Settimana sociale. Tre proposte per l'Europa, il sì di Tajani
Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani
Alle 4 proposte rivolte ieri al governo e alla politica nazionale se ne aggiungono 3 dirette alle istituzioni comunitarie. Nel
giorno conclusivo della Settimana sociale la Chiesa italiana consegna al presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, presente a Cagliari, un tris di interventi specifici da poter mettere in campo.
La prima richiesta riguarda “l’armonizzazione fiscale ed eliminazione dei paradisi fiscali interni all’Ue”. Segue l’invito ad “accrescere gli investimenti infrastrutturali e produttivi (anche privati) e adeguare il loro trattamento nelle discipline di bilancio”. Terzo punto: “l’integrazione nello statuto della BCE del parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione come riferimenti per le scelte di politica economica”. Quest’ultima soluzione, si ricorda, viene già adottata dalla Federal Reserve americana e dalla Bank of England.
In tutti e tre i casi, si tratta di azioni ben precise, la cui elaborazione è stata il frutto della sintesi tra il lavoro preparatorio e quello svolto direttamente durante le giornate sarde. Le proposte al legislatore europeo sono state annunciate dal presidente e vice presidente del Comitato delle Settimane sociali dei cattolici, rispettivamente l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, e il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti. Suggerimenti, quelli indirizzati sul piano comunitario, che non vanno considerati interventi di minore importanza, come ricorda il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, moderatore dello spazio dedicato alle proposte e prospettive: “La gran parte delle leggi che governano la nostra vita viene decisa tra Strasburgo e Bruxelles”.
Non a caso Tajani, facendo riferimento al tema cardine della Settimana sociale, evidenzia come “lavoro e futuro dell’Europa siano inscindibili”. Il numero uno dell’Europarlamento accoglie le proposte elaborate dalla Chiesa italiana per un lavoro degno: “Il prossimo bilancio Ue dovrebbe investire almeno 20 miliardi l’anno per cofinanziare una detassazione del lavoro dei giovani fino ai 25 anni. Vantaggi fiscali dovrebbero essere previsti anche per gli over50, che devono reinserirsi nel mercato del lavoro”.
Sintonia sul fisco e condivisione totale, nello specifico, viene mostrata dal presidente del Parlamento europeo sulla questione sollevata per l’istituto centrale di Francoforte. Ovvero l’affiancamento esplicito, nello statuto della Bce, dell’obiettivo di ridurre la disoccupazione a quello del contenimento della dinamica dei prezzi: “Credo che il mandato della Banca centrale europea
vada modificato sul modello della Federal Reserve statunitense. Con più attenzione a crescita e occupazione”.
Nel colloquio con Tarquinio, successivo all’intervento, Tajani affronta anche la questione migratoria: “Manca una strategia europea sull’immigrazione e proprio per tale ragione ad avere più problemi sono stati Paesi come l’Italia, la Grecia, la Spagna, Malta…”. Sull’Africa, il presidente del Parlamento Ue sottolinea come ci sia bisogno di “investire decine di miliardi di euro per assicurare lo sviluppo, perché anche lì il lavoro e la vita siano sicuri e degni”.
In generale, ma pensando ancora in particolare all’Africa, Tajani spiega che “per i rifugiati si stanno già rivedendo gli accordi di Dublino”, mentre per i cosiddetti “migranti economici” è necessaria una “strategia complessiva”, in cui siano previsti anche “flussi regolari”, in quanto “abbiamo bisogno di persone che vengano a lavorare da noi, purché ci sia il rispetto delle regole
e da parte nostra il rafforzamento dell'identità cristiana ed europea per favorire un dialogo sincero”. Infine, a domanda diretta di Tarquinio sull'adozione di forme di “sponsorship“ per un ingresso regolare di migranti, Tajani apre: “Sì è una soluzione possibile“.
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