CRISI ED EUROPA. Eurostat: l'Italia è ultima Confindustria: arretriamo
Crescita zero per il Pil dell'eurozona e dell'Ue nel primo trimestre dell'anno: la conferma è arrivata oggi da Eurostat. Nello stesso periodo l'Italia ha registrato una flessione del Pil dello 0,8%, il risultato peggiore tra quelli riportati da Eurostat dopo l'Ungheria (-1,3%) e la Repubblica ceca (-1%).L'ALLARME DI CONFINDUSTRIAL'Italia soffre" la recessione, un "feroce" credit crunch, la bassa redditività: lo rileva il Centro studi di Confindustria. "L'Italia arretra", per produzione manifatturiera scivola da quinta a ottava scavalcata da India, Brasile e Corea Sud. È a rischio "la stessa sopravvivenza" di "parti importanti dell'industria". "Nuova recessione, credit crunch e bassa redditività soffocano l'industria italiana", avverte il rapporto sugli scenari industriali degli economisti di Viale dell'Astronomia. Avvertendo che "la ricaduta in recessione mette a repentaglio l'industria italiana". E che "per rafforzare il manifatturiero, motore della crescita attraverso l'innovazione, è tornata strategica la politica industriale": ma è un punto debole del nostro Paese - rileva il capo del centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi - per i limiti legati alle "inefficienze della pubblica amministrazione" ed alla mancanza di "governi dalla visione di lungo periodo". Coonfermando una "scalata degli emergenti", nella classifica per produzione manifatturiera 'L'Italia con una quota che scende dal 4,5 al 3,3% dal 2007 al 2011, passa dalla quinta all'ottava posizione, superata da India, Brasile e Corea del Sud". In tesa è salda la Cina. Perdono quota di produzione gli Stati Uniti (-3,9 punti), Francia e Regno Unito (entrambi -0.9) SPagna (-0,7) e Canada (-0,4). Crecono di più Cina (7,7 punti), India, Indonesia Nel complesso l'Ue15 cala dal 27,1% al 21%. La classifica dei Paesi produttori, indica il CsC, nel 2011 vede quindi prima la Cina che, al primo posto da un triennio, in vetta ha "scavalcato ormai stabilmente" gli Stati Uniti. Poi il Giappone (tra i paesi che "Reggono l'urto"), la Germania, la Corea del Sud, Brasile, India e Italia. "La specializzazione merceologica del made in Italy cambia", rileva il rapporto di giugno sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria. Quello che è sempre stato il simbolo del made in Italy, i "beni legati alla moda", dal 1991 al 2011 perde quota dal 21,5% al 13,9% dell'export. Mentre, per esempio, "i prodotti con maggiore intensità tecnologica ed economie di scala sono saliti dal 60,8 al 66,9%", nonostante "una debacle per computer e elettrodomestici". Il sisma in Emilia rende "più impegnativo" una crisi economica dal "quadro periglioso". Lo sottolinea il rapporto di giugno sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria, rilevando che è stata colpita "un'area ad altissima vocazione manifatturiera e cruciale per lo sviluppo industriale del Paese".CENSIS: DEBITO PROCAPITE DI 31MILA EURONel 2011 ogni italiano ha una quota di debito pubblico pari a 31mila euro a fronte di una ricchezza pro capite prodotta in un anno di 26.050 euro. Nel 1970 lo stock del debito era pari a 4,8mila euro pro capite. Gli italiani sono consapevoli di questi dati disastrosi, tanto che il 55,1% preferisce che ai vertici dello Stato ci siano "persone competenti, anche se non elette dal popolo". È quanto emerge da una ricerca del Censis sul pianeta Italia. Nonostante i sacrifici, gli italiani non vogliono distaccarsi dalla Ue: per affrontare l'attuale sitazione il 41,3% degli italiani ritiene necessario "accettare le indicazioni della Ue". Solo il 16,6% vuole uscire dall'euro.INPS: A MAGGIO CASSA INTEGRAZIONE DA RECORD Le ore di cassa integrazione autorizzate dall'Inps alle aziende italiane a maggio rappresentano il valore più alto da luglio 2010. A maggio infatti sono stati autorizzati 105,5 milioni di ore di cassa, un valore che non si realizzava da luglio 2010 (quando si raggiunsero i 113 milioni di ore). L'Inps sottolinea che nei primi cinque mesi dell'anno il numero delle ore autorizzate è sostanzialmente in linea con lo stesso periodo dell'anno scorso (428,3 milioni con un +0,64%) ma che questo dato è il risultato di andamenti diversi tra i comparti. Tra gennaio e maggio le ore richieste dalle aziende industriali (281,8 milioni) sono diminuite del 7,55% sullostesso periodo del 2011 mentre quelle chieste da aziende dell'edilizia (45,9 milioni) sono aumentate del 19,8%. L'incremento più forte è stato registrato dal commercio (64 milioni di ore con un +33,7%) e dai 'rami varì (credito, enti pubblici, agricoltura ecc) con 1,4 milioni di ore in cinque mesi e un +135,71%.