Turismo religioso. Tra solidarietà, ambiente e occupazione
La copertina del libro
Nel suo ultimo libro I diritti nel turismo, per chi viaggia e per chi ospita, Editore Direkta, Roma, la pubblicista e giudice Lucia Cammarota conquista i lettori con uno stile elegante e piacevole, offrendo la sua cultura giuridico-economica, ma soprattutto l’analisi profonda e completa sul turismo, sulla solidarietà e, in particolare, sull’ambiente, spiegando attraverso indicazioni pratiche e semplici, la necessità di cambiare stili di vita e di consumo, per una sana e corretta relazione con il creato, che è dono di Dio. L’autrice, in questi mesi di emergenza sanitaria dovuti alla pandemia, ha voluto rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei valori dell’interdipendenza globale e dei diritti umani, dell’integrazione culturale e dell’accoglienza al fine di contrastare intolleranza e discriminazione: anche per questo, ha ricevuto per il libro il riconoscimento “Human Rights Award”, consegnatole dalla Lega Italiana Diritti dell’Uomo. L’autrice evidenzia il legame tra turismo e solidarietà: anche attraverso la conoscenza di altri luoghi e persone, mettendosi in viaggio, specchiandosi nel diverso, allargando così il proprio orizzonte, si può capire il valore dell’accoglienza. E in Italia non è difficile: tra le tantissime mete da visitare indicate nel saggio, quelle più conosciute come il santuario di Pompei, la chiesa di San Francesco ad Assisi, il santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, la Città del Vaticano, a quelle meno note come il santuario della Madonna della Corona incastonato nella roccia a Ferrara di Monte Baldo, raggiungibile attraverso un antico sentiero.
«Turismo e spiritualità, un binomio sempre più forte. In Italia oltre 6mila chilometri di cammini religiosi, 1.500 santuari, 30mila chiese, 700 musei diocesani, monasteri e conventi – spiega Cammarota -. Un viaggiatore semplice, ma carico di valori, il pellegrino si mette in viaggio per approfondire la propria fede in un contesto di esclusiva spiritualità, per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, per riconoscere i propri errori e iniziare un cammino di ricostruzione».
L’autrice dedica anche un capitolo a Strumenti del web e nuove professioni turistiche. «Il settore del marketing digitale turistico – si legge – è in costante evoluzione; di conseguenza, le figure essenziali sono sempre più richieste. Spicca in primis il ruolo di digital business analyst. Il revenue manager è invece una professione sempre più in ascesa, grazie all’abilità di stabilire e condizionare il prezzo di una camera». Citati anche l’on line advertiser, professionista della pubblicità, specializzato in campagne marketing digitali su Google, Facebook, Instagram eccetera. E ancora: il community manager, il travel designer, il travel influencer, il social media marketing manager, il digital pr. Oltre alle professioni tradizionali (guida, interprete, accompagnatore, animatore, istruttore eccetera) saranno sempre più richiesti ingegneri informatici, matematici, statistici, commercialisti e avvocati esperti del settore. «Una cosa è certa – conclude l’autrice -. Gli operatori del turismo rientrano nei lavori del futuro. Il lavoro c’è. Ma occorre essere preparati e competenti. Ora che la stagione del virus ha azzerato tante attività e si può ripartire su basi nuove, l’occasione è unica. Irripetibile. Servono istruzione, capacità e specializzazione: studiare, studiare, studiare rimane il segreto di ogni vero successo».