Economia

L'INDUSTRIA CHE SE NE VA. «Thyssen, ora dateci garanzie»

Elisabetta Lomoro martedì 17 maggio 2011
Se l’annuncio della ThyssenKrupp di scorporare la divisione Stainless global ha creato forti preoccupazioni per il futuro dell’acciaieria di Terni, probabilmente è sufficiente guardare l’immensa struttura lunga chilometri che si estende ai lati di viale Brin, i suoi imponenti impianti, le apparecchiature e tecnologie avanzate che sono custodite al suo interno, per rendersi conto che quella acciaieria è un vero gioiello, un valore aggiunto per l’industria siderurgica italiana. Così come lo è stato dalla sua fondazione, nel 1883, quando fu scelta Terni per creare un nuovo centro siderurgico in Italia. La città umbra offriva, infatti, l’esistenza di una Fabbrica d’Armi, quella di manufatti di ferro e una fonderia di ghisa, che già produceva un quarto dei tubi di ghisa per acquedotti costruiti in Italia; inoltre una notevole disponibilità di risorse idriche e una posizione strategica.Uno stabilimento che è sempre stato una garanzia per la città, come sottolineato anche nel corso dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di ieri tra il vescovo Vincenzo Paglia e l’amministratore delegato della TkAst di Terni Harald Espenhahn. «La situazione è complessa – ha detto il vescovo al termine del colloquio – sia a livello locale che mondiale, a causa della crisi economica che ancora perdura. In questo frangente è necessario, però, non lasciarsi prendere dalla paura e considerare che avere in casa un gioiello come l’acciaieria, forse il migliore stabilimento dell’intera ThyssenKrupp, non può che essere un motivo di orgoglio e di garanzia anche per il futuro. Per questo si richiede una fine intelligenza per comprendere la complessità della situazione e, al tempo stesso, mantenere una convinta e salda unanimità nelle intenzioni da parte delle istituzioni, lavoratori, Governo e sindacati, perché i troppi allarmismi rischiano solo di provocare frizioni inutili». Nello stabilimento di Terni, in questo quinquennio sono stati fatti investimenti per 1 miliardo e 300 milioni di euro, in particolare per lo sviluppo e innovazione dell’inox laminato piano, nell’area a caldo e in quella a freddo, ma anche nella formazione e qualificazione del personale, nella ricerca tecnologica di nuovi materiali che è sempre stato, negli anni, un punto di forza dell’acciaieria ternana.Un valore che nessuno, in questo particolare momento, può non riconoscere al sito ternano – come sanno bene anche in Germania – e tanto meno svalutare con comportamenti disordinati o lasciando che le sole preoccupazioni abbiano il sopravvento «mentre è richiesto di lavorare tutti insieme per la stessa strada – aggiunge monsignor Paglia – continuare ad impegnarsi responsabilmente per il mantenimento e sviluppo di quanto raggiunto finora». E se la decisione del management della ThyssenKrupp sembra essere stata determinata da scelte meramente finanziarie per gestire in modo indipendente il settore dell’acciaio inossidabile con diverse società e azionisti, in grado di affermarsi come soggetto competitivo dotato di grande flessibilità e capace di ottimizzare le risorse sui mercati, si attendono gli sviluppi degli annunciati interventi da parte del Governo nazionale e dei ministeri interessati anche se, in questo momento, non è stato individuato un soggetto coordinatore della vertenza, né i tempi necessari per definire le azioni da mettere in atto.