Tariffe. Trump, dazi, Cina, Ue: cosa è successo e a che punto siamo
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Il presidente Donald Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni per l’entrata in vigore dei dazi sulle importazioni negli Stati Uniti. Restano però in vigore i dazi del 145% sulle merci cinesi e quelli del 25% che colpiscono Messico e Canada.
In questi primi mesi sotto la presidenza Trump si è assistito a una significativa escalation delle tariffe commerciali imposte dagli Stati Uniti, seguita da una parziale sospensione e da contromisure da parte di altri Paesi. Ma come si è arrivati fino a qui?
Tariffa universale
Il 2 aprile 2025, il presidente americano Trump ha firmato un ordine esecutivo che imponeva una tariffa minima del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti, con effetto da sabato 5 aprile 2025. Questa mossa è stata dichiarata come una risposta a una "emergenza nazionale" causata da pratiche commerciali inique e per incentivare il ritorno della produzione negli Stati Uniti. In altre parole, l’obiettivo dichiarato da Trump è il volere equilibrare la bilancia commerciale degli Stati Uniti con il resto del mondo: al momento, infatti, gli Usa importano circa 1100 miliardi dollari di merci in più rispetto a quelle che esportano (290 miliardi dalla Cina e quasi 230 dall'Unione europea). Tra i settori maggiormente colpiti dai dazi americani ci sono quelli dell'acciaio, dell'alluminio, i prodotti agricoli, l'elettronica e l'automotive.
Dazi reciproci maggiorati
Oltre alla tariffa universale, sono state annunciate tariffe reciproche più elevate (dall’11% al 50%) a partire dal 9 aprile 2025, mirate specificamente a 57 Paesi nel mondo con i quali gli Stati Uniti avevano un significativo deficit commerciale di beni.
Tariffe elevate sulla Cina
Contestualmente, le tariffe sulla Cina sono state significativamente aumentate. Dopo precedenti aumenti a febbraio e marzo, il 9 aprile 2025 è entrata in vigore una tariffa aggiuntiva del 34% su tutte le importazioni cinesi, portando il totale effettivo delle tariffe sulle merci cinesi al 145%. Perché Trump Trump ha voluto applicare dazi così elevati nei confronti della Cina? La Cina non è solo considerato il rivale politico, economico e militare più pericoloso, ma è anche il Paese da cui gli USA acquistano più beni di quanti ne vendano alla Cina. Nel 2024, il commercio tra Cina e Stati Uniti ha raggiunto un valore complessivo di 582 miliardi di dollari: gli Stati Uniti hanno esportato beni per quasi 144 miliardi totali, mentre la Cina ha esportato beni per 439 miliardi di dollari di merci. Il deficit commerciale degli Stati Uniti ammonta quindi a circa 295 miliardi di dollari nei confronti della Cina.
Sospensione di 90 giorni (esclusa la Cina)
Nello stesso giorno di entrata in vigore dei dazi, il 9 aprile, l'amministrazione Trump ha, però, annunciato in serata una sospensione di 90 giorni delle tariffe aggiuntive (oltre al 10% base) per la maggior parte dei Paesi identificati nell’annuncio del 2 aprile. Questa sospensione è entrata in vigore il 10 aprile 2025.
In questo caso, la sospensione è stata presentata dalla Casa Bianca come un gesto per incoraggiare i negoziati commerciali e premiare i Paesi che si sono astenuti dall’imporre contromisure immediate.
Fa eccezione il trattamento riservato alla Cina, per la quale le tariffe sono state ulteriormente aumentate e non sospese.
Le risposte ai dazi americani degli altri Paesi
Cina: in risposta alle tariffe statunitensi, Pechino ha reagito con forza, imponendo tariffe ritorsive sui beni americani. L’ultima contromisura ha visto l’innalzamento delle tariffe cinesi sui prodotti statunitensi dall'84% al 125%.
Unione Europea: l’Ue aveva preparato contromisure tariffarie su beni americani per un valore di 21 miliardi di euro. Tuttavia, in seguito all'annuncio della sospensione da parte degli Stati Uniti, l’Ue ha deciso di sospendere per 90 giorni l'applicazione di queste contromisure, aprendo alla possibilità di negoziati.
Diversi altri Paesi colpiti dalle tariffe statunitensi avevano annunciato o stavano valutando contromisure. La sospensione parziale da parte degli Stati Uniti ha portato alcuni, come l'India e Israele, a negoziare con l'amministrazione Trump.