La
Bmta-Borsa mediterranea del turismo archeologico, giunta alla sua XXVI edizione, in programma a Paestum (Salerno) dal
31 ottobre al 3 novembre prossimo, dopo oltre 25 anni si conferma come evento unico a livello internazionale nel suo genere. Dal 2021 la Borsa viene ospitata - grazie al Comune di Capaccio Paestum - presso il Next, ex Tabacchificio Cafasso, sito di archeologia industriale risalente agli anni Venti, quando vi lavoravano 300 tabacchine e dove in occasione dello sbarco a Paestum del 1943 ebbe sede il comando degli Alleati, che poi il critico d’arte e filosofo
Gillo Dorfles definì «simbolo della Piana del Sele» e oggi riqualificato per ospitare manifestazioni fieristiche. Qui, in occasione della prossima Bmta, si terrà il più grande salone espositivo al mondo dedicato al patrimonio archeologico, con la partecipazione di istituzioni, Regioni e Comuni, Università, organizzazioni di categoria, associazioni professionali e culturali, aziende e consorzi turistici.
Tutto inizia prima del 1998, quando il sito archeologico di Paestum viene candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco, circostanza che fa scattare l’intuizione in
Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Bmta, il quale pose le basi per un evento di grande respiro che potesse accompagnare il processo di valorizzazione dell’area archeologica, la cui notorietà era surclassata di gran lunga dal brand della mozzarella di bufala. E a 26 anni di distanza rimane l’unico appuntamento di incontro tra domanda e offerta per tutte le destinazioni turistico-archeologiche a livello internazionale.
Obiettivo della Bmta è sempre stato, partendo dal sito dell’antica Poseidonia della Magna Grecia, quello di promuovere anche le bellezze del Mezzogiorno d’Italia e del nostro “Bel Paese”, un “museo a cielo aperto”, favorendo e facendo crescere soprattutto l’offerta turistica del Sud in ambito culturale.Il salone espositivo – suddiviso in 16 sezioni - trova ubicazione in oltre 5mila metri quadrati coperti. «La Borsa - spiega
Picarelli - si conferma un evento originale nel suo genere: sede dell’unico Salone espositivo al mondo del patrimonio archeologico e di Archeo Virtual, l’innovativa mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali; luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e al patrimonio; occasione di incontro per gli addetti ai lavori, per gli operatori turistici e culturali, per i viaggiatori, per gli appassionati; opportunità di business con il workshop con i buyer esteri selezionati dall’Enit e l’offerta del turismo culturale e archeologico».Da anni la Bmta persegue la valorizzazione del patrimonio archeologico delle aree interne, definito spesso a torto “minore”, attraverso la proposta di un collegamento in rete delle stazioni ferroviarie dei piccoli comuni, con treni regionali o anche con l’utilizzo dei treni storici, con l’ausilio di navette dedicate al trasporto su gomma per raggiungere i siti culturali limitrofi, offrendo anche la possibilità di noleggiare, presso le stesse stazioni, auto e bike elettriche, o intraprendere un cammino lungo i sentieri del Cai, o una passeggiata di turismo equestre. La proposta, finalizzata a valorizzare le destinazioni italiane minori con borghi, musei civici e monumenti storici di richiamo, intende mettere al centro dei circuiti turistici e riqualificare la loro offerta in una chiave di sostenibilità, anche per combattere l’
overtourism e dirottare il sovraffollamento lontano dai grandi centri.
«Inoltre - conclude il direttore e fondatore della Bmta - con Archeo Lavoro presentiamo l'orientamento post diploma e post laurea con l’offerta formativa a cura degli Atenei presenti nel Salone espositivo. Oltre alla presentazione delle figure professionali e agli
incontri con i protagonisti dedicati agli studenti. Il turismo archeologico può diventare un'opportunità di lavoro per chi è
appassionato dei saperi umanistici e delle antichità, ma non solo. L'innovazione ha compiuto passi da gigante anche in questo settore: non servono solo archeologi, guide e studiosi. Ma anche tecnici, informatici e promotori. Inoltre è indispensabile la conoscenza delle lingue straniere e del territorio su cui si intende operare».