Lotta alla pandemia. Agricoltura e logistica i settori a corto di green pass
La logistica è uno dei settori dove la percentuale di non vaccinati è più elevata
Non c’è solo il caso-limite del porto di Trieste. L’obbligo di green pass per accedere nei luoghi di lavoro rischia di mettere in difficoltà interi settori, come quello dei trasporti e dell’agricoltura ma anche dell’assistenza domiciliare, dove la percentuale di non vaccinati è più elevata che altrove. E non si tratta di no-vax ma di una serie di concause a partire dal fatto che in molti casi si tratta di stranieri, in Italia a volte per periodi brevi, che non si sono vaccinati oppure lo hanno fatto nel loro paese ma non hanno il green pass.
A denunciare una situazione critica oggi è Coldiretti che stima in 100mila i lavoratori non in regola su un totale di 400mila impegnati nelle campagne dove è in pieno svolgimento la vendemmia, la raccolta delle mele ed è da poco iniziata quella delle olive. Il presidente Ettore Prandini auspica che si intervenga per «facilitare l'accesso al lavoro di quanti sono in regola» semplificando le operazioni di controllo particolarmente difficili per le aziende agricole che essendo all'aperto non possono contare sui tornelli. Per Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura, la stima dei non vaccinati in agricoltura potrebbe essere ancora più alta, pari ad un terzo dei lavoratori. «Una stima precisa di questo numero resta difficile perché i flussi nelle varie aree del paese restano diversificati» sottolinea.
Allerta massima sul fronte dei trasporti. A Trieste i lavoratori del porto, guidati dal sindacato Clpt, hanno scelto la linea dura e rispedito al mittente l’ipotesi di tamponi gratuiti. Circa 400 su mille lavoratori sarebbero non vaccinati. Venerdì protesteranno contro l’introduzione del green pass e il rischio è che si paralizzi tutta l’attività del porto. Stamattina il presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'adriatico Orientale Zeno D'Agostino ha annunciato che si dimetterà se la situazione diventerà fuori controllo. «Non è possibile un blocco a oltranza di un'infrastruttura strategica come il porto anche perché il ritiro dell'obbligo di green pass non dipende nemmeno da me». Negli altri porti della Penisola, da Palermo a Napoli a Genova, sembra invece che la percentuale di no vax sia minima.
La Fiap ((Federazione italiana autotrasportatori professionali) parla di rischio caos per la logistica e il trasporto su gomma. «Nell'autotrasporto, che in Italia muove circa il 90% della merce viene impiegato per la maggior parte personale viaggiante straniero – spiega – . Molti di questi autisti sono sprovvisti di green pass. Non necessariamente per una scelta personale di non vaccinarsi, ma perché non tutti i Paesi esteri hanno adottato lo stesso provvedimento o perché la vaccinazione effettuata nel Paese di origine non è riconosciuta». La situazione è dunque critica e rischia di avere un impatto devastante sul settore, già gravato da una allarmante carenza di autisti, stimata tra i 20 e i 30mila autisti. I sindacati confederali del trasporti hanno chiesto al governo di prevedere tamponi gratuiti per questa categoria di lavoratori, considerando anche le possibili ripercussioni sul trasporto cittadino.
A preoccupare, anche alla luce della manifestazioni di protesta contro il green pass, sono anche i numeri dei non vaccinati tra le forze dell’ordine. Sarebbero circa 7mila, un numero non elevato, tra i poliziotti. Altro tasto dolente quello del personale domestico: colf e badanti, in Italia le stime parlando di due milioni di persone di cui però almeno la metà in nero, devono essere dotati di certificato verde. Ma in questo caso i controlli sono a carico delle famiglie.