I dati. Ripresa altalenante per il turismo, l'allarme di Federalberghi e Confesercenti
Piazza Santa Croce deserta a Firenze, durante il lockdown
Il turismo resta uno dei settori più in sofferenza per effetto delle varianti del Covid che non consentono una vera ripresa ma un andamento altalenante in base ai contagi. Se l’estate è stata caratterizzata da un allentamento delle restrizioni e da un aumento dei turisti, quasi esclusivamente italiani, adesso la situazione è tornata a complicarsi con il picco di contagi della variante Omicron. L’Istat rileva come nei primi nove mesi del 2021 (gennaio-settembre) le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono cresciuti rispetto al 2020 (+22,3%) ma sono rimasti ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%). Nel trimestre estivo (luglio-settembre) le presenze turistiche sono state circa 177 milioni (+31% rispetto al 2020) e 29 milioni in meno nel confronto con il 2019 (-14%). I viaggi dei residenti per motivi di lavoro (circa 1,5 milioni) e per vacanza (circa 18 milioni) si attestano ai livelli dei primi nove mesi del 2020 ma rimangono comunque sotto quelli del corrispondente periodo del 2019. Tra le componenti della domanda turistica, quella estera evidenzia maggiori difficoltà di ripresa (-56,1% di presenze) rispetto alla componente domestica (-20,3%). Per quanto riguarda, invece, le tipologie di strutture ricettive, a soffrire di più è il comparto alberghiero, con un calo di presenze del 44,3%, rispetto al comparto extra-alberghiero (- 28,3%).
Federalberghi: cancellata una prenotazione su tre. Per Federalberghi si tratta di una vera e propria tragedia. Sono andate in fumo 148 milioni di presenze turistiche. Per fare un raffronto con il 2019 (l'ultimo anno pre-pandemico), è come se si fosse cancellato un pernottamento su tre. Se guardiamo ai soli turisti stranieri, la perdita diventa di uno su due per un totale di 115 milioni presenze estere perse. Secomdo l'osservatorio Federalberghi è un bilancio caratterizzato da un solo colore il rosso. E si tratta del secondo anno di fila con questa tragica realtà. «La burrasca è tutt'altro che passata e tutto il settore alberghiero guarda con il fiato sospeso al Consiglio dei ministri di domani. Imprese e lavoratori degli alberghi hanno bisogno ancora del sostegno del governo per poter passare la più grande crisi che si sia mai vista nel settore» sottolinea Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. Secondo Coldiretti ammonta ad oltre 10 miliardi di euro il taglio delle spese turistiche in Italia per l'intero anno 2021 rispetto a prima della pandemia, con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per l'acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze.
Confesercenti: prospettive negative, le famiglie tagliano i consumi. Anche Confesercenti vede un preoccupante rallentamento dei consumi legati al turismo e più in generale allo svago. Nell'ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l'autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l'arrivo dell'inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l'aumento dei contagi ha portato ad un lockdown di fatto, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori. «Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato: l'aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie» commenta Confesercenti.«Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta non escludere l'ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al più presto – sottolinea l'associazione dei commercianti – con misure adeguate a tutelare l'attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali covid e dell'esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Ma occorre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal Dl Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti. Il Consiglio dei ministri agisca subito, il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti».