Bruxelles. «L'Ue si prepari a stop del gas russo». Manca l'accordo sul tetto al prezzo
Il riferimento al tetto al prezzo (price cap) entra nell'ultima versione della bozza di conclusioni del Consiglio Europeo che si apre oggi a Bruxelles. Il testo - del quale l'Ansa ha preso visione - nel paragrafo dei temi economici, al punto 23, vede l'aggiunta nel quale si legge che il Consiglio "nel contrasto all'uso come arma del gas da parte della Russia e richiamando le conclusioni del 31 maggio, invita la Commissione a perseguire nei suoi sforzi nell'assicurare le forniture energetiche a prezzi accessibili".
L’energia «non è ufficialmente in agenda – spiegava ieri un alto funzionario Ue – ma era più che previsto che l’energia sarebbe stato un tema importante in questo vertice, soprattutto durante l’Eurosummit di venerdì», che sarà a 27 e affronterà le questioni economiche dell’Ue. Perché il vertice si apre sullo sfondo delle crescenti riduzioni di forniture da parte di Gazprom, con lo spettro di uno stop totale, mentre le scorte di gas sono ben lungi dall’80% previsto per ottobre-novembre.
La preoccupazione è indubbiamente elevata, come sottolineano dichiarazioni rese ieri al Financial Times da Faith Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea). «L’Europa – afferma – deve esser pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente interrotto. Quanto più ci avviciniamo all’inverno, tanto più comprendiamo le intenzioni di Mosca: ritengo che i tagli siano destinati a impedire all’Europa di riempire le scorte, aumentando così la leva a disposizione della Russia». Nella bozza dell’Eurosummit si afferma che l’invasione russa ha provocato l’aumento dei prezzi energetici, delle materie prime e degli alimenti, con conseguenze per la crescita e l’inflazione. Una cosa appare chiara: decisione concrete sulle misure per affrontare il caroprezzi energetico non sono attese, né previste, da questo vertice.
L’Italia punta però a sfruttare i crescenti stop alle forniture per premere sul fronte del tetto ai prezzi del gas (da imporre al fornitore) e dovrebbe esser riuscita a far passare un punto nelle conclusioni del vertice: se nella versione originaria si parla solo di «utilizzare come arma» («weaponise ») da parte russa la questione alimentare, con lo stop alle esportazioni di cereali ucraini, Roma dovrebbe aver ottenuto l’inserimento anche dell’«utilizzo come arma» riferito al gas. Una questione non da poco, che l’Italia spera le faccia gioco.
Finora il gruppo di Paesi contrari al tetto ai prezzi del gas (tra cui stati come Germania, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Finlandia e altri) ha sempre paventato che il tetto avrebbe rischiato di compromettere il mercato. Per l’Italia in realtà l’argomento non tiene più: il mercato è già ora compromesso dalle scelte di Gazprom. La battaglia è ora per l’inserimento nelle conclusioni di una richiesta alla Commissione Europea di presentare misure per «ottenere prezzi abbordabili». Un po’ sulla falsa riga, insomma, delle conclusioni del vertice del 30-31 maggio in cui i leader avevano incaricato l’esecutivo Ue di «esplorare » la fattibilità di questo tetto. Bruxelles non è entusiasta, varie fonti della Commissione parlano di varie «criticità» per il tetto, ma Palazzo Chigi preme comunque perché le proposte in materia arrivino prima della pausa estiva. Anche se, spiegavano ieri alti funzionari Ue, difficilmente si potrà arrivare a una decisione prima dell’autunno. Per allora sarà chiaro che cosa avrà deciso di fare Mosca e a che punto saranno le scorte di gas.
In realtà, riferisce un diplomatico europeo, per i Paesi contrari, proprio a fronte di una situazione già critica per i tagli di Gazprom, parlare ora di tetto ai prezzi non farebbe che «peggiorare la situazione». Conclusione: sulla questione «non c’è il necessario consenso». «Non c’è alcun cambiamento sulla nostra opposizione» conferma un diplomatico di uno di questi Stati. Il tema terrà banco, ma è probabile che venerdì al vertice si parli anche intanto delle soluzioni alternative, vari Stati tra cui la Germania hanno cominciato a riaccendere centrali a carbone.