Se qualche settimana fa Elon Musk aveva messo il simbolo dei bitcoin nella sua biografia su Twitter c’era un motivo preciso: Tesla durante il mese di gennaio ha investito 1,5 miliardi di dollari in bitcoin nell’ambito di un programma di investimenti che ha l’obiettivo di «diversificare e massimizzare i ritorni sulla liquidità». Nel documento di bilancio consegnato alla Sec, l’organo che vigila sulla Borsa americana, Tesla spiega anche che prevede di «iniziare ad accettare bitcoin come forma di pagamento per i nostri prodotti nel prossimo futuro, in base alle leggi applicabili e inizialmente su base limitata».
La notizia dell’investimento di Tesla ha contribuito a dare una nuova spinta al prezzo della criptovaluta: la quotazione media del bitcoin sui CoinMarketCap è schizzata da 39mila a quasi 44mila dollari.
Musk si conferma così il paladino dei piccoli trader. Nelle scorse settimane aveva prima festeggiato, sempre su Twitter, la corsa di GameStop a Wall Street, dopodiché ha iniziato a twittare a favore dei dogecoin, criptovaluta inventata per scherzo il cui valore ha preso il volo dopo l’intervento del fondatore di Tesla, che grazie all’incredibile quotazione raggiunta dalla sua azienda nel 2020 è diventato l’uomo più ricco del mondo.
La spregiudicatezza di Musk nella comunicazione su Twitter gli è costata, nel 2018, la rimozione dal ruolo di presidente di Tesla, su richiesta della Sec. Il manager è rimasto Ceo dell’azienda.