Piemonte. Terra, richiamo per i giovani
Il ritorno alla terra come opportunità di lavoro. Per i giovani piemontesi è una realtà. Lo dimostra l’indagine «Chi offre e crea lavoro in Piemonte» frutto di un accordo siglato, in primavera, dalla Regione Piemonte e la Conferenza episcopale piemontese (Cep). Lo studio, presentato ieri a Torino, rivela che nel 2016 oltre il 50% dei giovani piemontesi (tra i 15 e 35 anni) è stato assunto con un contratto a tempo determinato che varia da un anno a 8 giorni, e ben il 22,5% fino a 7 giorni. Solo il 24,1% ha siglato un contratto a tempo indeterminato.
L’indagine, coordinata dall’economista Mauro Zangola, fornisce una mappa dettagliata delle opportunità di lavoro che nel biennio 2015-2016 hanno coinvolto i ragazzi e le ragazze piemontesi, a cui si aggiunge un qua- dro sulle attività imprenditoriali promosse dai giovani negli anni 2014-2016. Proprio da questa analisi emerge la dinamicità dei giovani nell’ambito agricolo dove si registrano le aziende con maggiore crescita occupazionale e con un alto indice di sopravvivenza a tre anni dalla nascita (87,3%). In crescita le imprese individuali under 29, delle 2800 avviate nel 2014 il 70,7% è ancora attivo. Sul fronte dell’occupazione sono stati analizzati 658mila avviamenti che hanno coinvolto 350mila giovani. Le occasioni di lavoro riguardano per quasi il 70% una qualificazione professionale medio-alta. Istruzione, industrie manufatturiere non alimentari, commercio, agroalimentare e sanità sono i primi 5 settori delle aziende con maggiore occupazione. I contratti riguardano in misura paritaria ragazzi e ragazze, per quasi l’80% italiani, il 12% è extra europeo. Servizi e artigianato offrono più contratti indeterminati, anche grazie al buon utilizzo dell’apprendistato.
«Uno studio che può rivelarsi fecondo – ha commentato Cesare Nosiglia, presidente Cep – perché offre ai giovani piemontesi informazioni originali e dettagliate sulle opportunità di lavoro offerte dal sistema economico per meglio orientare le loro scelte formative e professionali». Uno strumento che secondo l’arcivescovo potrà aiutare a snidare anche i giovani «neet». Se in generale si registrano segnali positivi di ripresa il presule ricorda che «soffriamo ancora, non solo in ambito giovanile, situazioni di gravi difficoltà circa il lavoro, per cui occorre intensificare l’impegno di tutti». L’indagine è una prezioso risorsa, ha ricordato l’assessore regionale Gianna Pentenero, per individuare i percorsi di sostegno e di formazione professionale in linea con le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.