Media. Che cosa rischia Musk con la procedura d'infrazione dell'Ue
Elon Musk durante il suo intervento all'evento di Atreju sabato 16 dicembre 2023
Troppi contenuti vietati non rimossi, come l’incitamento terroristico contro Israele da parte di Hamas. Questa è l’accusa principale mossa dalla Commissione Europea, che ha avviato una procedura d’infrazione contro il social network "X" (l’ex Twitter) di proprietà di Elon Musk.
Si tratta della prima procedura nel quadro della nuova normativa Dsa (Digital Services Act), che impone alla maggiori piattaforme Internet (tra cui, oltre X, colossi come Google, Facebook, Amazon, Apple, Booking, Youtube o TikTok) una sorveglianza sui contenuti pubblicati attraverso i loro servizi, con l’obbligo di rimuovere quelli criminali o ingannevoli.
La procedura, spiega una nota della Commissione, si basa "su un’analisi del rapporto sulla valutazione dei rischi sottoposta da X a settembre, il rapporto di X sulla trasparenza e le risposte di X a una richiesta formale di informazioni". Durante la procedura, la Commissione analizzerà se il social network ha rispettato gli obblighi per contrastare la diffusione di contenuti illegali, nonché l’efficacia delle misure prese per combattere la manipolazione dell’informazione sulla piattaforma, le misure per la trasparenza.
Le multe previste in caso di accertata violazione sono salatissime: fino al 6% del fatturato annuo. L’avvio della procedura è destinata ad aumentare le tensioni tra Bruxelles e Musk che, dopo l’acquisto di Twitter nell’ottobre del 2022, ha dichiarato di voler lasciare agli utenti piena libertà agli utenti, senza limitazioni. Riattivando subito, inoltre, l’account dell’ex presidente Donald Tusk.