Un nome, una storia. La “Bestia di Torino” torna a ruggire
La “Bestia di Torino” è pronta a ruggire. Non si tratta di una tigre o di un altro predatore, bensì di un'automobile, nello specifico la Fiat S76 300 HP Record del 1911. Il suo nome la dice lunga sulla sua storia, segnata dal record di velocità stabilito oltre cento anni fa a Long Island, dove la S76 ha percorso il miglio a 290 km/h, una velocità folle per quei tempi.
Il soprannome “The Beast of Turin”, cioè la Bestia di Torino, è nato così e fa riferimento anche ai suoi dati tecnici, che sono altrettanto incredibili. Sotto il suo altissimo cofano, infatti, ruggisce - ed è proprioil caso di dirlo - un propulsore 4 cilindri in linea da 28.353 centimetri cubici di cilindrata e 300 CV di potenza. Lo si può apprezzare in uno splendido video dove l'auto centenaria percorre i viali della tenuta di Lord March, quella Goodwood mecca di tutti gli appassionati, dove la “Bestia” tornerà a correre questa estate, in occasione dell'annualeraduno di giugno.
Progettata e costruita dalla Fiat nel 1911 con l'obiettivo di battere il precedente record di velocità della Blitzen-Benz, fu assemblata in soli due esemplari, di cui uno finì in Australia e l'altro smantellato, per impedire che ne fossero carpiti i segreti tecnici. Poi arrivò la Grande Guerra e con essa si persero le tracce della “Bestia”, fino a qualchemese fa quando la sua ricostruzione completa ha avuto inizio, per merito del suo proprietario attuale, il collezionista britannico Duncan Pittaway di Bristol.
La scheda tecnica della Fiat S76 parla di un motore anteriore bi-blocco a quattro cilindri raffreddato ad acqua, alla cui accensione provvede un magnete a bassa tensione che fa scoccare la scintilla di tre candele per ogni cilindro. La trasmissione è a quattro marce, con finale a catena, così come era costume in quel periodo. Le misure, giudicate con il metro di oggi, sono in realtà molto compatte: la lunghezza è di 3,75 metri, la larghezza di 1,3 metri e la massa complessiva si ferma a una tonnellata e mezza.