Turismo. La ripresa passa anche dall'intelligenza artificiale
Turisti al Colosseo
Le percezioni e prospettive raccolte dai professionisti del settore turistico contenute nel sondaggio Tourism Confidence Index di Unwto, mostrano come il 67% degli operatori prevede per il 2024 risultati in miglioramento rispetto allo scorso anno. Questo riaccendersi della domanda turistica, favorirà una piena ripresa entro la fine dell’anno, sostenendo la traballante economia mondiale con entrate per 1,4 trilioni di dollari. In tale ottica, ci si aspetta che i turisti cerchino sempre più il buon rapporto qualità-prezzo durante i propri soggiorni.
L'Italia risulta anche favorita. Giubileo 2025 e Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono due attrattori turistici di dimensioni globali. Secondo le stime Isnart-Istituto nazionale ricerche turistiche, per entrambi gli eventi emerge un rischio overbooking: per il Giubileo sono previsti 35 milioni di arrivi turistici che genereranno 105 milioni di presenze, con un raddoppio atteso dei flussi per una spesa turistica di 16,7 miliardi di euro. Per le Olimpiadi Milano-Cortina, sono previsti 513mila arrivi, +34% rispetto allo stesso periodo del 2023, per 1,8 milioni di presenze e una spesa turistica di 281 milioni di euro.
I dati del turismo nel 2023 – con 852 milioni di presenze – «mostrano che l’Italia è riuscita a salire sul secondo gradino del podio, siamo la meta europea più ambita, è un risultato importante. Nel 2022 l’Italia era in quarta posizione. Questo ci fa capire come il mondo ci vede. Con Giubileo e Olimpiadi abbiamo la possibilità anche di destagionalizzare i flussi ed estenderli a tutta la nazione». Ad affermarlo è la ministra del Turismo Daniela Santanchè.
L'uso dell'intelligenza artificiale
Inoltre, l’ultimo Barometro Europeo rivela come il 28% degli albergatori italiani abbia intenzione di introdurre strumenti basati sull'intelligenza artificiale entro il 2024, allineandosi al 5% che li sta già utilizzando, prevalentemente nella forma di chatbot e algoritmi di prezzi dinamici. Quest’ultimo dato potrebbe equivalere a quintuplicare l’utilizzo dell’Ia nel settore ricettivo italiano in un periodo di tempo molto breve, ponendo le basi per un profondo divario tecnologico e competitivo rispetto a quanti non prevedono, per ora, di sfruttare le opportunità dell’intelligenza artificiale. Ecco perché gli imprenditori alberghieri sono chiamati, in prima persona, a riscrivere le regole di un settore che è cambiato, sta cambiando e continuerà a cambiare. Per rispondere a questa esigenza, riuscire ad avere il pieno controllo di gestione e fare la differenza per le sorti della propria struttura ricettiva, che Smartpricing ha dato vita a Smartpricing Free. La piattaforma gratuita che consente agli albergatori di avere il pieno controllo della propria attività strategica e che fornisce in tempo reale una una strategia “pronta all’uso”: dal posizionamento sul mercato, all’andamento dei prezzi di vendita, fino al al risparmio di costi e tempi di gestione, tutto in un unico strumento. Grazie a Smartpricing Free gli albergatori possono generare delle strategie di prezzo e monitorare in tempo reale i propri competitor con pochi click. Così facendo possono aumentare il proprio fatturato e catturare l’interesse di potenziali viaggiatori con un prezzo in linea con il mercato.
«Gestire una struttura ricettiva oggi è una sfida: il settore è in continuo mutamento e la concorrenza si fa ogni giorno più serrata. Avere il pieno controllo delle proprie strategie di prezzo può fare la differenza. Smartpricing Free nasce dall’esigenza di offrire agli imprenditori alberghieri ed extralberghieri uno strumento gratuito che mostra, in pochi secondi, il loro posizionamento sul mercato e le proprie potenzialità. Il vantaggio di questo strumento è che permette di migliorare in modo significativo la gestione dei prezzi e ottenere la massima redditività in diverse situazioni di mercato, grazie ad una strategia pronta all’uso, che l’albergatore può esportare ed utilizzare in completa autonomia», spiega Luca Rodella, co-fondatore di Smartpricing.
Per utilizzare questo strumento, non è necessaria nessuna integrazione o collegamento con il gestionale della struttura. Sarà sufficiente creare un account gratuito per avere accesso alle tre sezioni della piattaforma. In automatico, sarà possibile visualizzare i competitor più rilevanti e tenere sotto controllo i trend e le fluttuazioni di mercato della propria località e scaricare la propria strategia di prezzo. Confrontando posizionamento, efficacia delle tariffe, ottenendo un’analisi dettagliata delle recensioni online, rilevando eventuali errori strategici e fornendo consigli pratici per correggerli. Ogni albergatore potrà vedere immediatamente i benefici: da come si posiziona la sua struttura sul mercato, visualizzando in automatico l’analisi e la creazione di strategie di prezzo, risparmiando tempo prezioso che potrà dedicare a migliorare l'efficienza operativa e il servizio al cliente. Più la tecnologia si aggiunge in un hotel, più umana diventa l’esperienza di gestione, in quanto si libera il personale da tutti quei compiti ripetitivi, lunghi e noiosi, posizionando la struttura dove può fare la differenza.
