Economia

Economia circolare. Tra rifiuti elettronici e filiera delle bioplastiche

Maurizio Carucci venerdì 5 luglio 2024

In calo la raccolta di Raee

In un’epoca in cui la tecnologia evolve rapidamente, la gestione corretta dei rifiuti elettronici, i cosiddetti Raee-Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, diventa cruciale per la tutela dell’ambiente, riducendo l'impatto sul pianeta e permettendo il recupero di materiali sempre più preziosi per l'economia, come metalli e plastica. Negli ultimi tre anni, in Italia la raccolta dei Raee è diminuita di circa il 9% (raffronto 2021-2023 su dati del Centro di Coordinamento Raee), sintomo di un’ancora scarsa attenzione sull’importanza di un corretto conferimento di questi rifiuti. Ma cosa sono i Raee? Rientrano in questa categoria tutte quelle apparecchiature che per funzionare dipendono dall’energia elettrica, sia come utilizzatrice, sia come generatrice. Parliamo, per esempio, di elettrodomestici, utensili elettrici (anche a batteria), computer, cavi e spine. Sono Raee anche le lampadine a led non più funzionanti, quelle a risparmio energetico e i neon. Dove conferire i rifiuti elettronici? Portare i Raee presso uno degli oltre 4.500 Centri di raccolta comunali attrezzati per la raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, collocandoli nel giusto contenitore. I Raee infatti sono suddivisi in cinque raggruppamenti che ne caratterizzano la tipologia e agevolano i percorsi di riciclo: in R1 troviamo i frigoriferi, i congelatori e condizionatori; in R2 le lavatrici e i forni e i cosiddetti grandi bianchi; in R3 i televisori e i monitor; il raggruppamento R4 comprende i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo (dai trapani ai frullatori, fino alle chiavette Usb, smartphone, auricolari, mouse e tastiere); R5 sono le sorgenti luminose, ovvero le lampadine a risparmio energetico e quelle a fluorescenza.

Nel caso di acquisto di una nuova apparecchiatura elettronica in sostituzione di una non più funzionante (un frigorifero per un frigorifero, ma anche il cambio di un cellulare purché siano apparecchiature di equivalente funzionalità), è possibile lasciare quella vecchia direttamente in negozio al momento dell’acquisto. Il ritiro è gratuito ed è previsto anche con acquisto online e con consegna al domicilio della nuova apparecchiatura. Il consumatore può lasciare gratuitamente la sua vecchia apparecchiatura elettronica direttamente nei punti vendita. Devono però essere rispettate due condizioni: il Raee deve essere di piccole dimensioni (non più di 25 centimetri) e il negozio deve avere una superficie di vendita dedicata alle apparecchiature elettroniche di almeno 400 metri quadrati. In corrispondenza di 21 punti vendita della grande distribuzione e di aree commerciali è possibile trovare le Ecoisole Raee: si tratta di cassonetti automatizzati sviluppati da Ecolight grazie a un progetto europeo, per una raccolta di prossimità dei piccoli Raee. Qui è possibile conferire elettrodomestici ed elettronica di consumo di piccole dimensioni (raggruppamento R4) e sorgenti luminose (R5). Alle Ecoisole Raee si accede con la tessera sanitaria. Le imprese e i liberi professionisti per la gestione dei loro Raee professionali devono rivolgersi a società che offrono servizi dedicati. Ecolight Servizi mette a disposizione la propria competenza e professionalità su tutto il territorio nazionale per accompagnare le aziende in un percorso di economia circolare.

Non ultima, una raccomandazione: prima di conferire un Raee, assicurarsi di togliere la batteria se presente. Questa, infatti, deve essere smaltita separatamente negli appositi contenitori per la raccolta differenziata. La gestione corretta dei Raee è importante per una sempre maggiore tutela ambientale e per costruire una reale economia circolare. Questi rifiuti contengono sostanze pericolose e inquinanti che devono essere smaltite correttamente. Inoltre, un’adeguata gestione dei Raee permette di ridurre il ricorso a materie vergini. Dai rifiuti elettronici è possibile ricavare plastica e metalli che possono essere reimmessi nei cicli produttivi: i Raee sono infatti riciclabili per circa il 90% del loro peso. Ogni individuo può fare la differenza nella salvaguardia del pianeta. La responsabilità personale nel gestire i Raee in modo appropriato si traduce in un impatto positivo sull'ambiente, dimostrando
come le azioni quotidiane di ciascuno di noi possano contribuire a un futuro più sostenibile.

