Si avvicina il momento della resa dei
conti sulla questione del debito greco, il vero punto nodale
dell'Eurogruppo convocato per oggi a Bruxelles per trovare
un'intesa che si annuncia tutta in salita. La volontà espressa
da tutte le parti in causa è quella di arrivare ad un accordo,
ma sono i contenuti a dividere le diverse fazioni.
"Non vogliamo nuovi prestiti", ribadisce il premier greco
Alexis Tsipras in una intervista al settimanale Stern, perché
"ci serve tempo, non denaro, per fare le riforme". La sua idea è
quella di "una soluzione in cui tutti possano solo vincere", una
"soluzione win-win", spiega al settimanale tedesco, in cui
spende parole dolci per la sua attuale maggiore antagonista: la
cancelliera Angela Merkel è "una donna molto gentile",
nient'affatto "severa come uno si aspetterebbe da come viene
descritta sulla stampa". Tsipras tende la mano alla Germania
anche prendendo le distanze dalla vignetta che ritraeva il
ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in divisa da
nazista, definendola "infelice". Ciò non toglie, aggiunge, che
le trattative saranno "molto difficili", anche se
resta la fiducia di fondo.
Le trattative, anche se tutti preferiscono parlare di scambio
di vedute o di riunioni a livello tecnico, sono proseguite per
tutto il week-end sulla base dei diversi testi presentati dalle
singole parti, ma le posizioni restano distanti. La Grecia non
ha intenzione di proseguire sulla strada dell'attuale programma
di aiuti, perché reputa, come ha spiegato il portavoce del
governo, "non realistiche" le attese di un surplus di bilancio
del 3% nel 2015 e del 4,5% nel 2016. Ma il fronte degli altri
paesi europei sembra stringersi attorno alla Germania. Il
Financial Times riporta che l'Irlanda avrebbe anch'essa scelto
la linea dura, mentre la Francia, per bocca del suo ministro
degli Esteri, Laurent Fabius, si dice disposta a trattare sulla
scadenza del debito, "ma la sua cancellazione è fuori
questione". Intanto il presidente della Bce, Mario Draghi,
ricordando che la politica della banca centrale non punisce i
tedeschi e non premia i paesi più deboli, preferisce non parlare
nel dettaglio della situazione di Atene, limitandosi a
sottolineare che "non ha senso speculare su una
possibile uscita dalla moneta unica".
Dopo lo scontro consumatosi all'ultimo
Eurogruppo (fra la necessità di 'estendere' o 'emendare'
l'attuale programma della Troika), i ministri delle Finanze
europei si siederanno di nuovo attorno ad un tavolo per vedere
come far coincidere le esigenze del governo greco di porre fine
all'Austerity che sta piegando il Paese con quelle dei creditori
che vogliono certezze sulla restituzione del debito. Atene, che
intende aprire la caccia agli evasori ponendo il faro sul flusso
di 30 miliardi di euro che si è spostato dalle banche elleniche
a quelle svizzere, mette sul piatto la riduzione del surplus di
bilancio per questo e il prossimo anno a fronte di riforme
strutturali: "vogliamo ridurre le posizioni di privilegio" nel
mondo del lavoro e delle pensioni, "ma non vogliamo scontrarci
con il popolo", ha aggiunto il portavoce del governo, che ha
accolto positivamente la nuova discesa in piazza di 15.000
persone al centro di Atene. Una manifestazione definita
"spontanea" contro l'Austerity imposta dalla Troika.