Smartpricing a oggi, ha gestito più di due milioni di prenotazioni per le 3mila strutture e albergatori che si sono affidati alla sua tecnologia. Aiutandoli a scoprire il valore della propria struttura e supportandoli nell’aumentare il numero di prenotazioni e il tasso di occupazione delle loro camere. Il risultato è che grazie all’utilizzo di un pricing flessibile, le strutture sono riuscite a incrementare i loro guadagni mediamente del 30%.
Dopo aver chiuso un round da 13 milioni di euro, il 2024 vedrà per Smartpricing il potenziamento dell'algoritmo e della sua piattaforma, e l’impegno nell’aumentare il bacino di utenza in tutto il mondo, oltre 17 i Paesi in cui è presente.
Personale difficile da reperire
Tuttavia resta la difficoltà a trovare personale nel comparto turistico. Con il Forum dei responsabili delle Risorse Umane a FareTurismo ci si è confrontati su come si è sviluppato nel nostro millennio il mercato del lavoro nel turismo, sulla difficoltà nel reperire manodopera qualificata, sulle opportunità che possono offrire i lavoratori extraeuropei e di usufruire del nuovo decreto sui flussi migratori, sulla considerazione negativa causata da salari non remunerativi, sulla riduzione del cuneo fiscale e sulle politiche di detassazione e/o decontribuzione sulle maggiorazioni per il lavoro festivo e notturno e sull’allungamento dei contratti stagionali, sulla digitalizzazione dei processi e dei servizi nel nuovo mercato del lavoro. Infatti, il lavoro nel turismo è per il 70% irregolare, per il 60% a tempo parziale, per il 55% a chiamata, per il 40% precario e per il 20% stagionale; le retribuzioni sono notevolmente inferiori rispetto alla media degli altri settori economici e produttivi: l’80% dei lavoratori è inquadrato ai livelli più bassi dei contratti nazionali di lavoro di settore. Inoltre, la formazione scolastica di Istituti alberghieri e Tecnici necessita di competenze e di motivazioni di alto profilo; invece, i laureati sono sovra qualificati, cioè hanno un livello di istruzione che il mercato del lavoro di fatto non valorizza. Infine, su 19 Ccnl scaduti da anni, la metà riguarda il turismo e il suo indotto, aspetto alquanto delicato per le politiche di lavoro e circostanza che non dà credibilità al settore oltre che fiducia in quanti desiderano investire il proprio futuro professionale. Insomma siamo in pieno paradosso. Il sistema nazionale del lavoro di un Paese, che vuole davvero competere soprattutto nel turismo, deve mettere al centro il lavoro stesso come mezzo di sostentamento, ma soprattutto come fonte di gratificazione personale.
Il problema è che gli italiani di qualsiasi età in cerca di lavoro non sembrano disposti ad accettare contratti da stagionali, perché non danno più valore al posto fisso, bensì all'imparare, al fare esperienze nuove, ad aprirsi e viaggiare. Ecco perché molti imprenditori sono "tornati ai fornelli", ma il pericolo nemmeno tanto remoto è che di questo passo un esercizio su tre sarà costretto a chiudere. È quanto emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Evolution Forum Business School sulle pmi, ideato dal formatore Gianluca Spadoni su un panel di oltre 1.200 micro e piccoli imprenditori (cioè con fatturato sino a un milione di euro e meno di cinque dipendenti). Secondo la ricerca sono ricercate dalle aziende soprattutto figure ultra specializzate, come per esempio: addetti alla pescheria (41%), addetti alla macelleria (40%); addetti alla gastronomia (38%); salumeria (34%), baristi (50%), panettieri (28%), pasticceri (26%), banconisti del fresco (22%). Una carenza di personale che oggi mette seriamente a rischio la sopravvivenza di un esercizio su tre. Non a caso, secondo i dati di una ricerca Confcommercio, in Italia negli ultimi 12 mesi hanno chiuso 111mila negozi di commercio al dettaglio e attività ambulanti, 8mila dei quali soltanto nel 2023. Nelle grandi città i negozi legati al turismo di lusso sono alla ricerca di: personal assistant (66%), ovvero commessi di altissimo profilo per negozi di lusso dei brand più famosi, con conoscenza delle lingue straniere come inglese, cinese, francese ma anche russo (nonostante l'embargo).
«Un fattore di debolezza per le nostre imprese è però anche quello legato alla disponibilità di personale da collocare in azienda. Su
quasi un milione e 146mila entrate di personale programmate nel 2023, il 47,7% era difficile da reperire, nel 31,7% dei casi per mancanza di candidati. Il turismo è uno di quei settori in cui la difficoltà a trovare candidati è diventata quasi di tipo strutturale, considerando che la quota della difficoltà di reperimento nel 2019 era al 24,6%, inferiore quindi alla media 26,4%», conclude Andrea Prete, presidente di Unioncamere.