoro e Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, «passa inevitabilmente dalla lotta alla povertà energetica» e questa è una questione che si affronta solo «con una alleanza tra pubblico, privato e privato sociale». Parla inoltre di agire su più fronti il sottosegretario all’Economia Lucia Albano, per cui «da un lato serve continuare a governare i costi dell’energia e l’impatto sulle famiglie, ma dall’altro occorre avviare un percorso di educazione all’utilizzo consapevole dell’energia ». Con il progetto “Energia in periferia” a Napoli e Torino, sottolinea Marco Guercio, vicepresidente dei vincenziani, abbiamo tra gli obiettivi «la riduzione del 10% del consumo di energia, grazie ad un uso più consapevole degli elettrodomestici». La convinzione perciò del presidente del Banco Alimentare Giovanni Bruno, è che «la solidarietà non può essere un’appendice del sistema economico, ma uno dei suoi principi cardine».