Il 50% dei giovani non sa cosa siano i Raee

I più giovani non sanno cosa siano i Raee, non sanno di esserne circondati né, tanto meno, cosa fare quando le loro apparecchiature elettriche ed elettroniche smettono di funzionare o divengono obsolete. Dati che ci vengono restituiti dall’Osservatorio Raee realizzato da Ipsos per Erion Weee - il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Raee - che dal 2022 mappa i livelli di conoscenza degli italiani, con uno specifico focus sugli adulti di domani. Sebbene - grazie anche al maxi-programma di comunicazione DireFareRaee promosso dal Consorzio - la percentuale di coloro che hanno sentito menzionare l’acronimo Raee nella Gen Z sia quasi raddoppiata, passando dal 26% del 2022 al 50% del 2023, ancora la metà dei giovani dai 18 ai 26 anni non conosce il tema. Sono proprio loro, peraltro, a chiedere maggiori informazioni, infatti, il 40% crede sia necessario incrementare le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione sull’importanza di una corretta gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. Un impegno che Erion Weee ha deciso di fare un’altra volta proprio con un nuovo progetto speciale dedicato proprio ai giovanissimi, il target più sensibile, ma anche più “bombardato” da input trasversali e multicanale. Dopo le esperienze dello scorso anno con Jakidale (oltre 458.000 views del suo video Butto via tutto!) e Marcello Ascani (talent del docufilm Materia Viva, punta di diamante tra le iniziative proposte da Erion Wee), nasce quindi RaeeGen, il programma che per tutto il 2024 strizzerà l’occhio al mondo dei social network e delle piattaforme digitali (soprattutto Instagram e YouTube) grazie alla partecipazione di dieci content creator che, con un linguaggio semplice e diretto, coinvolgeranno i ragazzi sui temi dei RAEE e delle buone pratiche per consentire il riciclo di questi rifiuti.

Italia in ritardo nella raccolta e la campagna di Marevivo

Nel 2023 sono state raccolte oltre 349mila tonnellate di Raee: un peso pari a più di 990 aerei passeggeri (Boeing 777) a pieno carico. Un numero apparentemente enorme ma che, se guardato bene, appare minimo visto che si tratta di solo il 36% del totale che viene gettato. I dati sono di Marevivo che ha presentato la campagna Piccoli gesti, grandi crimini. I Raee se gettati in aree di raccolta gestite dai Comuni o in specifici punti di smaltimento, spiega l'associazione ambientalista, possono diventare una risorsa preziosa, eppure gli italiani non li conoscono ancora bene. Solo quattro su dieci ne sanno dare una corretta definizione e il 10% li confonde con una tassa. E anche chi li conosce è convinto perlopiù che si tratti di grandi elettrodomestici come televisori, frigoriferi, computer. Appena un italiano su tre sa che i Raee sono anche oggetti più piccoli di uso comune come, per esempio, le sigarette elettroniche, tanto che uno su cinque crede che i piccoli Raee possono essere gettati nell'indifferenziata e che non rilascino sostanze tossiche. I dati del rapporto Swg tra italiani e Raee per Marevivo lanciano, in collaborazione con Bat Italia e con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, la quinta edizione della campagna Piccoli gesti, grandi crimini, con l'obiettivo di informare correttamente sui piccoli Raee e sul loro smaltimento. Nata nel 2020, l'iniziativa mira a sensibilizzare le persone sui danni causati dal littering, ovvero l'atto di gettare rifiuti di piccole dimensioni nell'ambiente, con un focus particolare sull'abbandono dei mozziconi di sigaretta. Un percorso virtuoso che - in questi anni di campagna - ha permesso di risparmiare al Pianeta un totale di 3.164.676 mozziconi, tanti quanti ne servirebbero a coprire uno spazio di 326 ettari pari a circa 466 campi da calcio. Quest'anno Piccoli gesti, grandi crimini torna con un focus rinnovato e ben preciso: aumentare la consapevolezza sull'impatto ambientale che hanno tutti i piccoli dispositivi elettrici ed elettronici se non correttamente smaltiti e fornire una formazione adeguata su un tema che interessa tutti. Per raggiungere un pubblico più ampio e diffondere in modo capillare le informazioni necessarie per una corretta gestione dei Raee, il progetto sfrutterà le potenzialità della rete e vivrà online permettendo di inserire Piccoli gesti, grandi crimini nel panorama delle iniziative di comunicazione digitale che mirano a incentivare comportamenti responsabili verso l'ambiente e la società.

