In attesa che l’auto elettrica diventi una realtà concreta e priva dei difetti attuali, Toyota si porta avanti sulla strada intrapresa nel 1999 dei motori ibridi e con un colpo di genio, tipico della Casa, lancia una via di mezzo fra la tradizione a due motori, elettrico e benzina, e un piccolo passo in avanti sulla trazione totalmente a energia pulita. Con la Prius Plug In siamo di fronte a una vettura che allarga gli orizzonti del motore elettrico e porta l’autonomia a circa 25 km di percorrenza con la possibilità di ricaricare il tutto in un’ora e mezza. Il vantaggio di questa soluzione è duplice: minori costi di gestione sulle strade, un aumentato raggio di autonomia elettrica che fa tanto bene all’ambiente e l’uso di un motore tradizionale, che nel frattempo ricarica le batterie e permette quindi circa 1400 km di autonomia totale. Insomma, sembra la quadratura del cerchio e un salto in avanti nel futuro che dovrebbe accelerare i tempi di utilizzo delle auto full elettric. Un altro vantaggio di questa soluzione è che la presa di corrente dove ricaricare l’auto è di quelle tradizionali, quindi va benissimo il garage di casa, non servono colonnine speciali (che ancora latitano sulle nostre strade) e i tempi di ricarica sono "umani". Stare fermi un’ora e mezza è un tempo accettabile, rispetto alle otto-dieci ore richieste dalle auto totalmente elettriche che hanno una autonomia di viaggio decisamente ridotta rispetto a un’auto a benzina o a gasolio. Insomma, tutto giusto bello e intrigante. Peccato che questa tecnologia, utile all’ambiente, ricada quasi interamente sul portafoglio del cliente. La Prius Plug In parte infatti con un prezzo di 39.600 euro e se si guarda cosa offre il mercato per quella cifra, c’è di tutto e di categoria superiore. Quindi, senza incentivi statali, inquinare meno e fare da pionieri all’auto del futuro, diventa un costo supplementare per l’automobilista. E di questi tempi, con pochi soldi in tasca, prima dell’ambiente ci sono altre priorità.