Nel 2003 frenata per le bioplastiche compostabili

Fenomeni di illegalità ancora troppo diffusi, pericolosi meccanismi di dumping, calo dei consumi, forte diminuzione dei listini, crescente diffusione delle stoviglie “pseudo-riutilizzabili”, presenza crescente di materiali non compostabili all’interno della raccolta dell’umido, un grave stato di disinformazione. Sono molti i fattori da prendere in considerazione per comprendere i dati che descrivono lo stato di salute della filiera delle bioplastiche compostabili e della raccolta dell’umido in Italia. Dopo un decennio di crescita pressoché costante - che ha visto triplicare i volumi prodotti e più che raddoppiare fatturato, numero di addetti e di aziende - il 2023 ha fatto segnare la prima battuta d’arresto. La fotografia è contenuta nel X Rapporto sulla filiera italiana delle bioplastiche compostabili, presentato a Roma durante il convegno organizzato da Assobioplastiche, Consorzio Biorepack e CIC (Consorzio Italiano Compostatori). Numeri non allarmanti in sé, ma che non devono essere sottovalutati, visto il valore strategico che, anno dopo anno, la filiera delle bioplastiche ha dimostrato di avere, sia dal punto di vista della propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo, sia per la capacità di costruire e moltiplicare sinergie con altri settori a partire da quello agricolo e, non da ultimo, per gli indubbi vantaggi ambientali che essa garantisce. Un comparto prezioso da tutelare, che in due decadi è diventato un sistema economico fortemente interconnesso, in grado di unire la ricerca con l’agricoltura e l’industria, il mondo dei consumi e del commercio con quello del riciclo e della produzione di compost e biogas, e che l’Italia è chiamata a proteggere se non vuole perdere la propria leadership nell’ambito della bioeconomia circolare.

Dal rapporto 2023, stilato come di consueto dalla società di ricerca indipendente Plastic Consult, in particolare che il fatturato sviluppato dalla filiera, dopo il record 2022 (1,16 miliardi di euro) è sceso a 828 milioni (-29,1%), sull’onda della forte flessione registrata dai listini (materie prime, semilavorati e prodotti finiti). Calano anche i volumi complessivi dei manufatti prodotti: 120.900 tonnellate (-5,5% sul 2022), situazione analoga a quella registrata nel settore delle termoplastiche convenzionali vergini (-6%). Tra i principali settori applicativi, nel 2023 le maggiori difficoltà sono state incontrate dal comparto monouso (-20%), schiacciato tra la concorrenza sleale dello “pseudo-riutilizzabile” e dalle importazioni di manufatti compostabili dal Far East. Positivo, invece, l’andamento per i prodotti legati alla raccolta dell’umido e i film per l’agricoltura.

Anche nel 2023 cresce invece il numero di aziende: sono attualmente 288, suddivise in produttori di chimica di base e intermedi (5), produttori e distributori di granuli (20), operatori di prima trasformazione (198), operatori di seconda trasformazione (65). Sostanzialmente stabile rispetto al 2022 il numero di addetti dedicati (ovvero quelli che nelle aziende del comparto si occupano direttamente dei prodotti che entrano nella filiera delle bioplastiche compostabili): sono 2980, -0,8% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda le attività di riciclo organico delle bioplastiche compostabili, i numeri rimangono positivi: nel 2023 il tasso al netto degli scarti è stato infatti pari al 56,9% dell’immesso al consumo (44.338 tonnellate a fronte delle 77.900 immesse sul mercato). Un dato che si conferma superiore sia agli obiettivi di riciclo fissati per il 2025 (50%) sia per il 2030 (55%). Al tempo stesso, cresce il numero di Comuni convenzionati con il consorzio Biorepack: sono oltre 4600 (58,5% del totale) e in essi risiedono più di 43,6 milioni di cittadini (il 74,1% della popolazione nazionale, dato in crescita di quasi 10 punti rispetto al 2022). Agli enti locali convenzionati sono stati riconosciuti corrispettivi economici per 9,4 milioni di euro (dato in linea con l’anno precedente) a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento degli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti insieme ai rifiuti domestici.

Non meno rilevanti, i dati relativi alle attività di trattamento: i 155 siti di compostaggio, digestione anaerobica e sistemi integrati, distribuiti nelle diverse regioni italiane, hanno trattato nel 2022 poco più di cinque milioni di tonnellate di rifiuto umido urbano. Il loro contributo alla produzione di compost è stato pari a 1,44 milioni di tonnellate. Numeri di tutto rilievo, anche ambientale: infatti, come evidenziato dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ogni tonnellata di rifiuto organico che viene processato tramite compostaggio anziché smaltito in discarica, permette di evitare l’emissione di 1,4 tonnellate di CO2eq, legato ai benefici associati all’utilizzo del compost nei terreni agricoli.